La battaglia di Tel Abyad, dove potrebbero crollare lo Stato Islamico e la politica turca

I kurdi potrebbero tagliare i rifornimenti al Daesh e conquistare la capitale islamista Rakka

[15 Giugno 2015]

La Turchia ha chiuso la frontiera con la città siriana di Tel Abyad dove, in una specie di terra di nessuno si ammassano profughi – tra i quali molti bambini, donne e anziani – che cercano di fuggire alla guerra tra lo Stato Islamico e le milizie kurde del Rojava appoggiate da una parte dell’opposizione siriana. Ma cosa sta succedendo davvero e perché questa città siriana è così importante? ,
Tel Abyad si trova in tutto il distretto Akçakale di Urfa, 70 km ad est di Kobanê, la città martire che i kurdi hanno difeso con successo dai miliziani neri dello Stato Islamico/Daesh. Come Kobanê, Serêkaniyê e Qamışlo, il territorio di Tel Abyad è diviso in due dal confine turco-siriano. Il kurdi chiamano la città “Gre spi” (e Akçakale “Kaniya Xezalan”) e Tel Abyad era l’obiettivo principale del progetto della “cintura araba”, avviato negli anni ’60 dalla Siria, per costringere i kurdi i a migrare. La città si trova tra le regioni Kobanê e Cizîr ed è stata la base principale degli sforzi geografici e culturali del regime nazional-socialista siriano del Baath per dividere le due regioni a maggioranza kurda.
Quando nel 2011 è iniziata la guerra “civile” in Siria, le forze di opposizione siriane e i gruppi radicali sunniti hanno cominciato a mobilitare kurdi e arabi che vivono a Tel Abyad, come scrive Amed Dicle dell’agenzia ANF, «Nel 2012 queste forze di opposizione sono state sostituite da gruppi di Al-Qaeda, che hanno utilizzato il supporto che hanno ricevuto attraverso il valico di confine con la Turchia per attaccare i kurdi. Hanno fatto esplodere il centro mobilitazione kurdo di Mala Gel e pubblicato i filmati di questo attacco per costringere i civili non leali a loro a migrare. Decine di persone sono state brutalmente massacrate. Dopo la disfatta di al Nusra a Serêkaniyê nel 2013, lo Stato Islamico [ISIS] ha conquistato a città». Ma nonostante questo il valico di frontiera Akçakale-Tel Abyad con la Turchia non è mai stato chiuso e la TIGEM Farm, che si estende per decine di chilometri tra Akçakale e Ceylanpınar, è stato utilizzato come quartier generale dell’ISIS e secondo l’ANF, «Il traffico tra Tel Abyad e questa fattoria continua senza interruzioni, ma la zona è chiusa ai civili».
Per lo Stato Islamico/Daesh Tel Abyad non è solo la porta per la Turchia, ma anche a tutto il mondo. Attraverso questa città passano le nuove reclute islamiste che arrivano dall’estero e i rifornimenti di armi. Tel Abyad per il califfato nero del Daesh è strategica: si trova a 100 km a nord dalla sua “capitale” siriana di Rakka e da nord, dove i kurdi hanno respinto l’ISIS è l’unico posto per poterla raggiungere. Passando da Tel Abyad. Ayn Issa a sud-ovest e Suluk a sud-est , lo Stato Islamico, attraverso il percorso Tel Abyad-Suluk-Ebduleziz, può liberamente trafficare petrolio, armi e reclute tra l’Iraq e la Turchia e i kurdi dicono che i diplomatici tuerchi che trattano con l’ISIS passano da questa strada, perché l’area tra le montagne di Ebduleziz e il confine con l’Iraq è statao liberata dalle milizie progressiste kurde delle YPGdel Rojava.
Secondo Dicle, «Tel Abyad è il tubo attraverso il quali l’ISIS respira attraverso». Ma questa città al confine con la Turchia è altrettanto importante per le forze curde e per l’opposizione siriana. E’ da qui che è partito l’attacco c del Daesh a Kobanê ed è da qui che gli islamisti minacciano ancora la rivoluzione progressista del Rojava e tutta la Siria in generale. I kurdi sono convinti che «Il Rojava e la Siria non saranno al sicuro finché Tel Abyad sarà sotto il controllo dell’ISIS. La liberazione di Tel Abyad sarà chiaramente uno sviluppo strategico per il Rojava. Sbarazzarsi delle bande contribuirà alla stabilità in Siria e accelererà la dissoluzione dell’ISIS.
