Marea nera in Liguria, disastro ambientale la notte del referendum

Si rompe un oleodotto e inquina i torrenti Fegino e Polcevera e il mare

[18 Aprile 2016]

Sembra incredibile, ma mentre gli italiani ieri sera votavano stancamente sul destino dell’estrazione di idrocarburi,  poco dopo le 19.30, a Genova, nel quartiere di Cornigliano, scattava l’allarme  perché si era rotta una condotta di  grosse dimensioni dell’oleodotto Iplom dalla quale  è cominciata a riversarsi, prima nel rio Fegino e poi nel Polcevera, una liquido infiammabile che, in parte, ha raggiunto il mare.

Una fuoriuscita così imponente che ha richiesto l’intervento di 4 squadre dei vigili del fuoco, Capitaneria di porto, polizia municipale, carabinieri. Per arginare la perdita sono state  messe panne alla foce e a metà del Polcevera e  sono intervenute anche ruspe. Secondo  il Secolo XIX, è «Esclusa l’ipotesi del gesto doloso: si sarebbe trattato di un incidente, forse il malfunzionamento di una valvola».

I lavori per arginare il fiume di petrolio continuano anche mentre scriviamo, l’aria è irrespirabile, il puzzo di idrocarburi si sente per chilometri  e il disastro ambientale è davanti agli occhi di tutti e sembra appena l’inizio.

L’oleodotto rotto   collega il porto petroli con i depositi ancora attivi della raffineria Iplom.  Il pubblico ministero Alberto Landolfi ha messo sotto sequestro l’impianto del deposito costiero di Fegino anche ed aperto un’indagine per inquinamento e sversamento non controllato, anche per capire come mai la perdita non sia stata individuata subito e non si sia provveduto a chiudere immediatamente il flusso. Alcune fonti riferiscono la pressione nell’oleodotto avrebbe reso difficile questo tipo di intervento.

C’è anche preoccupazione per la presenza di gas e vapori «Come dimostra la scelta di tenere chiusa la scuola, perché questi gas e vapori sono cancerogeni e al momento si avvertono a km di distanza. Si sta cercando di ridurli utilizzando gli schiumogeni. Ci auguriamo che l’esposizione delle persone sia minima e che il vento aiuti a trascinare via i vapori – ha detto il presidente di Legambiente Liguria Santo Grammatico all’Adnkronos – Uno degli sversamenti più importanti della zona, peggiore di quello del 2012, lo sversamento è durato per parecchie ore, sono riusciti a interrompere il flusso solo stanotte all’una e adesso stanno cercando di contenere la massa oleosa che grazie all’intervento della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, non ha raggiunto il mare. C’è poi la questione ambientale, perché quando parliamo di letti di fiumi e torrenti parliamo di falde acquifere, fauna e flora. Noi chiediamo che l’azienda garantisca un’operazione di bonifica».

Katiuscia Eroe, di Legambiente nazionale sottolinea: «Sembra incredibile, nel mentre perdevamo una battaglia lo stesso petrolio ci dimostrava che eravamo e siamo dalla parte giusta della storia! Con o senza quorum non è finita qui, la nostra battaglia contro le fonti fossili è iniziata anni fa e non finirà oggi! Grazie a tutti quelli che ci hanno creduto e hanno combattuto contro mille Golia!»