A che punto è la geotermia in Italia, spiegato dal Gestore dei servizi energetici

Il Gse mostra l’evoluzione nel mix energetico nazionale del contributo offerto dall’energia rinnovabile che arriva dal cuore della Terra

[15 Marzo 2018]

Con 0,5 Mtep di energia elettrica e 0,1 Mtep di energia termica, la geotermia rappresenta (al 2016) il 3,3% del fabbisogno energetico soddisfatto da fonti rinnovabili (21,1 Mtep).

Come documenta l’ultimo studio redatto dal Gestore dei servizi energetici (Gse) dal titolo Fonti rinnovabili in Italia e in Europa, verso gli obiettivi al 2020, la geotermia rappresenta il 6% di tutte le rinnovabili elettriche italiane (era al 9% nel 2005) e l’1% di quelle termiche (rispetto al 4% del 2005), in larga parte perché «il mix rinnovabile del Paese si è decisamente diversificato integrando alla storica produzione idroelettrica e geotermica gli ormai rilevanti contributi di energia solare ed eolica».

L’importanza delle caratteristiche territoriali per gli impieghi elettrici e termici delle rinnovabili è però rimasta, naturalmente, una discriminante di rilevanza primaria: sono infatti le peculiarità dei territori a rendere possibile l’utilizzo di una fonte di energia rinnovabile piuttosto che un’altra.

È per questo che ad ora «gli impianti geotermoelettrici – notano dal Gse – si sviluppano esclusivamente nella Regione Toscana, dove vi sono determinate caratteristiche del calore endogeno utilizzabili per la produzione di energia elettrica».

Al contempo, sempre nel caso della geotermia, gli «impieghi si concentrano in Toscana,Veneto e Campania, dove la risorsa è abbondante per lo sfruttamento a fini termici». Dalla Toscana arriva infatti il 44% del consumo di energia termica da geotermia sul totale nazionale, dal Veneto il 27,2% e dalla Campania il 7,7%.

Numeri che pongono il nostro Paese in una posizione molto alta nei Paesi virtuosi: «L’Italia è il terzo Paese in Europa per consumi di energia da fonti rinnovabili; rispetto agli altri Paesi – si legge nel report – In Italia si rilevano consumi elevati di energia rinnovabile da pompe di calore (utilizzo invernale), da risorsa geotermica e da fonte solare per la produzione di energia elettrica (fotovoltaico)».