La Danimarca creerà due enormi “isole energetiche” per raggiungere il suo obiettivo del 2030 per il clima

Gli hub eolici offshore da 4 GW nel Mare Nord e nel Mar Baltico ridurranno in 10 anni del 70% le emissioni di gas serra danesi

[21 Maggio 2020]

Il governo di centro-sinistra danese ha deciso di costruire due “isole energetiche” che produrranno in totale di 4 GW di elettricità eolica offshore, puntando così a ridurre entro il 2030  del 70% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli degli anni ’90 e a  diventare un Paese esportatore di energia verde.

Il governo danese ha pubblicato un programma che si basa su 6 pilastri per raggiungere questo obiettivo vincolante che si è dato nel dicembre 2019 con la nuova legge climatica, una delle più ambiziose del mondo, impegnandosi anche a diventare carbon neutral entro il 2050.

Il governo guidato dalla premier socialdemocratica Mette Frederiksen è convinto che la proposta, che dovrà essere approvata dal Parlamento, «apre una nuova era nell’espansione dell’eolico offshore e nella creazione di isole energetiche».

Le due isole progettate dalla Danimarca avrebbero ciascuna una capacità di almeno 2 GW, più che raddoppiando l’attuale capacità eolica offshore del Regno.

Parlando di come il Paese scandinavo pensa di uscire dalla crisi del Covid-19, il ministro danese per il clima, il socialdemocratico Dan Jørgensen, ha detto che «La Danimarca deve essere un Paese pioniere verde, motivo per cui manteniamo le ambizioni climatiche elevate, anche se siamo nel mezzo di una crisi storica. Presentiamo un pacchetto che fornisce riduzioni di CO2 a breve termine e apre la strada alla futura Danimarca climate neutral».

Le isole eoliche dovrebbero produrre più elettricità di quanto ne consumino in un anno le famiglie danesi e il governo spera di esportare la sua energia verde nei Paesi vicini. Uno degli hub energetici offshore dovrebbe essere costruito su un’isola artificiale nel Mare del Nord e potrebbe essere collegato ai Paesi Bassi. A lungo termine questa isola eolica dovrebbe arrivare a produrre 10 GW.

Il secondo hub è previsto nell’isola danese di Bornholm nel Mar Baltico e potrebbe fornire energia green alla Polonia. Copenhagen ha detto di aver aperto un dialogo sia con Amsterdam che con Varsavia per fornire loro parte dell’energia e delle isole eoliche.

Dopo una prima fase, l’eccesso di elettricità prodotta dalle isole potrebbe essere convertito in idrogeno verde e trasformato in combustibili per aerei, camion, navi e per il riscaldamento degli edifici.

Brian Vad Mathiesen, che insegna pianificazione energetica all’Università di Aalborg, ha detto a Climate Home News di essere «estremamente ottimista» e che «La proposta, che costituisce una buona base per i negoziati politici. Ora è il momento di iniziare a creare isole energetiche che possono essere dimensionate in modo  crescente. Una mia ricerca ha indicato che entrambe le isole potrebbero essere espanse fino a 4-5 GW di capacità eolica offshore nei prossimi 5-7 anni. Tuttavia, espandere ulteriormente la capacità potrebbe diventare una sfida tecnica e richiederebbe grandi quantità di elettricità per trasportare l’energia. La conversione di energia in idrogeno in loco potrebbe essere esplorata come opzione. Non sarà facile trasportare tutta questa energia nei principali centri della domanda di elettricità in Europa. Questo richiederà una collaborazione europea».

Il gigantesco piano danese comprende anche finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, compresi 58 milioni all’anno per le contestate tecnologie carbon capture and storage e ulteriori investimenti nel biogas.

Sono previsti anche incentivi e sussidi per migliorare ulteriormente l’efficienza energetica nelle case e negli edifici e passare al riscaldamento da fonti rinnovabili. L’ambiziosissimo pacchetto comprende anche una road-map per realizzare un’industria dei rifiuti a emissioni zero entro il 2030.

E Il piano è solo il primo stadio di un’ampia strategia per liberare la Danimarca dai combustibili fossili. Entro la fine dell’anno il governo danese presenterà piani di decarbonizzazione per l’agricoltura e i trasporti.