Attualmente le YPG e le milizie di Burkan El Firat stanno attaccando lo Stato Islamico a Tel Abyad. Burkan El Fırat (Vulcano dell’Eufrate) è una milizia autonoma che inizialmente faceva parte del Free Syrian Army, ma« ora combatte autonomamente e tra le sue fila ci sono siriani di diversa provenienza etnica e religiosa. L’alleanza con le YPG kurde si è cementata durante la battaglia di Kobanê ed ora le forze congiunte di YPG e Burkan El Firat sono liberando i villaggi ad st e sud-est di Kobanê e stanno bloccando i tentativi del DAesh di compiere sortite dalla sua roccaforte di Sirrin. Queste forze rivoluzionarie hanno ormai liberato diversi villaggi a nord di Rakka, minacciando da vicino la capitale del Califfato nero, mentre sul fronte orientale hanno liberato Mebruka e stanno combattendo contro l’ISIS a Suluk. Se cadesse Suluk, le forze dei fronti di Kobanê e Cizîr potrebbero unirsi e tagliare la strada Tel Abyad-Rakka, accerchiando così lo Stato Islamico a Tel Abyad e alle milizie nere non resterebbe altro che sperare negli aiuti della Turchia, che intanto ha bloccato la frontiera. Se la regione tra Tel Abyad e Rakka venisse liberata lo Stato Islamico perderebbe aree strategiche, ma proprio per questo le milixzie del Daesh stanno utilizzando la popolazione come scudo umano per mantenere il controllo della regione. Burkan El Firat e le YPG stanno cercando di non danneggiare i civili e molte famiglie della zona sono in contatto con le YPG e forniscono informazioni e compiono azioni di guerriglia partigiana per liberarsi dagli islamisti.
Dicle evidenzia che «Finora, nessuno ha fatto niente per i civili di Tel Abyad che vivono da più di due anni sotto il terrore dell’ISIS. Al contrario, il governo dell’AKP [il partito islamico al potere in Turchia, ndr] ha sostenuto l’ISIS. A differenza dei civili, i membri dell’ISIS possono attraversare liberamente il confine di Akçakale. Inoltre, Erdoğan non ha esitato a esprimere il suo malcontento per l’offensiva effettuata dalle forze di Burkan El Firat e dell’YPG. Tutti sanno che Erdogan si riferiva all’ISIS quando ha detto “Gli arabi e i turcomanni a Tel Abyad vengono bombardati.” Proprio come l’SIS, Erdoğan è infastidito dall’operazione in corso. Tuttavia, questo approccio non fermerà la liberazione di Tel Abyad. L’operazione continuerà e l’ISIS sarà cancellato da Tel Abyad».
I kurdi puntano a mantenere la promessa/profezia fatta subito dopo l’inizio della battagli di Kobanê, nel settembre 2014, dal comandante in capo delle YPG, Murat Karayilan, «Cadrà Tel Abyad, non Kobanê». Una volta liberata Tel Abyad le forze rivoluzionarie e la coalizione internazionale avrebbero la strada spianata per liberare Rakka e sarebbe probabilmente la fine del Califfato nero in Siria, ma crollerebbe anche l’avventuristica politica turca per la Siria e il Rojava. Ora bisogna capire se la coalizione araba-occidentale è pronta a questa svolta progressista in Siria e nel Kurdistan e ad un’alternativa di questo tipo – federalista e libertaria – per il regime nazional-socialista siriano.
«Il tempo ci dirà se questo accadrà o meno – scrive Dicle – Ma per ora, la liberazione di Tel Abyad comporterà l’impossibilità per la Turchia e l’ISIS di fare piani per quanto riguarda il Rojava e la Siria. Anche il valico di frontiera tra l’ISIS e la Turchia verrebbe chiuso. In questo caso, quale sarebbe la sorte delle bande dell’ISIS circondate da tre direzioni diverse, dove andrebbero?»
Secondo diverse fonti, mentre Ankara blocca i civili che fuggono dalla guerra, molti miliziani dello Stato Islamico avrebbero passato il confine con la Turchia e i Kurdi, vche accusano il governo turco di appoggiare l’ISIS, sono convinti che quando Tel Abyad cadrà le milizie nere fuggiranno senza problemi in Turchia per poi attaccare nuovamente la città da oltre confine.
I kurdi sono convinti che l’attentato del 5 giugno al comizio della sinistra kurda dell’HDP ad Amed e le bombe nelle sedi dell’HDP ad Adana e Mersin prima delle recenti elezioni turche siano opera dello Stato Islamico e che «L’ISIS e l’AKP non hanno esitato a vendicarsi della la loro sconfitta nel Rojava attraverso gli attacchi ad Amed. E’ importante per tutte le organizzazioni kurde e contrarie alla guerra vedano che questo pericolo si avvicina. La guerra a Tel Abyad richiederà del tempo. I civili saranno spinti verso il confine e l’AKP cercherà di inquinare l’operazione a Tel Abyad. Ma alla fine, la bandiera nera sulla frontiera di Akçakale cadrà perché Tel Abyad non può più tollerare l’ISIS».
Per i Kurdi la battaglia di Tel Abyad è di fondamentale importanza per la sicurezza del Rojava, della Siria, dei kurdi e della Turchia, ma sono anche convinti che «L’AKP è contento della presenza dell’ISIS al confine con la Turchia ed è destinato a collaborare con l’ISIS per impedire il movimento kurdo faccia progressi strategici. Questo problema è l’argomento giorno più importante che attende il nuovo governo di coalizione che si formerà in Turchia. Il nuovo governo dovrà scegliere se insistere sulla partecipazione all’asse del male e nel mettere in pericolo tutti nella regione, o fare la pace con i kurdi e lavorare per la stabilità nella regione. Queste sono le due opzioni e i loro sviluppi sono abbastanza caldi da bruciare chiunque li fraintenda».