L’Iran lancia missili vicino a una portaerei americana nello Stretto di Hormuz

Gli Usa a Teheran: «Episodio inutilmente provocatorio e pericoloso»

[30 Dicembre 2015]

Secondo la NBC, il 26 dicembre almeno un missile iraniano è stato lanciato a 1.300 metri dalla portaerei statunitense USS Harry S. Truman che stava navigando nello Stretto di  Hormuz, il braccio di mare che separa l’Iran dall’Oman e dal quale passa gran parte del greggio prodotto nelle monarchie del Golfo e in Iraq.

Gli iraniani confermano attraverso la loro radio internazionale Irib: «Martedì le autorità americane hanno preteso che alcune navi iraniane per testare I propri razzi si sarebbero avvicinate a poche miglia dalla portaerei americana Truman che viaggiava in acque internazionali e avrebbero sparato alcuni razzi. Secondo le fonti militari americane citato dalla Nbc mentre la Truman stava transitando nello stretto di Hormuz, che collega il Mar Arabico con il Golfo Persico, le navi iraniane si sono avvicinate a circa 1.300 metri e hanno sparato i razzi. Al momento dell’incidente si trovavano nelle stesse acque anche una fregata francese e due cacciatorpediniere Usa. Tutto mentre secondo i media francesi la nave iraniana ha annunciato via radio che stava per effettuare l’esercitazione del lancio di razzi, chiedendo alle altri navi di allontanarsi. Dopo l’avviso, i razzi sono stati sparati da una posizione di circa 1.300 metri e in una direzione lontana dalla linea dove transitano le navi commerciali».

Un ufficiale Usa ha detto alla NBC che le navi da guerra statunitensi navigavano in «Un corridoio per il traffico marittimo internazionalmente riconosciuto», quando la marina militare iraniana le ha avvertite via radio che stava per realizzare delle manovre. La NBC dice che i missili non sono stati lanciati contro la  Truman o le altre navi presenti, ma sono finiti molto vicino. La  Marina Usa ha definito l’episodio «Inutilmente provocatorio e pericoloso» ed è difficile dar loro torto, visto che accanto alla portaerei c’erano anche il destroyer americano USS Buckley e una fregata francese.

Secondo la NBC le navi iraniane avrebbero lanciato diversi missili  a circa 1,4 Km a tribordo della USS Harry S. Truman, ma la traiettoria dei missili non ha sorvolato la portaerei e le altre navi da guerra e civili e gli stessi ufficiali statunitensi riconoscono che gli iraniani non hanno preso di mira le navi da guerra USA e quella francese.

L’USS Harry Truman è impegnata nelle operazioni militari contro lo Stato Islamico/Daesh in Iraq e Siria insieme alla portaerei francese Charles de Gaulle, arrivata nel Golfo Persico dopo gli attentati di novembre  Parigi. La Truman è nel Golfo da ottobre, quando ha rimpiazzato la USS Theodore Roosevelt. .

Da anni le portaerei statunitensi sono una presenza fissa nel Golfo Persico ed esercitano un controllo sulle rotte petrolifere e azioni di guerra i Siria ed Iraq e di “prevenzione”, quest’ultime hanno sempre infastidito la Repubblica Islamica dell’Iran che ad agosto ha presentato un nuovo missile terra–terra, il Fateh 313, che sarebbe in grado di colpire obiettivi distanti 500 Km. Ma secondo l’accordo sul nucleare tra il Gruppo 5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania) e l’Iran,  per 8 anni ogni tecnologia per i missili balistici progettata da Teheran dovrà essere approvata dal Consiglio di sicurezza dell’ONU e Washington ha già annunciato che porrà ogni volta il veto.

A maggio, commentando la presenza Usa nel Golfo  Persico, il contrammiraglio Habibollah Sayyari, comandante dell’esercito iraniano, aveva detto che «La Marina dell’Iran garantisce la sicurezza nel Golfo Persico e nello Stretto di Hormuz, per questo la presenza di navi USA non è necessaria. La zona del Golfo Persico e dello Stretto di Hormuz, grazie al monitoraggio ed al controllo della situazione da parte dell’esercito dell’Iran, è assolutamente sicura è non c’è la necessità che gli Stati Uniti accompagnino qui le loro navi». Ma sparare missili a casaccio in uno dei bracci di mare più trafficati del mondo ci sembra francamente il modo peggiore per farlo capire.