Nel XXI secolo i test nucleari sono semplicemente inaccettabili

Cina, Corea del Nord, Egitto, India, Iran, Israele, Pakistan e Usa non hanno ancora ratificato il trattato

[10 Settembre 2019]

Mentre la Corea del nord testava altri missili nel Mar del Giappone, Lassina Zerbo, segretario esecutivo della Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (Ctbto) è intervenuto all’Onu per  celebrare l’International Day against Nuclear Testsha e ha avvertito che «Il rischio di proliferazione nucleare e la minaccia del terrorismo nucleare continuano a porre delle grandi sfide alla comunità internazionale. Spero che questa commemorazione aiuterà i Paesi a prendere delle iniziative concrete che alla fine ci permettano di raggiungere il nostro obiettivo di un mondo esente dai pericoli legati ai test nucleari. E la sola via che ci condurrà a questo nobile obiettivo passa per la verificabilità del Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (Ctbt) e per la sua universalità. L’entrata in vigore del Ctbt  e la realizzazione dell’obiettivo di un mondo esente dai pericoli legati ai test nucleari esigeranno degli sforzi multilaterali concertati e sostenuti ad ogni tappa. Chiedo agli Stati di dar prova di leadership prendendo delle decisioni anche se sono difficili. Adottiamo delle soluzioni multilaterali che costituiscono il mezzo più efficace e, in fin dei conti, il più necessario di fronte alla minaccia della proliferazione nucleare».

Il capo della Ctbto ha ricordato che si tratta di una decisione da prendere al più alto livello ma anche un impegno della società civile, di artisti, scienziati che nel 1991ha portato alla chiusura definitiva del sito dei test nucleari di Semipalatinsk, in Kazakistan, dove l’Unione Sovietica a realizzato 500 esperimenti nucleari. Il Kazakistan post-sovietico è stato il primo Paese a decidere di rinunciare alle armi nucleari e ha inviato tutto il suo arsenale nucleare sovietico in Russia.

Zerbo ha lodato l’impegno di Karipbek Kuyukov che, dopo aver perso un braccio in un’esplosione nucleare, ha dedicato la sua vita a lottare contro gli effetti distruttivi dei test nucleari e ha ricordato che «Senza la cooperazione scientifica internazionale che ha gettato le basi per il regime di verifica, oggi non saremmo in grado di dire con certezza che il sistema è pronto a garantire un’adeguata verifica del Trattato. E senza la diplomazia multilaterale che si è sviluppata negli ultimi cinque decenni, non avremmo affatto il Ctbt. Scienziati, diplomatici, politici, accademici, media e tutta la società civile, compresi i giovani, possono svolgere un ruolo. La prossima generazione, con la sua intuizione e spirito di innovazione, ha contribuito e continuerà a contribuire alla causa. Gli oltre 700 membri del Ctbt Youth Group si sono pronunciati a favore di un futuro pacifico e prospero, libero dai pericoli dei test nucleari. Alla fine, sono gli stessi Stati che prenderanno la decisione sovrana di aderire o meno al travolgente consenso internazionale contro i test nucleari. Rispettiamo la volontà degli Stati membri con aree prive di armi nucleari di rinunciare alle armi nucleari e ai test nucleari nella loro regione».

Invece, già 35 anni fa i Paesi del South Pacific Forum – che i test nucleari li avevano sperimentati sulla loro pelle – avevano di istituire una  nuclear free zone. Oggi nella South Pacific Nuclear-Free Zone, o Treaty of Rarotonga, è proibito il possesso, l’uso, il collaudo o il posizionamento di armi nucleari da parte di qualsiasi Paese e Secondo Zerbo quella decisione «Incarna la determinazione di una popolazione locale, rappresentata da Stati sovrani, a vivere in pace e indipendenza e proteggere le persone e l’ambiente».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha sottolineato che «Nel XXI secolo i test  nucleari non sono semplicemente accettabili. Non è accettabile distruggere e contaminare l’ambiente. Non è accettabile che le popolazioni locali soffrano per i fallout radioattivi e di altri sottoprodotti nucleari. E non è accettabile impedire l’entrata in vigore del Ctbt e di porre fine a un’utile restrizione alla proliferazione qualitativa e quantitativa delle armi nucleari, in modo che vengano fatti progressi concreti verso la loro eliminazione totale».

Guterres ha ricordato che «Negli ultimi 70 anni, sono stati condotti circa 2000 test nucleari, che hanno richiesto un terribile pedaggio, devastando ambienti incontaminati e popolazioni locali in tutto il mondo. Popoli di regioni diverse come il Sud Pacifico, il Nord America e il Nord Africa hanno ugualmente sofferto per le acque sotterranee avvelenate, fallout radioattivi e altri effetti collaterali per la salute e le condizioni di vita».

Per questo Guterres, Zerbo e la presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Maria Fernanda Espinosa hanno invitato gli Stati membri dell’Onu che non l’hanno ancora fatto a firmare e ratificare il Ctbt. Un appello urgente che Guterres ha lanciato in particolare agli 8 Stati che quel trattato non lo hanno né firmato né ratificato: Cina, Corea del Nord, Egitto, India, Iran, Israele, Pakistan e Stati Uniti.