La Nazione della carbonella. Nello Zambia la siccità alimenta il boom del carbone vegetale (VIDEO)

Il cambiamento climatico è sia causa che conseguenza di una produzione insostenibile

[18 Marzo 2020]

L’Africa australe è una delle regioni del mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici e sta vivendo la siccità più grave da un secolo e, dopo due anni di scarse piogge e raccolti miseri, sono come sempre i poveri delle zone rurali che affrontano le peggiori conseguenze del riscaldamento globale del quale non hanno nessuna colpa. Secondo l’Onu, nel solo Zambia ci sono 2,3 milioni di persone che subiscono una grave insicurezza alimentare e che hanno bisogno di assistenza.

Su Forest News, Ahtziri Gonzalez scrive che proprio in Zambia «La riduzione delle piogge sta colpendo anche le classi medie urbane del Paese. Il settore energetico dello Zambia dipende fortemente dall’energia idroelettrica, ma l’acqua nelle dighe sta raggiungendo livelli record di bassa capacità. Di conseguenza, la riduzione della produzione lascia le case senza elettricità per un massimo di 16 ore al giorno».

Ma, anche se manca l’energia elettrica, le famiglie devono ancora preparare i pasti e far bollire l’acqua per bere la loro irrinunciabile tazza di tè e gli zambiani hanno poche alternative all’energia idroelettrica: il gas nel Paese non è diffuso e la benzina per far funzionare i generatori è troppo costosa, il che significa che la fonte di energia più conveniente è il carbone, o meglio la carbonella.

Kaala Moombe, ricercatrice senior del Center for International Forestry Research (CIFOR) di Lusaka, spiega che «L’interruzioni di corrente sono senza dubbio uno dei principali motori dell’aumento della domanda di carbonella tra le famiglie urbane negli ultimi tempi. Le piccole imprese che erano utenti tradizionali dell’elettricità si stanno rivolgendo sempre più al carbone vegetale per poter continuare a funzionare. Pensate ai ristoranti o ai servizi di catering. O usano la carbonella o rischiano di smettere». Di conseguenza, i prezzi del carbone vegetale sono alle stelle, rendendo difficile per molti zambiani sbarcare il lunario.

Secondo la ricerca “Load Shedding and Charcoal Use in Zambia: What Are the Implications on Forest Resources?” pubblicata dalla CIFOR e dell’Indaba Agricultural Policy Research Institute (IAPRI), «Fino al 90% delle famiglie dello Zambia fa affidamento sul combustibile da legna per soddisfare il proprio fabbisogno energetico». Dato che nelle aree rurali il legno è un combustibile economico e prontamente disponibile, nelle campagne dello Zambia è la scelta prevalente. Ma dietro il boom senza precedenti della carbonella ci sono le città e questo sta causando un’estesa e rapida deforestazione.

La Gonzalez sottolinea che «La popolazione dello Zambia sta rapidamente crescendo e sta diventando più urbana. Secondo i dati del governo , il Paese ha un tasso di crescita della popolazione annuale del 2,9% (in confronto, in India la crescita della popolazione è dell’1,1% e in Francia dello 0,4%) e nel 2010 il 39% degli zambiani viveva nelle aree urbane. Tuttavia, secondo le previsioni delle Nazioni Unite, entro il 2050 questa cifra salirà al 58%».

Già ora la capitale Lusaka e città come Kitwe e Ndola sono circondate da baraccopoli sovraffollate e con scarsi servizi. E le case non allacciate alla rete elettrica rappresentano un fiorente mercato per il carbone vegetale. Davison Gumbo del CIFOR fa notare che «La popolarità della carbonella è anche una questione di economia domestica. Le famiglie possono comprare una piccola borsa di carbone vegetale al giorno e razionalizzare il loro consumo. Con l’elettricità, non puoi sapere quanto stai spendendo fino all’arrivo della bolletta alla fine del mese, ma al giorno d’oggi il carbone è così costoso che, senza saperlo, molte persone stanno spendendo più di quanto farebbero per il gas o l’elettricità».

