L’accesso all’elettricità mai così esteso nel mondo, ma gli obiettivi per le energie rinnovabili sono lontani

E’ necessario un rinnovato impegno politico insieme a una pianificazione energetica

[23 Maggio 2019]

Secondo il Tracking SDG7: The Energy Progress Report  pubblicato congiuntamente da International energy agency (Iea), International renewable energy agency (Irena), United Nations statistics division (Unsd), Banca mondiale e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), «Malgrado i progressi significativi compiuti in questi ultimi anni, il mondo non è sulla buona strada per raggiunger, entro il 2030, i target energetici mondiali fissati dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). L’accesso a un’energia economica, affidabile, sostenibile e moderna resta realizzabile entro i prossimi 11 anni». Ma, come ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea, «Per riuscirci dobbiamo rafforzare gli sforzi per permettere al pianeta di raggiungere tutti i target dell’SDG7. Sono particolarmente preoccupato per il deficit di accesso a un’energia affidabile, moderna e sostenibile in alcune regioni del mondo, in particolare nell’Africa subsahariana, dove dobbiamo veramente concentrare i nostri sforzi. L’Iea proseguirà la sua cooperazione con i Paesi e le organizzazioni per vigilare sulla diffusione di soluzioni efficaci e fare in modo che la rivoluzione delle energie sostenibili non lasci nessuno indietro»,

Il rapporto però evidenzia che da qualche anno l’accesso all’energia è sensibilmente migliorato e che il numero di persone prive di elettricità è passato dagli 1,2 miliardi del 2010 a un miliardo del 2016 e agli 840 milioni circa di oggi.  Dal 2010 ad oggi  i Paesi che hanno registrato i maggiori progressi in questo campo sono il Bangladesh, l’India, il Kenya e il Myanmar. Ma Tracking SDG7 avverte che «In mancanza di misure intensificate e continue, 650 milioni  di individui saranno ancora privi di elettricità nel 2030, sapendo che il  90% tra di loro vivono nell’Africa subsahariana».

Stefan Schweinfest, direttore dell’Unsd, spiega  che  «Questo rapporto descrive i progressi compiuti finora verso l’SDG7, sulla base di dati completi compilati da cinque organizzazioni internazionali. Tuttavia, i progressi non saranno sufficienti per raggiungere i target e gli obiettivi energetici del 2030. Ciò è particolarmente vero per i Paesi in via di sviluppo, i Paesi meno sviluppati, i Paesi in via di sviluppo privi di sbocco sul mare e i piccoli Stati insulari in via di sviluppo. Anche il deficit di dati è colossale, il che richiede di investire in sistemi statistici per raccogliere informazioni migliori per informare le politiche e avviare uno sviluppo sostenibile».

Il rapporto sottolinea l’ampiezza delle iniziative intraprese in tutto il mondo per produrre elettricità da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, ma fa notare che «L’accesso a dei metodi di cucinare non inquinanti e il ricorso alle energie rinnovabili per il riscaldamento e i trasporti sono in ritardo in rapporto agli obiettivi. Solo un rinnovato impegno politico, una pianificazione energetica a lungo termine, un aumento dei finanziamenti privati e degli incentivi politici e di bilancio adeguati per incoraggiare lo sviluppo più rapido delle nuove tecnologie permetteranno di mantenere e accelerare il ritmo dei progressi in tutte le regioni e in tutti i settori».

il Tracking SDG7: The Energy Progress Report fa il punto sui progressi realizzati nel mondo e nei diversi Paesi e aree geografiche riguardo a 3 target dell’SDG7: accesso all’elettricità e ai mezzi per cucinare non iquinanti, energie rinnovabili ed efficienza energetica e identifica le priorità di azione e recensisce le buone pratiche che hanno permesso ai decisori politici e ai partner dello sviluppo di definire meglio gli interventi per affrontare queste sfide.

Ecco le principali conclusioni del rapporto per ognuno dei 3 target (dati 2017):

Accesso all’elettricità: Dopo un decennio di progressi regolari, il tasso di elettrificazione nel mondo ha raggiunto l’89% (100% in Italia) e 153 milioni di individui in più sono stati così collegati ogni anno all’elettricità. Ma la situazione nelle regioni più isolate e nell’Africa subsahariana resta particolarmente preoccupante, perché 573 milioni di persone vivono ancora al buio. Per collegare le famiglie più povere e più difficili da raggiungere, delle soluzioni off-grid, comprese l’illuminazione solare, gli impianti solari domestici e, sempre di più, le mini-reti, saranno al centro delle soluzioni. A livello mondiale, almeno 34 milioni di persone hanno potuto accedere a dei servizi elettrici di base grazie alle tecnologie off-grid. Inoltre, il rapporto insiste sull’importanza dell’affidabilità delle energie rinnovabili e del loro costo, che deve restare economico.

