Gli impatti estremi di una guerra Usa – Russia: un inverno nucleare farebbe scomparire l’umanità

La morte per carestia minaccerebbe quasi tutte le persone che vivono sulla Terra

[28 Agosto 2019]

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Geophysical Research-Atmospheres  da un team di ricercatori della  Rutgers University- New Brunswick, del National Center for Atmospheric Research e dell’università del Colorado, se gli Stati Uniti e la Russia scatenassero una guerra nucleare totale, gran parte della terra nell’emisfero settentrionale avrebbe temperature sotto lo zero in estate, con la stagione vegetativa che in alcune aree d si ridurrebbe quasi del 90%.

Uno scenario che ricorda il cupo romanzo “La strada” di Cormac McCarthy: uno degli autori dello studio Alan Robock del Department of environmental sciences della Rutgers University – New Brunswick, avverte che «In realtà la morte per carestia minaccerebbe quasi tutti i 7,7 miliardi di persone che vivono attualmente sulla Terra. Lo studio fornisce ulteriori prove a sostegno del Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons approvato dalle Nazioni Unite due anni fa». Un Trattato che finora è stato ratificato solo da 25 Paesi (non gli Usa e nemmeno l’Italia) e che entrerà in vigore solo se lo firmeranno 50 Paesi.

Per simulare gli effetti climatici di una guerra nucleare a tutto campo tra gli Stati Uniti e la Russia, il principale autore dello studio, Joshua Coupe della  Rutgers, e il suo team hanno utilizzato un moderno modello climatico National Center for Atmospher Research con una risoluzione più elevata e simulazioni migliori rispetto a un modello Nasa utilizzato per uno studio sullo stesso argomento da un team guidato da Robock 12 anni fa,  e ne  è venuto fuori uno scenario apocalittico: «Una simile guerra potrebbe inviare 150 milioni di tonnellate di fumo nero, prodotto dagli incendi nelle città e nelle aree industriali, nell’atmosfera inferiore e superiore, dove potrebbe soffermarsi per mesi o anni e bloccare la luce solare».

Il nuovo modello rappresenta la Terra in molte altre località e include simulazioni della crescita del particolato prodotto dal fumo e della distruzione dell’ozono provocata dal riscaldamento dell’atmosfera. Tuttavia, la risposta climatica a una guerra nucleare del nuovo modello era quasi identica a quella del vecchio modello della NASA. Coupe fa notare che «Questo significa che abbiamo molta più fiducia riguardo alla risposta climatica a una guerra nucleare su larga scala. Ci sarebbe davvero un inverno nucleare con conseguenze catastrofiche».

Sia nel vecchio modello che in quello nuovo, l’inverno nucleare si verifica quando il black carbon (la fuliggine) nell’atmosfera superiore blocca la luce solare e fa precipitare le temperature medie globali della superficie di oltre 15 gradi Fahrenheit.

Robock conclude: «Poiché una grande guerra nucleare potrebbe scoppiare per caso o a causa di hacking, guasti ai computer o di un leader mondiale instabile, l’unica azione sicura che il mondo può intraprendere è eliminare le armi nucleari»