La visita in Italia di Rohani vista dall’Iran: non solo petrolio e gas, grossi affari in vista

Dimenticate sanzioni ed accuse di terrorismo: l'Iran non è più uno "Stato canaglia"

[25 Gennaio 2016]

«Compiacimento e riconoscenza perché il presidente Rohani ha scelto l’Italia come primo Paese da visitare». Così la radio internazionale iraniana Irib riferisce le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che oggi accoglie a Roma il presidente della Repubblica Iilamica dell’Iran Hassan Rohani. L’ultimo presidente iraniano a visitare l’Italia fu, nel 1999, il riformista Mohammad Khatami. Dopo l’Italia Rohani andrà in  Francia per incontrare il presidente François Hollande. Infatti, le agenzia ufficiali di Teheran sottolineano che «il pranzo al Quirinale sarà la prima tappa della visita di tre giorni in Italia del presidente iraniano». Parlando ai microfoni di Radio Italia Irib, Mattarella ha ricordato che «le due nazioni hanno una lunga tradizione di cooperazioni», e ha sottolineato che «Teheran e Roma possono collaborare in molti settori».

Archiviato come se non fosse mai esistito il periodo delle sanzioni contro il programma nucleare iraniano, la stampa del Paese sottolinea che in Italia c’è massima attenzione sul fronte della sicurezza per la visita di Rohani, che si tratterrà nel nostro Paese fino al 27 gennaio. Viene anche sottolineato che Rohani è accompagnato da una massiccia delegazione di 120 imprenditori e 6 ministri e che il programma della sua visita in Italia sarà identico a quello programmato per il viaggio previsto nel novembre 2015, annullato dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre.  La delegazione iraniana sarà impegnata in una serie di incontri con le controparti italiane, compreso, sottolineano gli stessi iraniani, l’amministratore delegato dell’Eni Claudio de Scalzi.

Oggi il presidente iraniano incontrerà le autorità politiche italiane, mentre il 26 gennaio parteciperà al Business forum Iran-Italia con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, e nel pomeriggio incontrerà Papa Francesco.

Irib è convinta che «con al seguito una numerosa delegazione di ministri e esponenti del sistema economico dell’Iran, che non passerà inosservata per le strade della Capitale, Rohani porterà all’attenzione dell’Italia molti temi che vanno dall’economia e all’accordo sul nucleare, alla lotta al terrorismo e alla crisi siriana».

In una nota ufficiale pubblicata da Irib Italia, si legge che «è il momento di aprire una nuova fase nei rapporti economici tra Italia e Iran. Pur non potendo prescindere dai grandi temi politici, la visita a Roma del presidente iraniano Hassan Rohani sarà soprattutto focalizzata sul rilancio della cooperazione tra i due paesi. Non solo petrolio ed energia, ma anche trasporti, infrastrutture, costruzioni. Dopo la fine delle sanzioni contro Teheran, infatti, Roma guarda con interesse al grande mercato iraniano e non vuole perdere l’opportunità di ritornare il primo partner commerciale dell’Iran.  Prevista anche la firma di diversi accordi tra Roma e Teheran, che aspettano sul tavolo da novembre, quando la visita di Rohani fu annullata dopo i sanguinosi attentati di Parigi, ma che oggi con la fine dell’embargo diventano effettivi».

Gli iraniani sono ben consapevoli che «d’altra parte l’obiettivo dell’Italia è riportare l’interscambio con l’Iran ai livelli del 2010, ovvero a 7 miliardi di euro e l’export a 2,5 miliardi entro il 2018. Una cifra che nel 2014 è scesa a 1,596 miliardi (con un saldo positivo per l’Italia di 714 milioni).  Si prevede, inoltre, che il sistema bancario iraniano possa rientrare nel sistema Swift entro uno-due mesi, permettendo così il ritorno delle normali transazioni finanziarie internazionali finora impedite dalle sanzioni. E’ anche per dare maggiore intensità all’offensiva italiana che già l’8 e il 10 febbraio il ministro dei Trasporti Graziano Delrio guiderà una nuova missione a Teheran con il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e quello dell’Agricoltura Maurizio Martina».

L’Italia, che è stata uno dei Paesi che ha più sofferto le sanzioni contro l’Iran, vuole tornare ai bei tempi in cui era il principale partner occidentale di Teheran, e Irib  spiega che «l’impegno della titolare dello Sviluppo economico comincerà comunque già in questi giorni nei colloqui con il ministro dell’Energia iraniano Bijan Namdar Zanganeh a margine del Business forum Italia-Iran organizzato in collaborazione con Ice e Confindustria all’Hotel Parco dei Principi, ma anche nel successivo incontro al ministero con il ministro dell’Industria Mohammad Reza Nematzadeh. Il settore economicamente più rilevante è ovviamente quello del petrolio, e infatti già è atteso un incontro tra Rohani e l’ad di Eni De Scalzi».

Ci sono alcuni problemi da risolvere, ma gli iraniani sono più che fiduciosi: «L’Eni ha in Iran una presenza importante dal 1957 ma le sanzioni hanno di fatto bloccato ogni sviluppo. Ora si attende una revisione del sistema contrattuale e una soluzione, che appare ormai vicina, sugli 800 milioni di arretrati dovuti dalla compagnia statale Nioc. In ogni caso, in autunno è già stata firmata una bozza di memorandum di intesa per l’espansione della cooperazione bilaterale nel campo delle perforazioni petrolifere con la National iranian drilling company. Vicino sembra anche un accordo per il recupero dei crediti di Sace, esposta per circa 1 miliardo nei confronti della banca centrale iraniana».

Teheran guarda comunque al futuro e ha messo una pietra sopra sulle ormai dimenticate accuse di terrorismo e sui giuramenti di fedeltà italiana a Israele anche quando minacciava bombardamenti nucleari sull’Iran, per l’Italia la Repubblica islamica non è più uno “Stato canaglia”; anzi, a sentire le dichiarazioni dei nostri leader non lo è mai stata, ora è un affidabile partner, indispensabile per la stabilità del Medio Oriente, e con il quale tornare a fare colossali affari nel nome di un’antica amicizia mai dimenticata.  Infatti Irib scrive: «A scaldare i motori è anche tutto il settore delle costruzioni per la manutenzione e l’ampliamento di molte infrastrutture nel paese, dalle autostrade ai porti e soprattutto quello delle ferrovie. In ballo anche la costruzione dell’ammodernamento della rete ferroviaria e della costruzione di una linea di alta velocità con aziende italiane a fare capofila del progetto. Si parla in particolare della tratta tra Teheran e Mashad e dell’alta velocità tra Teheran e Qom. Sempre su questo fronte, dopo la missione italiana a novembre si sarebbero aperte altre opportunità tra Fs e ferrovie iraniane con progetti in collaborazione in paesi terzi. Al centro dell’attenzione anche lo sviluppo delle strade, testimoniato dal recente incontro italo-iraniano all’Ance di Roma, presenti Anas e grandi gruppi come Astalli, Impregilo e Salini».