Secondo Riccardo Puliti, senior director per l’energia e le industrie estrattive della Banca mondiale, «i progressi osservati da diversi anni sono incoraggianti – il numero di individui privi di elettricità risultano ormai 840 milioni – ma ci resta ancora molto da fare perché, essenzialmente, queste persone vivono nei Paesi più poveri e nelle regioni più isolate . Da 5 anni, la Banca mondiale ha mobilitato 5 miliardi di dollari per dei programmi di accesso alla rete elettrica o grazie a soluzioni off-grid  e intende rafforzare il suo impegno. I successi ottenuti in diversi Paesi dell’Africa e dell’Asia mostrano la via. Il rapporto insiste sull’importanza di una buona pianificazione che integri gli approcci di rete e off-grid, la necessità di un’offerta economica e e affidabile e la lotta contro le ineguaglianze uomo-donna»«.

Modi di cucinare non inquinanti: Circa 3 miliardi di persone, che vivono in gran parte in Asia e nell’Africa subsahariana, non hanno accesso a dei mezzi di cottura non inquinanti: «Una situazione – fa notare il rapporto – che pone ancora dei seri problemi sanitari e socioeconomici». Ma, se si guarda alle attuali politiche e a quelle pianificate, nel 2030  2,2 miliardi di persone dipenderanno ancora da metodi di cucinare tradizionali, con delle ripercussioni significative per la salute pubblica, l’ambiente e l’eguaglianza uomo-donna. In Italia risulta che il 100% della popolazione ha accesso a mezzi per cucinare non inquinanti.

Energie rinnovabili: Nel 2016 rappresentavano il 17,5% del consumo totale di energia mondiale (16% in Italia), un lieve aumento rispetto al 16,6% del 2010. Il rapport sottolinea: «Se il loro tasso di utilizzo per la produzione di elettricità è rapidamente progredito, i progressi sul piano del riscaldamento e dei trasporti sono meno rimarchevoli. Perchè I sistemi energetici diventino abbordabili, affidabili, sostenibili e adeguati ai moderni utilizzi, deve intervenire un aumento sostanzioso della quota delle energie rinnovabili. Con la generalizzazione delle energie rinnovabili, i decisori politici devono dotarsi di politiche che prevedano la loro integrazione nel mix energetico e che tengano conto delle conseguenze socioeconomiche per la continuità e il ritmo della transizione».

Maria Neira, direttrice del dipartimento salute pubblica e ambiente dell’Oms, conferma che «Circa 3 miliardi di persone nel mondo continuano a cucinare con dei mezzi tradizionali e i progressi sono troppo lenti per raggiungere l’obiettivo dei mezzi per cucinare non inquinanti per tutti entro il 2030. Le conseguenze sanitarie sono immense, per non parlare dell’aggravamento delle ineguaglianze, in particolare per le donne e i bambini. Devono essere prese delle iniziative mirate per evitare circa 4 milioni di decessi all’anno provocati dall’inquinamento all’interno delle abitazioni: polmonite, malattie cardiache, ictus, malattie polmonari e cancro. Accelerare i progressi è difficile ma possibile, grazie all’impegno politico e finanziario per ampliare l’accesso a dei mezzi per cucinare affidabili, non inquinanti ed economici».

Efficienza energetica: Grazie agli sforzi concertati delle grandi economie (Italia compresa) da qualche anno, i progressi in temini di efficienza energetica sono più continui, Ma il rapporto avverte che a livello mondiale «Il miglioramento del tasso di intensità energetica primaria è ancora in ritardo e si stima che abbia subito un rallentamento significativo nel 2017 e nel 2018». Il rafforzamento delle politiche vincolanti in materia di efficienza energetica, degli incentivi fiscali o finanziari mirati, l’utilizzo di meccanismi di mercato e la qualità delle informazioni disponibili saranno altrettanti elementi cruciali per raggiungere l’obiettivo fissato.

Francesco La Camera, direttore generale di Irena, conclude: «Dato che aumentano l’accesso all’energia, stimolano la crescita economica, creano posti di lavoro e migliorano la salute delle persone, l’energia rinnovabile e l’efficienza energetica sono la chiave per lo sviluppo sostenibile. Possiamo fare in modo che tutti i Paesi si impegnino nella loro transizione energetica garantendo che le comunità più vulnerabili ne beneficino. Irena rafforzerà il suo impegno con i suoi membri e i suoi principali partner per promuovere soluzioni concrete per costruire un futuro energetico sostenibile del quale ne trarrà beneficio tutta l’umanità»