Guerra nello Yemen, Parlamento europeo: embargo sulle armi all’Arabia Saudita

Rete italiana per il disarmo: «Commissione Ue e Governo italiano agiscano di conseguenza»

[26 Febbraio 2016]

Ieri il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza (449 sì, 36 no e 78 astensioni) per un cessate il fuoco nello Yemen che metta fine agli attacchi contro i civili, il personale umanitario e sanitario, i combattimenti sul terreno e i bombardamenti degli aerei sauditi e della calizione araba-sunnita. Il cessate il fuoco è necessari per permettere agli aiuti di emergenza di traggiungere la poolazione yemenita. Gli eurodeputati hanno anche chiesto che tutte le parti coinvolte nel conflitto e i loro alleati stranieri diano vita ad un nuovo ciclo di negoziati di pace per cercare una soluzione politica.

La guerra yemenita è iniziata all’inizio del 2015, quando le forze fedeli al presidente Abd-Rabbuh Mansour al-Hadi  sono state sconfitte dai ribelli sciiti Houthi che hanno preso il potere a Sana’a. Nel marzo 2015 una coalizione voluta e dominata dall’Arabia Saudita e composta da Bahrein, Qatar, Emirati arabi uniti, Oman , Giordania, Egitto, Marocco e Sudan – sostenuta da Usa e Gran Bretagna –  è andata in aiuto dello spodestato  Hadi e  ha lanciato una serie di attacchi aerei che hanno fatto strage tra i civili e distrutto ospedali, moschee e monumenti  patrimonio dell’umanità, senza però riuscire a piegare la resistenza degli Houthi.

Il Parlamento europeo si è detto fortemente preoccupato per il deterioramento della situazione umanitaria nello Yemen e dice che il governo che ha preso il potere a Sana’a si è mostrato incapace di rispondere all’ispirazione alla democrazia, alla stabilità e alla sicurezza del popolo yemenita. Il risultato del golpe armato e della guerra sono 21 milioni di persone, l’82% della popolazione yemenita, che necessitano di aiuto umanitario, mentre milioni di bambini non possono più andare a scuola.

La risoluzione approvata riconosce che l’Arabia Saudita e l’Iran  possono svolgere un ruolo decisive per la possibile r soluzione della crisi yemenita, ma esprime anche gravi preoccupazioni «di fronte agli attacchi aerei della Coalizione condotti dall’Arabia Saudita e per i bloccvhi navali che ha imposto allo Yemen, che hanno portato alla morte di migliaia di persone  ed hanno destabilizzato ancora di più lo Yemen». Per questo gli eurodeputati hann chiesto al capo della diplomazie dell’Unione europea, Federica Mogherini, di «Lanciare un’iniziativa mirante a imporre  u embargo sulle armi dell’Ue contro l’Arabia Saudita», a cominciare naturalmente da quelle partite dalla Sardegna.

I deputati europei sottolineano che «Solo una soluzione politica inclusiva e negoziata può ristabilire la pace e preservare l’unità dello Yemen» ed esortano tutte le parti coinvolte nella guerra ad impegnarsi in un nuovo ciclo di negoziati, possibilmente condotto dall’Onu.

Rete Italiana per il Disarmo e l’European Network Against Arms Trade (ENAAT) si congratulano con il Parlamento europeo per aver chiesto alla Mogherini di iniziare un percorso verso l’embargo di armi nei confronti dell’Arabia Saudita: «Con una decisione storica, ed importantissima sul piano umanitario a riguardo di una delle peggiori crisi derivanti da conflitto dei giorni nostri, il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione sullo Yemen che richiama la necessità di porre fine alla guerra in corso con modalità di pieno rispetto della Legge Internazionale Umanitaria e un esplicito Emendamento (votato da 359 Parlamentari con 212 voti contrari) che richiama la necessità di fermare il flusso di armi nella regione».

