Nucleare iraniano: accordo fatto. Svolta per il Medio Oriente?

Da Iran e G5+1 l'annuncio oggi a Vienna. Repubblicani Usa pronti a boicottarlo, ma Obama rassicura

[14 Luglio 2015]

Conclusa a Vienna la maratona negoziale tra l’Iran e il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania), dopo 22 mesi di trattative: l’accordo sul nucleare iraniano è cosa fatta ed è stato annunciato dopo una riunione plenaria tra le  parti. «È possibile cambiare, è possibile muoversi in una nuova direzione», ha dichiarato trionfalmente il presidente Usa Barack Obama, protagonista di quest’accordo, ma «se l’Iran violerà l’accordo tutte le sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie conseguenze».

«È possibile cambiare, è possibile muoversi in una nuova direzione», ha dichiarato il presidente Usa Barack Obama, grande artefice di quest’accordo. Ma «se l’Iran violerà l’accordo tutte le sanzioni saranno ripristinate e ci saranno serie conseguenze».

L’alto commissario Ue per la politica estera, Federica Mogherini, ha aperto la  riunione plenaria finale per l’ufficializzazione del trattato con accanto  il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e ha detto: «Si apre un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali. E’ il risultato di un lavoro molto duro di tutti noi, ringrazio tutti coloro che siedono a questo tavolo e anche chi sta dietro e ha lavorato per mesi e anni per raggiungere questo punto. Un segnale di speranza lanciato al mondo».

Secondo  Zarif, «questo è’ un momento storico che aprirà  nuovi orizzonti per la diplomazia iraniana ed internazionale». Ma ha precisato che «l’accordo non è ideale, ma è accettabile. Oggi può essere la fine della speranza ma può essere anche un nuovo capitolo per l’Iran e per il mondo».

Mentre scriviamo il Presidente della Repubblica Islamica, Hassan Rouhani, si  sta per rivolgere alla nazione in  tv, a reti unificate, per spiegare agli iraniani le modalità  e i dettagli dell’accordo raggiunto tra l’Iran e il Gruppo 5+1 a Vienna.  Rouhani nel suo ultimo Tweet, ha scritto: «Raggiungere ad un accordo nucleare tra  l’Iran e le sei potenze mondiali è un nuovo inizio per la diplomazia del nostro Paese».

Ieri  l’alto negoziatore iraniano, Abbas Araqchi, parlava ancora di questioni in sospeso tra la Repubblica islamica e il G5+1: «I colloqui sono giunti ad una fase molto delicata; alcuni nodi rimangono ancora da sciogliere.  Fino a quando questi problemi ci saranno, non si potrà’ dire che abbiamo raggiunto un accordo» ed è noto che a porre i maggiori problemi erano gli statunitensi, che temono una reazione politica da parte dell’Arabia saudita e delle altre monarchie sunnite del Golfo e soprattutto di Israele.

Ma già ieri  fonti diplomatiche iraniane  del G5+1 parlavano di un accordo già praticamente pronto e il testo dell’intesa sarebbe già stato inviato il 13 luglio per una verifica e l’approvazione  a Teheran e nella capitali dei G5+1.

Una fonte diplomatica ha confermato all’agenzia ufficiale russa Ria Novosti: «Nell’insieme, ci siamo. Mi complimento con tutti gli iraniani. L’Iran ed i Sei annunceranno un accordo globale. Sono in corso le ultime verifiche formali».

Secondo la Reuters, il testo approvato permetterebbe il ripristino delle sanzioni Onu contro l’Iran entro 65 giorni se Teheran non rispetterà i termini dell’accordo.

Ma i repubblicani Usa annunciano battaglia.  Mitch McConnell, capo della maggioranza in Senato ha detto che l’amministrazione Obama non ce la farà ad imporre al Congresso l’accordo con gli iraniani. E Bob Corker, presidente della Commissione esteri del Senato Usa ha dichiarato:  «Penso che la gente finirà per capire che si tratta di un cattivo accordo. Di un accordo che permetterà all’Iran di creare una sua arma nucleare».

Il Congresso Usa ha il diritto di esaminare ogni accordo sul nucleare iraniano per 60 giorni dopo la firma e poi decidere se approvarlo o no. I repubblicani intanto potrebbero far saltare tutto adottando addirittura nuove sanzioni contro l’Iran e i leader iraniani hanno già avvertito i G5+1 che se questo avvenisse, di fronte ad una simile provocazione, l’accordo sarebbe ritenuto nullo e non avvenuto. Un rischio contro il quale il presidente Obama si è però già schierato in prima persona: «Porrò il veto a qualsiasi legge che si opporrà all’attuazione», ha sottolineato.

Intervenendo al Majles, il Parlamento iraniano,  il conservatore Ahmad Tavakkoli, ha affermato che «L’accordo tra l’Iran e il 5+1 significa la vittoria della diplomazia e del rispetto reciproco. E questo sarà un buon inizio. L’accordo è stato raggiunto, ma anche se non fosse stato raggiunto, la Repubblica Islamica dell’Iran ne sarebbe uscita vittoriosa»

In risposta alla domanda se i conservatori appoggeranno l’accordo firmato tra il governo del presidente Rohani e il gruppo 5+1, ha risposto: «A guidare le trattative è stata la guida Suprema Ayatollah Khamenei, ed è proprio per questo che l’accordo finale non danneggerà  gli interessi del popolo iraniano».