Lo sbiancamento dei coralli è la scena del crimine. Exxon e le Big Oil sono i killer

350.0rg: «Queste barriere coralline non muoiono da sole: sono state uccise»

[19 Agosto 2016]

«Quest’anno il mondo ha assistito al più devastante evento di sbiancamento di massa dei coralli mai registrato, che si è lasciato dietro barriere coralline morte in almeno 38 paesi. Molte di queste barriere non potranno mai recuperare. La causa immediata è chiara: l’aumento costante delle temperature oceaniche globali che proviene dal cambiamento climatico. Ma questo è come dire che “è stato ucciso da un proiettile”. la domanda importante è: “Chi ha sparato con la pistola?”» Una domanda alla quale 350.org risponde  con sicurezza: «Sappiamo chi sono i maggiori colpevoli sono. Per decenni Exxon e i suoi compari dell’industria dei combustibili fossili hanno nascosto quanto sapevano sui cambiamenti climatici».

L’organizzazione ambientalista internazionale dice che  «E’ tempo per noi di puntare il dito in modo che il mondo sappia: Exxon e i suoi compari dell’industria dei combustibili fossili hanno ucciso i nostri reefs e ogni giorno continuano ad inquinare e stanno deliberatamente mettendo il nostro mondo naturale – e tutti noi – in ulteriore pericolo».

Per questo 350.0rg ed altre associazioni come Center for International Environmental Law, Climate Hawks Vote, Climate Truth, Corporate Accountability International, Credo Action, Greenpeace Usa, Environmental Action, Oil Change International, Public Citizen e The Nation hanno lanciato la campagna #ExxonKnew per portare la multinazionale petrolifera a rispondere dei suoi crimini ambientali davanti alla giustizia.

Per accusare Exxon 350.org ricostruisce la scena del crimine attraverso alcune testimonianze, eccole:

Henrietta Marrie, professore associato alla Central Queensland University,  anziana Gimuy Walubarra Yidinji, Cairns, Australia. «Lo sbiancamento della Grande Barriera Corallina è devastante per tutta la mia comunità. Il Gimuy Walubarra Yidinji hanno curato questa barriera per migliaia di anni. Si tratta di una risorsa culturale ed economica fondamentale, non solo per la nostra gente, ma per tutte le persone. Chiedo che Exxon e le altre compagnie dei  combustibili fossili riflettano molto attentamente su ciò che stanno facendo. Parlano di negazione, fanno finta di discutere la scienza, ma ciò che sta realmente accadendo è parecchia avidità. Ora, non abbiamo tempo per le loro scuse. Dato che l’avidità sta guidando il nostro pianeta verso il disastro».

Samantha Kwan, marine conservation officer, ministero delle risorse naturali e dell’ambiente, Palolo Deep, Apia, Samoa. « A Samoa, il 2015 è stato l’anno peggiore mai sperimentato per lo sbiancamento. A Palolo Deep, come risultato dello sbiancamento  e morto fino al 10% della barriera, mentre in alcune parti di Savai’i e sbiancato il 95% della barriera. Normalmente lo sbiancamento avviene fino a uno o due metri, ma quest’anno c’era sbiancamento fino a venti, venticinque metri di profondità: prima non avevo mai visto succedere questo. L’anno scorso, anche alcuni dei coralli meno sensibili, come i coralli masso, erano tutti sbiancati».

Subhash Chandran, istruttore subacqueo SSI, isole Andamane, India. «Le isole Andamane sono frequentate da turisti provenienti da tutto il mondo e in cima alla loro agenda c’è di fare un’esperienza sulle belle barriere coralline. Dato che i siti poco profondi sono tutti sbiancati, i non nuotatori e chi arriva per la prima volta, che qui sono una parte importante dei turisti, sono delusi. Tornano indietro e lo comunicano alle loro cerchie e questo porta ad una ridotta attività di diving  e quindi impatta sul sostentamento di molti dive shops che guadagnano soldi da questa attività».

La campagna ambientalista  accusa la Exxon e le altre Big Oil  di aver coperto la verità sui danni che stavano facendo e «Exxon sapeva dei cambiamenti climatici mezzo secolo fa. Hanno ingannato l’opinione pubblica, fuorviato i loro azionisti e derubato l’umanità del tempo di una generazione per invertire il cambiamento climatico. Recenti studi hanno dimostrato che la Exxon sapeva della minaccia del cambiamento climatico decenni fa. Eppure nel corso di quasi quarant’anni, la company ha contribuito con milioni di dollari a finanziare think tanks e politici che hanno fatto del loro meglio per diffondere dubbi e disinformazione – prima sull’esistenza dei cambiamenti climatici, poi sulla portata del problema e ora  sulla  sua causa. Se Exxon ha intenzionalmente fuorviato l’opinione pubblica sui cambiamenti climatici e combustibili fossili, allora dovrebbe essere ritenuta responsabile. Stiamo chiedendo un’indagine immediata».

L’accusa di 350.org è peseantissima ma condivisa da molti: «Proprio come le Big Tobacco hanno mentito sui rischi di dipendenza e di cancro, Exxon ha orchestrato una campagna di dubbio e di inganno, facendo centinaia di miliardi a costo della vita delle persone: ora, per loro è arrivato il momento di affrontare le conseguenze».