Molta incertezza per la crescita dell’eolico in Italia e in Europa

WindEurope: nel 2023 si potranno aggiungere i 277 GW, ma solo rimuovendo gli ostacoli normativi

[8 Ottobre 2019]

Secondo il rapporto “Wind energy in Europe: Outlook to 2023” pubblicato da WindEurope, «C’è grande incertezza per la crescita del settore eolico in Italia e in Europa» e «Nei prossimi cinque anni la crescita del settore eolico in Europa sarà incerta a causa degli ostacoli burocratici. Solo laddove gli Stati membri sapranno elaborare dei Piani nazionali energia e clima (PNIEC) ambiziosi, allora si potranno vedere dei risultati; inoltre i risultati si avranno solo se le procedure autorizzative verranno semplificate in modo da passare entro il 2023 da 88 a 277 GW».

In tutti gli scenari del rapporto, oltre i tre quarti delle nuove installazioni saranno di eolico onshore. Attualmente, Spagna, Svezia e Norvegia stanno guidando la crescita dell’eolico onshore. Quest’anno la Germania sta installando molto meno di quanto abbia fatto di solito in passato e le sue prospettive rimangono incerte, anche a causa delle recenti decisioni politiche. WindEurope prevede che la Francia mostrerà una costante e costante crescita dell’eolico onshore. nei prossimi cinque anni il Regno Unito rappresenterà il 35% della crescita dell’eolico offshore, seguito da Paesi Bassi e Germania.

Le difficoltà non mancano nemmeno per quanto riguarda il rinnovamento eolico: «Nei prossimi cinque anni, 22 GW di potenza eolica installata raggiungeranno la fine della loro normale vita operativa (20 anni) – avverte il rapporto -. La maggior parte di questi avrà un’estensione a vita. Circa 2 GW verranno rigenerati. E altri 2 GW saranno completamente messi fuori servizio». E anche su questo tema la normativa stenta a dare opportuno sostegno: «La politica e la regolamentazione governative non supportano ancora il repowering come dovrebbero essere. e manca la semplificazione necessaria».

L’Associazione nazionale energia del vento (Anev) sostiene le posizioni espresse da WindEurope e sottolinea che «L’energia eolica deve crescere più rapidamente se si considera il peso che ha per la lotta al cambiamento climatico e i suoi costi ridotti per la produzione di energia elettrica. Ma i problemi che riguardano il settore sono ancora tanti e vanno dall’incertezza normativa e regolatoria alla necessità di una maggiore semplificazione delle regole sia per i nuovi impianti che per il rinnovamento di quelli esistenti; dalla difficoltà nell’ottenere autorizzazioni al necessario sviluppo delle reti e all’adeguamento dei mercati. Entro la fine dell’anno i Paesi membri dovranno presentare i Piani Nazionali per l’Energia e il Clima 2030 (PNIEC) che saranno cruciali per il settore eolico e per raggiungere l’obiettivo del 32% di rinnovabili. Non dimentichiamo poi i posti di lavoro dove l’industria eolica impiega oltre 300.000 persone in Europa, di cui 16.000 in Italia grazie al fatto che il settore in questi anni è riuscito a diventare esportatore di tecnologia eolica, e oggi è necessario non solo mantenere questi posti ma aumentarli. L’auspicio è che le preoccupazioni per il futuro del settore eolico vengano presto fatte svanire dai pubblici decisori grazie ad interventi incisivi e tempestivi».

Giles Dickson, CEO di WindEurope, conclude: «L’European Green Deal  deve includere una chiara politica industriale per industrie europee low-carbon, sostenere le storie di successo che abbiamo realizzato, assicurando che possiamo continuare a commerciare con il resto del mondo e promuovere la continua innovazione per rimanere competitivi».