Rifiuti nucleari, si allunga l’attesa per la Cnapi. Calenda: pubblica «entro fine anno»

La Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale doveva essere stata consegnata alla cittadinanza due anni fa

[28 Giugno 2017]

Due anni fa, quando a dirigere il ministero per lo Sviluppo economico c’era ancora Federica Guidi, il dicastero – insieme a quello guidato dal ministro Gian Luca Galletti, che prosegue il suo lavoro all’Ambiente – s’impegnò ufficialmente a rendere pubblica la Cnapi – Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari italiani, mai divulgata. Poche ore prime che un attacco hacker mettesse in crisi i sistemi che controllano l’aria contenuta all’interno del sarcofago della centrale di Chernobyl, l’attuale ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda è stato interrogato sullo stato dell’arte italiano dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. La risposta non è stata delle più consolanti. La Cnapi sarà pubblicata «entro il quarto trimestre 2017», ovvero entro la fine dell’anno.

Poi, come riporta la Conferenza delle regioni e delle province autonome,  ci sarà naturalmente da attendere l’espletarsi dei successivi passaggi. La pubblicazione della Cnapi, in «sequenza rispetto alla finalizzazione del processo di Vas, darà – ricorda Calenda – ai cittadini la possibilità di disporre di tutte le informazioni utili a meglio comprendere e valutare la strategia nazionale», aprendo dunque «una fase di consultazione pubblica e di condivisione che terminerà con un seminario nazionale al quale saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti e interessati».

Seguirà una procedura per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse aperta a Regioni ed enti, se non ve ne saranno di spontanee e saranno attivati dei comitati misti Stato-Regioni «come forma di ulteriore di sollecitazione alla leale collaborazione», e sarà ricercata l’intesa della Conferenza unificata Stato Regioni ed Enti locali. In caso di mancata intesa sui singoli siti la decisione sarà assunta con deliberazione del Consiglio dei ministri integrato dalla partecipazione di ciascun presidente di Regione interessata. Seguirà una fase di indagini tecniche su ciascun sito della durata di 15 mesi, svolte da Sogin sotto la vigilanza dell’Isin per arrivare alla proposta finale di localizzazione tenendo conto delle valutazioni vincolanti dello stesso Isin. Poi ci sarà la fase della realizzazione: il tempo stimato per arrivare all’autorizzazione per la costruzione del Deposito nazionale «è di circa quattro anni dalla definizione delle caratteristiche delle aree potenzialmente idonee, al netto di possibili ricorsi e ritardi».

«Sebbene l’intera realizzazione del Deposito nazionale e del relativo Parco tecnologico è prevista per la fine del 2025 – conclude il ministro Calenda – l’esercizio delle strutture per l’immagazzinamento dei rifiuti ad alta attività e del combustibile esaurito è previsto a partire dall’inizio del 2024», quindi «il rientro dei rifiuti solidi radioattivi italiani ad alta attività e processati all’estero potrà aver luogo già a partire da gennaio 2024».