Le foreste coprono ancora circa il 66% (oltre 50 milioni di ettari) del territorio dello Zambia, compresa la grande foresta di Miombo, un ecosistema semi-sempreverde unico dove vivono elefanti, rinoceronti, giraffe e altri animali selvatici e che è essenziale sia per l’industria turistica che per il sostentamento di milioni di persone, fornendo legna da ardere, materiali da costruzione, medicine, cibo e altri servizi ecosistemici.

Tuttavia, secondo il rapporto CIFOR/IAPRI, il Paese africano sta perdendo tra i 250.000 e i 300.000 ettari di foreste all’anno: «Un tasso di deforestazione allarmantemente elevato, al quale contribuisce in modo significativo la produzione insostenibile di carbone vegetale».

Gumbo evidenzia che «In passato, la produzione di carbonella era localizzata, ma negli ultimi anni è diventata diffusa in tutte le province. Inoltre, mentre la raccolta del legno per farne carbone era solita concentrarsi su una o due specie, il loro esaurimento sta costringendo i produttori a ricorrere a specie meno utilizzate e persino agli alberi a uso alimentare». Mombe aggiunge che «Gli agricoltori guardano oltre le loro aree agricole e si stanno rivolgendo alla produzione di carbone per integrare i loro redditi. Le famiglie rurali sono state gravemente colpite dalla siccità e stanno trovando un sostentamento alternativo nella carbonella: è anche il caso del mio villaggio, Monze, nella Southern Province».

Un altro ricercatore della CIFOR, Bravedo Mwaanga, fa notare che quella dello Zambia è una situazione paradossale: «La siccità, una conseguenza del cambiamento climatico, sta alimentando la produzione di carbonella, che a sua volta sta causando il degrado delle foreste. Ma perdere le nostre foreste non farà che aumentare la vulnerabilità dello Zambia ai cambiamenti climatici: stiamo entrando in un circolo vizioso».

Il National Development Plan dello Zambia, il progetto di sviluppo del Paese, punta ad aumentare l’accesso a fonti energetiche alternative e a ridurre al 40% la dipendenza dal combustibile da legna entro il 2030. Ma alla CIFOR non sono così ottimisti: «Mentre è necessaria la transizione energetica, i cambiamenti richiesti potrebbero non aver luogo abbastanza velocemente per evitare gli effetti negativi della produzione di carbone sull’ambiente – afferma Gumbo – Questo è il motivo per cui dobbiamo fare qualcosa per rendere la carbonella e il combustibile da legna generalmente più sostenibili».

Grazie al progetto Governing Multifunctional Landscapes (GML), finanziato dall’Unione Europea, CIFOR sta lavorando per «promuovere una migliore governance del settore del combustibile da legno e testare le opzioni per migliorare le catene del valore». Secondo Moombe, «Un grosso problema è che le attuali normative non vengono davvero applicate sul campo. Ad esempio, i produttori di carbonella devono ottenere un’autorizzazione. Ma il Dipartimento forestale è a corto di personale e non può gestire adeguatamente tali richieste. Per la maggior parte dei produttori, è quindi più facile correre il rischio di svolgere le proprie attività illegalmente».

Per affrontare questi problemi, CIFOR sta lavorando con la Forest and Farm Facility (FFF) per supportare le associazioni locali di produttori di carbone vegetale, che possono ottenere un permesso di gruppo per produrre carbone. Questa misura riduce la burocrazia e le introduce nell’economia formale, facilitando così la regolamentazione delle loro attività. Un altro intervento rilevante riguarda la Assisted Natural Regeneration  (ANR), infatti, spiegano i ricercatori «Le specie di Miombo hanno l’eccezionale qualità per essere in grado di rigenerarsi dopo un disturbo, ma sono necessarie ulteriori ricerche per capire come facilitare questo processo». Esnelly Katongo, della CIFOR, aggiunge: «Stiamo supportando numerosi testing plots, in quanto questo potrebbe diventare un modello molto conveniente per promuovere il ripristino di aree che sono state degradate dalla produzione di carbonella«

I ricercatori CIFOR si aspettano che questi interventi avranno un impatto sul processo decisionale nazionale dello Zambia e Moombe conclude: «Il Dipartimento forestale sta attualmente elaborando un nuovo regolamento sul carbone, che prevediamo sarà pronto entro il prossimo anno. Siamo pronti a fornire i nostri consigli».

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  • The State of Charcoal Production in Zambia