La transizione energetica pulita dell’Europa parte da Salina e passa da Favignana e Pantelleria

L’Ue aiuterà 26 isole a diventare più autosufficienti, prospere e sostenibili

[19 Febbraio 2019]

Grazie al sostegno del Clean Energy for EU Islands Secretariat dell’Unione europea, 26 isole hanno ufficialmente avviato la transizione energetica pulita. La prima fase vedrà impegnata l’italiana Salina (nelle Eolie)  insieme alle Isole Aran (Irlanda), all’arcipelago di arcipelago di Cres-Lošinj (Croazia), Sifnos (Grecia),, Culatra (Portogallo) e La Palma (Spagna) che  svilupperanno e pubblicheranno programmi di transizione energetica entro l’estate 2019. Le altre 20 isole, che attueranno il progetto entro l’estate 2020, sono: Favignana e Pantelleria (Italia); Hyar, Brač e  Korčula (Croazia); Kökar (Finlandia), Nuova Caledonia e Marie-Galante (Francia); Creta e Samo (Grecia); Cape Clear (Irlanda); Azzorre (Portogallo); Ibiza, Mallorca, Minorca e A Illa de Arousa (Spagna); Gotland e Öland (Svezia); Orkney e Isolle Scozzesi off-grid (Regno Unito).

Le 26 isole sono state selezionate sulla base del loro potenziale di realizzare processo di transizione di alta qualità con il supporto del Segretariato. Perché nei prossimi anni diventino esempi ispiratori per il maggior numero possibile di isole europee, è stata prestata particolare attenzione alle isole che coprono un’ampia varietà di condizioni geografiche e contestuali.

Dominique Ristori, direttore generale per l’energia della Commissione europea, ha spiegato che «Le 26 isole selezionate dimostrano un notevole potenziale ed entusiasmo per lo sviluppo di collaborazioni durature e multi-stakeholder per la transizione verso l’energia pulita.  Avvicinandosi a questo percorso,  non solo diventeranno più autosufficienti e prospere, ma forniranno anche esempi stimolanti per le altre isole e l’Europa nel suo complesso. Ciò a sua volta aiuterà l’Ue a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi in ​​materia di clima ed energia».

L’isola vulcanica di Salina, con i suoi tre piccoli centri abitati – Santa Marina, Malfa e Leni – con circa 2.500 abitanti distribuiti su 26 km2, è la seconda isola più grande dell’Arcipelago delle Eolie ed è un Sito Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco che vive di turismo, piccola agricoltura e pesca artigianale. Ma questo piccolo paradiso che è stato il set del film “il postino” con Massimo Troisi ha un problema: ogni anno consuma 1.800 tonnellate di gasolio e gas di petrolio liquefatto – che rappresentano oltre il 70% del consumo energetico dell’isola – e le emissioni di carbonio di Salina ammontano a quasi 6.000 tonnellate di CO2 all’anno. Al Clean Energy for EU Islands Secretariat sottolineano che «La maggior parte delle case di Salina sono state costruite prima del 1960 e, sebbene il loro stile sia parte del fascino dell’isola, il rendimento energetico di queste case è estremamente povero. Questo porta a bollette elettriche elevate per gli abitanti dell’isola, poiché parte dell’energia deve essere importata dalla terraferma. Il trasporto pubblico sull’isola è gestito da una società di proprietà dei tre Comuni. E’ coperto da minibus alimentati a diesel, che emettono circa 135 tonnellate di CO2 all’anno. Il carburante per le auto sulle isole, così come l’acqua potabile, viene portato a Salina in nave, che è anche il principale mezzo di trasporto da e verso l’isola».

Salina, “la più verde delle isole Eolie”, ha finalmente deciso di rendere onore al suo nome e ha avviato la sua transizione energetica pulita. Tutto è iniziato con la firma del Patto delle Isole nel 2013, seguito dalla creazione di piani d’azione per l’energia sostenibile con obiettivi chiari per il 2020 in tutti e tre i Comuni. Da allora, l’isola ha preso iniziative per promuovere l’eco-turismo e ridurre l’inquinamento e il degrado ambientale, e sta progettando di implementare l’efficienza energetica e le misure di risparmio energetico, in  particolare per quanto riguarda i sistemi di illuminazione pubblica e il riscaldamento e raffreddamento degli i edifici pubblici. Inoltre le amministrazioni comunali puntano a produrre energia localmente, sfruttando le abbondanti risorse energetiche rinnovabili dell’isola sia per produrre  elettricità che calore e per realizzare un trasporto pubblico con minibus elettrici alimentati da energia solare fotovoltaica. Le stazioni di ricarica alimenteranno anche i veicoli elettrici privati. Piani e attività green che sono stati ben accolti da residenti, operatori turistici locali e turisti.

Salina sta cercando anche soluzioni per finanziare la transizione verso l’energia pulita e in questo è venuta in aiuto la legge che prevede un contributo economico da parte del governo nei prossimi 20 anni per ogni kWh di elettricità prodotta con il solare fotovoltaico. Un ulteriore sostegno finanziario proviene attualmente dagli incentivi fiscali per il rinnovamento degli edifici (che coprono circa il 50% dei costi in 10 anni) e per le ristrutturazioni per migliorare l’efficienza energetica e la resistenza sismica negli edifici (che coprono il 65% dei costi in 10 anni), forniti da Enea. Il Clean Energy for EU Islands Secretariat   ricorda che «A seguito del recente completamento del pacchetto energetico europeo, nei prossimi anni sono previste ulteriori normative nazionali a sostegno delle energie rinnovabili».

Gli impegni per la transizione energetica di Salina sono sostenuti dal Dipartimento dell’energia della Regione Siciliana, che contribuirà alla transizione insieme ai tre Comuni, e all’Enaea.

Il Clean Energy for EU Islands Secretariat assicura che «Nei prossimi mesi sosterrà Salina nei suoi sforzi per creare una visione unitaria plasmata dalla comunità insulare e per realizzare il suo obiettivo di estendere la transizione energetica pulita ad altre isole siciliane».

Nell’Unione europea ci sono più di 2200 isole abitate ma, nonostante l’abbondanza di fonti di energia rinnovabili, disponibili localmente, come l’energia eolica, solare e del moto ondoso, attualmente, per il loro approvvigionamento energetico, molte di queste isole dipendono da costose importazioni di combustibili fossili inquinanti. La transizione energetica pulita può quindi aiutare le isole non solo a diventare più autosufficienti e prospere, ma anche a sbloccare nuove opportunità di lavoro nelle loro comunità.

L’obiettivo del Clean Energy for EU Islands Secretariat è quello di «aiutare il maggior numero possibile di isole europee a intraprendere e far progredire la transizione verso l’energia pulita in modo da includere l’intera isola e i suoi stakeholders. Sulla base dell’esperienza maturata con i processi di transizione di successo, la chiave del successo è coinvolgere tutti i livelli di governance delle isole – cittadini, comuni, imprese locali, università e scuole – egli stakeholders. del continente e portarli a bordo per sostenere attivamente e dar forma alla loro transizione».

L’europarlamentare socialdemocratico croato Tonino Picula conclude: «Le isole stanno diventando sempre più visibili nell’agenda europea: il sostegno a 26 isole in tutta l’Unione è un passo importante per trasformare le comunità insulari nei tedofori della transizione verso l’energia pulita. E’ un passo avanti nel garantire l’assistenza permanente dell’Ue alle isole».