Finlandia: altro rinvio per la centrale nucleare di Rosatom

Il progetto di Hanhikiv non rispetta gli standard di sicurezza post-Fukushima

[3 Gennaio 2019]

La data di avvio dei lavori della centrale nucleare di Hanhikivi, che dovrebbe essere costruita in Finlandia dal gigante del nucleare russo Rosatom, è sta nuovamente ritardata per motivi di sicurezza, segnando un altro imbarazzante capitolo per il ritorno dell’energia nucleare in Europa.

L’annuncio è stato dato poco prima di Natale dal consorzio Fennovoima – Rosatom e sposta  al  2028 l’inizio delle operazioni commerciali della  centrale nucleare: 4 anni di ritardo rispetto all’ultimo aggiornamento del programma e ben 8 anni più tardi rispetto a quanto si prevedeva nel 2010, quando il governo finlandese dette il suo assenso alla costruzione della centrale.

Secondo Bellona, l’ONG ambientalista/scientifica norvegese/russa, «Il ritardo è umiliante sia per il consorzio che per Rosatom, poiché entrambi avevano promesso che il progetto sarebbe partito in tempo perché era basato su tecnologie comprovate». Ma nel 2017 il consorzio Fennovoima – Rosatom  aveva avvertito che il progetto dei due reattori  VVER-1200 avrebbe potuto subire altri ritardi perché il Rosatom aveva problemi a ottenere l’approvazione della Säteilyturvakeskus  (Stuk) l’agenzia finlandese per la sicurezza nucleare, nota per essere uno dei regolamentatori nucleari più  severi del mondo. La Stuk è diventata ancora più severa dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi del 2011 e le sue nuove normative stabiliscono che i nuclei del reattore nucleare siano costruiti in modo da poter resistere a un are reo che si schianta sulla centrale. Standard che il progetto di Rosatom non sembra in grado di rispettare

Eppure, a giugno 2018  Fennovoima aveva detto che la progettata centrale da 1200 Megawatt, situata a Pyhäjoki. nell’Ostrobotnia settentrionale, sulla costa nord-occidentale della Finlandia, sarebbe stata operativa entro il 2024, ma Rosatom si era mostrata molto più prudente, anche se contava di avere il nulla osta della Stuk per la sicurezza entro il 2018.

Se dovesse entrare in funzione, Hanhikivi sarebbe la sesta centrale nucleare della Finlandia. Ma per ora si unisce a un altro progetto nucleare finlandese fortemente in ritardo: Olkiluoto 3, costruito dalla francese Areva e dalla tedesca Siemens che doveva essere già finito 10 anni fa e che è già costato tre volte il suo budget iniziale. Altre centrali nucleari in Francia e nel Regno Unito hanno dovuto far fronte a svra-costi simili e a ritardi altrettanto prolungati.

Il progetto Fennovoima avrebbe dovuto superare questi problemi utilizzando un reattore Rosatom, che, a differenza dei rivali europei, ha continuato a costruire impianti nucleari dopo il disastro di Chernoby, ma Rosatom ha ripetutamente omesso di soddisfare gli standard della Stuk. Ora, Fennovoima dice che «Il piano prevede che il consorzio riceva la licenza di costruzione e inizi a costruire nel 2021», mentre l’inizio dei lavori sarebbe dovuto essere nel 2018.

Si tratta di un progetto controverso e contrastato non solo dagli ambientalisti perché come spiega Bellona, «Rosatom non è solo un fornitore, ma anche il principale azionista e finanziatore di Fennovoima. Nel 2015, per garantire che il progetto avesse il numero di sostenitori richiesto dell’Ue, Il governo finlandese ha dovuto convincere Fortum, principale utility del paese, a far parte al consorzio».

Il reattore di Hanhikivi ha diviso anche le forze politiche: nel 2014, dopo l’adozione del progetto, il Partito dei Verdi ha lasciato l’allora coalizione di governo finlandese dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, accusando il progetto nucleare di “finlandizzazione”, un termine carico di significato in Finlandia perché che si riferisce a un piccolo Paese che è costretto ad adattare – come fece la Finlandia durante la guerra fredda – le proprie politiche alle richieste di un potente vicino. Allora era l’Unione Sovietica, oggi è la Russia nucleare di Putin?