Le donne kurde conquisteranno la capitale dello Stato Islamico

Le milizie femminili Ypj svolgono ruolo essenziale nella battaglia multietnica per liberare Raqqa

[30 Dicembre 2016]

Da quando le Syrian democratic forces (Sdf), le milizie progressiste multietniche siriane sostenute dagli Stati Uniti, hanno lanciato l’Euphrates Wrath Operation Eufrate,  per sloggiare lo Stato Islamico/Daesh dalla sua “capitale” Raqqa e tagliare definitivamente le rotte del contrabbando di petrolio siriano verso la Turchia, centinaia di donne si sono arruolate per combattere i miliziani neri del Daesh.

La principale forza composta tutta da donne che partecipa all’offensiva di Raqqa sono le Yekîneyên Parastina Jin  (Ypj – Unità di protezione delle donne) del Rojava e Cihan Ehmed, una comandante kurda delle Ypj  è la portavoce ufficiale delle Sdf che capeggiano l’Euphrates Wrath Operation.

La Hamed ha detto ad Ara News che «Le nostre combattenti hanno dimostrato performance eccezionali nella lotta contro i miliziani dello Stato islamico. L’obiettivo principale della loro partecipazione alla battaglia per Raqqa è  quello di liberare le donne schiavizzate dal Daesh. Le  donne stanno giocando un ruolo centrale in questa operazione. Le nostre donne combattenti stanno partecipando a questa operazione con  un obiettivo principale che è la liberazione delle donne detenute dai terroristi dello Stato Islamico  nella città di Raqqa. Come nelle battaglie precedenti, le donne rimangono una componente essenziale negli sforzi antiterrorismo in Siria. Le Yekîneyên Parastina Jin  (Ypj) a guida kurda rappresentano la determinazione delle nostre  donne combattenti di eliminare il terrorismo e la tirannia, e, in definitiva di attuare la libertà delle donne».

Le Sdf hanno lanciato la seconda fase all’Euphrates Wrath Operation il 10 dicembre,, con l’obiettivo di eliminare la presenza del Daesh nelle campagne intorno a Raqqa e dalla diga di Tabqa, che sbarra L’Eufrate. Con la seconda fase dell’offensiva, le Sdf hanno finora conquistato più di 1300 km2 ad occidente di Raqqa.  Durante la prima fase dell’Eufrate Wrath, che è stato lanciato il 6 novembre, le Sdf hanno liberato circa 560 km2 di territorio a nord Raqqa. L’obiettivo a lungo termine dell’Eufrate Wrath Opration è di eliminare lo Stato islamico dalla sua autoproclamata capitale: Raqqa.

Oltre alle Ypj, all’offensiva terrestre contro lo Stato Islamico/Daesh partecipano le Yekîneyên Parastina Gel (Ypg, Unità di protezione popolare kurde del Rojava) Il Mawtbo Fulhoyo Suryoyo (Consiglio militare siriaco), il Jabhat Thuwar al-Raqqa (Battaglione dei rivoluzionari di Raqqa) e la Tel Abyad Revolutionary Brigade. Al fianco di questi combattenti kurdi, arabi, turcomanni e siriaci  ci sono soldati stranieri provenienti da una mezza dozzina di Paesi che combattono sia come volontari delle Ypg/Ypj che con la coalizione guidata dagli Stati Uniti.

Le Ypg/Ypj sono considerate milizie comuniste e terroriste dalla Turchia e quindi non sono tra quelle che saranno chiamate al tavolo della tregua tra regime siriano e opposizione.  Così, l’avanguardia armata e politca della battaglia contro lo Stato Islamico/Daesh – i kurdi del Rojava alleati degli Usa, come dovrebbe essere ancora un Paese della Nato come la Turchia – viene trattata da russi, iraniani, siriani e turchi  alla tregua delle milizie terroriste jihadiste che i kurdi e i loro alleati progressisti stanno sconfiggendo sul campo di battaglia.

La Cihan sottolinea che «Le donne combattenti delle Ypj hanno preso parte a i combattimenti per Raqqa in prima linea» ed hanno svolto un ruolo determinante nel costringere le milizie del Daeh a ritirarsi, una vera e propria umiliazione per jihadisti reazionari e misogini, che le donne e gli uomini delle Sdf e delle brigate internazionali corse in loro aiuto definiscono semplicemente «fascisti».

La Hamed spiega ancora: «I nostri combattenti sono uniti sul fronte di battaglia. La prima fase del dell’Euphrates Wrath Operation è stata guidata dalla comandante delle Ypj Rojda Felat. Con il procedere delle operazioni nelle suo seconda fase, molte ufficiali e combattenti delle Ypj continuano a partecipare alla lotta contro lo Stato Islamico. Noi, come s donne combattenti kurde delle Ypj, insistiamo per liberare Raqqa. Ci sono molte donne, per lo più Yezidi, tenuti prigionieri da terroristi ISIS all’interno Raqqa. Queste donne sono quelle che hanno sofferto di più per mano dei terroristi del Daesh nel corso degli ultimi anni. Quindi, l’obiettivo principale della nostra partecipazione a questa operazione è quello di liberare queste donne e proteggere i loro diritti».

La Cihan ha anche confermato quello che il Daesh e le altre milizie jihadiste siriane temono di più: si sono arruolate nelle Ypj anche donne arabe che combattono accanto alle kurde: «Oltre alle donne combattenti kurde, ci sono anche alcune donne arabe che si sono unite all’Euphrates Wrath Operation. Tutte  combattono come facenti parte delle Unità di protezione delle donne. Hanno combattuto fianco a fianco con i combattenti kurdi. Hanno dimostrato davvero un eccezionale coraggio nella lotta per Raqqa».