Onu: l’Iran rispetta i suoi impegni sul nucleare

Ma Teheran avverte: pronti a riprendere arricchimento al 20% se l’Ue applica le sanzioni Usa

[13 Dicembre 2018]

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato informato dello stato di attuazione dell’accordo G5+1 e Iran (ma sarebbe meglio chiamarlo G4+1, visto che gli Usa ne sono usciti e sono rimasti Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania) del 2015 sul programma nucleare iraniano (Joint Comprehensive Plan of Action – Jcpoa).

La convocazione del Consiglio di sicurezza era stata sollecitata da Usa e Israele che chiedono che il rispetto del Jcpoa sia collegato anche allo sviluppo del programma missilistico iraniano . che con il nucleare non c’entra nulla – ed è abbastanza strano che queste sollecitazioni vengano da due Paesi che hanno avanzati programmi missilistici e che le testate nucleari ce le hanno davvero…

Comunque, la vice segretario generale dell’Onu per gli affari politici Rosemary DiCarlo, ha ricordato che l’International atomic energy agency (Iaea) a novembre aveva già detto in un rapporto che l’Iran «continua a mettere in opera i suoi impegni legati al nucleare».

La DiCarlo ha sottolineato che «Il segretario generale si felicita per la riaffermazione dei partecipanti al Jcpoa dei loro impegni verso la sua attuazione completa ed effettiva. E’ essenziale che il Piano continui a funzionare per tutti i partecipanti e che fornisca dei vantaggi economici tangibili per il popolo iraniano».

La DiCarlo ha detto che «Il capo dell’Onu si dispiace per il fatto che, dopo il loro ritiro dal Jpcoa, gli Stati Uniti abbiano reimposto le loro sanzioni che avevano tolto conformemente al Piano. Pensa che i problemi non direttamente legati al Piano (il programma missilistico iraniano, ndr) dovrebbero essere trattati senza pregiudizi per la preservazione dell’accordo e per le sue realizzazioni. Allo stesso tempo, chiede all’Iran di esaminare attentamente le preoccupazioni espresse da degli Stati membri e di porvi rimedio Il segretario generale prende nota che il Piano resta in vigore e che il Consiglio di sicurezza ha chiesto a tutti gli Stati membri e alle organizzazioni regionali  e internazionali di sostenere la messa in opera del Piano e da astenersi da ogni azione che lo renda fragile».

Una sconfitta degli Usa praticamente su tutti i punti, visto che gli altri 4 membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu – Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna, tutte potenze nucleari – non hanno seguito Trump.  .

La DiCarlo ha poi fatto il punto su una serie di informazioni fornite dall’Iran e da altri Stati riguardanti un certo numero di temi sollevati degli Stati membri dell’Onu.

Serge Christiane, che è intervenuto a nome di Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di e coordinatrice della Commissione congiunta per l’attuazione del Jpcoa, ha evidenziato che «Il terzo anniversario dell’accordo dimostra che la diplomazia funziona e che gli accordi internazionali possono dare dei risultati, anche sulle questioni più sensibili». Poi ha confermato che «La posizione dell’Unione europea resta immutata: fino a che l’Iran rispetterà pienamente l’accordo l’Ue farà lo stesso, come hanno affermato ancora una volta i suoi 28 ministri degli esteri durante il loro ultimo Consiglio il 10 dicembre».

Christiane non ha perà nascosto le difficoltà che si trova ad affrontare il piano di azione a causa dell’uscita degli Usa e delle nuove sanzioni contro l’Iran, ma ha avvertito che «Smantellare l’accordo distruggerebbe non solo anni di sforzi diplomatici ma minerebbe anche altri negoziati multilaterali essenziali , in particolare in campo nucleare».

Gli iraniani escono vincitori morali dalla discusiione al Consiglio di sicurezza, ma temono che gli Usa costringano comunque gli europei a rispettare sanzioni che non hanno voluto e il capo dell’Organizzazione iraniana per l’energia atomica Ali Akbar Salehi ha avvertito che «L’arricchimento dell’uranio in Iran procede, e che l’Iran qualora lo desiderasse, potrebbe farlo senza rispettare i limiti imposti dall’accordo nucleare, abbandonando la soglia dei 300 chili».

Durante una visita al sito nucleare di Fordow a Qom, a sud di Teheran, Salehi ha confermato che «Le attività nucleari dell’Iran proseguono diligentemente. L’Iran ha adottato le restrizioni necessarie nel quadro degli accordi nucleari con la comunità internazionale, ma ciò non ha arrestato le sue attività inerenti all’industria nucleare pacifica».

L’ex ministro degli esteri iraniano ha messo in guardia l’Occidente sulle carenze riguardanti all’attuazione dell’accordo nucleare aggiungendo che «Attualmente nel sito di Fordow ci sono ora 1.044 centrifughe che a seguito di una decisione della Repubblica Islamica dell’Iran, potrebbero riprendere l’arricchimento dell’uranio fino alla soglia del 20%».

Ma Salehi ha anche espresso la sua speranza «Per un’autentica cooperazione europea, Gli europei e l’attuale gruppo di paesi aderenti all’accordo nucleare devono impegnarsi il prima possibile nel riempire il vuoto creato dagli Stati Uniti con il loro ritiro».

Un voto che altri si apprestano a colmare molto volentieri: il 6 dicembre il presidente del parlamento iraniano. Ali Larijani, incontrando il suo collega cinese Chen Zhu, aveva ricordato: «Ora che gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo nucleare, se gli altri Paesi membri del gruppo 5+1 non collaboreranno, allora l’intesa nucleare sarà inutile per l’Iran».

E Cina e Russia non hanno alcuna intenzione di applicare le sanzioni di Trump contro l’Iran.