Nel 2017, dalle miniere Usa 75,2 miliardi di dollari in minerali, ma aumentano le importazioni

Per 21 minerali gli Usa si affidano al 100% alle importazioni, compresi terre rare, manganese, niobio e vanadio

[5 Febbraio 2018]

Secondo il recente rapportoMineral Commodity Summaries” del National minerals information center dell’l’US Geological Survey (Usgs), «Le miniere statunitensi hanno prodotto circa 75,2 miliardi di dollari di materie prime minerali nel 2017 – un aumento del 6% rispetto al 2016». L’USGS Mineral Resources Program fornisce informazioni e dati scientifici imparziali per poter comprendere il potenziale delle risorse minerarie, la produzione, il consumo e il modo in cui i minerali interagiscono con l’ambiente. Mentre l’USGS National Minerals Information Center raccoglie, analizza e diffonde le informazioni più recenti su forniture e domanda di minerali e materiali negli Usa e in circa altri 180 Paesi. L’Usgs evidenzia che «Queste informazioni sono essenziali per la pianificazione e la mitigazione degli impatti di potenziali interruzioni nell’approvvigionamento di materie prime minerali, a causa sia di eventi naturali che di eventi causati dall’uomo».

Il nuovo rapporto, la prima fonte completa di dati sulla produzione di minerali del 2017 nel mondo, comprende statistiche su oltre 90 prodotti minerari che gli Usa importano e che sono essenziali per l’economia e la sicurezza nazional ed identifica anche eventi, trend e problemi sia per le industrie minerarie nazionali che internazionali.  l’Usgs spiega che «Questo rapporto copre l’intera gamma di minerali non combustibili monitorati dal Centro, non solo minerali critici che sono stati descritti nella recente pubblicazione Usgs “Critical Mineral Resources” che è stata rilasciata nel dicembre del 2017».

Il direttore del National minerals information center Usgs, Steven M. Fortier, evidenzia che «I Mineral Commodity Summaries forniscono statistiche essenziali e imparziali ai quali i decision-makers e i policy-makers nel settore pubblico e privato si affidano per prendere le decisioni del business  e politiche nazionali. Nel  2017 Le industrie – come la siderurgia, l’aerospaziale e l’elettronica – hanno estratto materiali minerali non combustibili e hanno creato un valore stimato di 2,9 trilioni di prodotti a valore aggiunto o il 15% del prodotto interno lordo totale degli Stati Uniti».

Però, secondo il rapporto 2018, per alcuni materiali minerali, sia grezzi che lavorati, gli Stati Uniti continuano a fare affidamento soprattutto su fonti estere. Nel 2017, gli Usa hanno importato il 100% di 21 prodotti minerari tra i quali le terre rare, il manganese, il niobio e il vanadio. Nel 1984 i minerali importati al 100% dagli Usa erano solo 11, poi è arrivata la green economy e l’elettronica di consumo e gli Usa hanno dovuto cominciare a fare acquisti (e a conquistare mercati) nel mondo della globalizzazione che hanno in gran parte forgiato.

I 75,2 miliardi di dollari della produzione 2017 di minerali non combustibili delle miniere Usa sono costituiti da minerali industriali, compresi aggregati e metalli  e tra questi 13 prodotti minerali valevano più di 1 miliardo di dollari ciascuno. In totale, il valore stimato della produzione di minerali industriali statunitensi nel 2017 è stato di 48,9 miliardi di dollari, il 3% in più rispetto a quello del 2016 e l’Usgs spiega che «L’aumento della produzione di gas naturale e petrolio ha giovato a settori minerari industriali», ma il rallentamento dell’edilizia ha provocato la stagnazione della produzione dei minerali industriali utilizzati.

Nel 2017, la produzione mineraria di metalli Usa è stata stimata in 26,3 miliardi di dollari, il 12% in più rispetto a quella del 2016, grazie a un forte aumento dei prezzi per la maggior parte dei metalli. Tuttavia, nonostante l’aumento dei prezzi dei metalli, la produzione interna Usa è stata inferiore a quella del 2016.

Nel 2017, 11 Stati Usa hanno prodotto ciascuno più di 2 miliardi di commodities minerali non combustibili  e soono stati in ordine decrescente di valore: Nevada, Arizona, Texas, Alaska, California, Minnesota, Florida, Utah, Missouri, Michigan e Wyoming.

Dal rapporto emerge che nel 2017 i minerali industriali legati alle costruzioni sono rimasti sostanzialmente invariati o hanno registrato una leggera diminuzione della produzione e della domanda. Gran parte di questo calo è dovuto agli eventi meteorologici lungo la costa del Golfo e nel sud-est, insieme a una lieve crescita delle spese nei settori residenziali e non residenziali e a un lieve calo delle spese per le costruzioni pubbliche.

Nel 2017 la produzione statunitense di alluminio è diminuita per il quinto anno consecutivo: circa il 12% in meno e al livello più basso dal 1951. Invece le importazioni statunitensi di alluminio sono aumentate del 16%.

La moratoria sulle miniere di terre rare Usa alla fine del 2015 è continuata per tutto il 2017. Ma si sta puntando sul recupero di materie prime e in Nebraska una compagnia ha realizzato un impianto per produrre ossidi di terre rare dal riciclo delle lampadine fluorescenti riciclate e prevede di aumentare la produzione a 18 tonnellate al mese utilizzando un suo brevetto.

A fine 2016 e nel 2017 negli Usa sono state aperte due nuove miniere d’oro: una in Nevada e l’atra in South Carolina, quest’ultima è la prima miniera d’oro ad est del fiume Mississippi aperta dal 1999.

A causa della forte domanda da parte dei consumatori, della limitata disponibilità sul mercato  e dell’aumento degli acquisti da parte degli investitori, i prezzi medi annui del cobalto sono più che raddoppiati, stesso fenomeno per il Litio, il cui prezzo medio nel 2017 è aumentato del 61% rispetto al 2016.