Nelle scorse settimane ENAAT aveva inoltrato al Consiglio degli affari esteri che al Parlamento europeo le seguenti richieste: Agli Stati Membri dell’Ue di sospendere immediatamente tutti i trasferimenti di armi e qualsiasi supporto militare all’Arabia Saudita e ai suoi alleati nel conflitto in Yemen; Alla vice-presidente della Commissione UeE ed Alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini di promuovere nell’ambito del Consiglio degli affari esteri l’istituzione di un embargo su armi ed addestramento militare nei confronti dell’Arabia Saudita; Agli Stati membri dell’Ue di approntare ed applicare misure che configurino una più stringente interpretazione della Posizione Comune Ue sui trasferimenti di armi, irrobustendo i controlli nazionali dei Parlamenti riguardo all’implementazione di tale Posizione Comune

L’emendamento che chiede l’embargo sulle armi all’Arabia Saudita è stato votato da un fronte trasversale composto da diversi gruppi: S&D, ALDE, Verdi, EFDD, GUE. Rete Italiana per il Disarmo dice che la richiesta di embargo è dovuta alle «continue e documentate denunce di violazioni dei diritti umani nei confronti della coalizione a guida saudita che da mesi sta bombardando lo Yemen ed anche poiché continuare a vendere armi a Riyadh configurerebbe una violazione della Posizione Comune del 2008 sull’export militare».

Francesco Vignarca coordinatore di Rete Disarmo, ha commentato: «Siamo davvero contenti che il Parlamento Ue abbia scelto di supportare questo importante emendamento, è un modo diretto per riconoscere gli sforzi che da mesi le ONG europee che si occupano di disarmo e controllo degli armamenti stanno facendo per fermare l’impatto negativo delle armi europee nel conflitto in Yemen. Ora è responsabilità della Commissione Europea, ed in particolare della Vicepresidente Federica Mogherini implementare questa forte posizione politica».

Le organizzazioni che aderiscono a ENAAT chiedono dunque che «Ora ci sia una veloce e chiara applicazione dell’Emendamento soprattutto a salvaguardia dei principi contenuti nella Posizione Comune 2008». Vignrca aggiunge: «Vedremo anche cosa faranno gli Stati Membri, 26 dei quali hanno già sottoscritto il Trattato Internazionale sugli armamenti (Att)  e ora dovranno agire per soddisfare uno dei suoi principali obiettivi, che è quello di controllare il flusso di armi in aree dove possano essere usate per violare i diritti umani e le Leggi Umanitarie internazionali».

La decisione del Parlamento Europeo è molto importante per il caso italiano, non solo perché l’Italia ha sottoscritto, tra i primi Paesi al mondo, il Trattato Att ma anche perché la nostra Legge nazionale 185/90 proibisce la vendita di armi a paesi che siano in Stato di conflitto armato. «Eppure – dicono i pacifisti – sono almeno 6  le spedizioni di bombe verso l’Arabia Saudita registrate negli ultimi mesi e per questo motivo negli scorsi giorni Rete Disarmo ha depositato Esposti in diverse Procure d’Italia (segnalando anche la violazione del Trattato Internazionale e della Posizione Comune Ue)».

Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio OPAL di Brescia, conferma: «Anche l’Italia in questi mesi ha continuato a inviare ai Sauditi tonnellate di bombe aeree che sono state utilizzate dalla Royal Saudi Air Force per bombardare aree civili, ospedali, strutture sanitarie ed educative. Si tratta di azioni militari che il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon, ha ripetutamente condannato e che costituiscono una chiara violazione del diritto umanitario. E’ pertanto urgente che anche con questo voto il Parlamento Europeo chieda a tutti i Governi dei Paesi Membri di rispettare le regole che normano le esportazioni di sistemi militari e di porre fine all’invio di armamenti a tutte le forze attivamente impegnate nel conflitto in Yemen. Ringraziamo ovviamente tutti i Parlamentari Europei che hanno votato a favore della Risoluzione e dell’Emendamento sostenuto dalla società civile europea».