Rifiuti, il termovalorizzatore di Scarlino rispetta le regole sull’abbattimento delle diossine

«Nei prossimi mesi ulteriori approfondimenti fino al tentativo di trovare una conciliazione, una sorta di accordo tra le parti in lite promosso dai consulenti del Tribunale»

[22 Gennaio 2018]

Ricorrono quest’anno i primi dieci anni di vita del termovalorizzatore di Scarlino Energia, in località Casone (Grosseto), ma due lustri non sono bastati a chiarire se l’impianto – ad oggi fermo – possa operare o meno. Un limbo senza fine cui nei giorni scorsi si è aggiunto un nuovo tassello.

«Scarlino Energia – comunicano dalla stessa società – era stata accusata di aver fornito misure non corrette sulle dimensioni dei forni e che questi producevano diossina in quanto inadeguati (non rispetto del tempo di permanenza (2 secondi) dei fumi ad una temperatura di almeno 850 °C). Ebbene, nella seduta di venerdì scorso della ormai famosa “class action” i consulenti tecnici nominati dal Tribunale hanno confermato che i forni sono conformi alle dimensioni dichiarate e che l’impianto rispetta le regole sull’abbattimento delle diossine».

Visti i risultati della seduta la Scarlino Energia, assistita dall’avvocato Antichi, si dice soddisfatta «in quanto le accuse di non conformità dell’impianto tanto sbandierate nelle scorse settimane dai vari “tecnici” ambientalisti e dagli organi di stampa si sono rilevate prive di ogni fondamento».

«Ma la storia non è ancora finita – continuano dall’azienda – nei prossimi mesi verranno svolti ulteriori approfondimenti tecnici, fino al tentativo di trovare una conciliazione, una sorta di accordo tra le parti in lite promosso dai consulenti del Tribunale, tra Scarlino Energia che vuole tornare a lavorare e la “class action” che persegue l’obiettivo di non riaccendere più l’inceneritore. Entro marzo i prossimi incontri che dovrebbero portare ad una conclusione del procedimento».

Tutto questo però non cambia il fatto che, ad oggi, nel termovalorizzatore di Scarlino quei forni siano ancora spenti, e nessun rifiuto vi venga bruciato. Qui una parte determinante della partita si gioca al di fuori dell’aula di tribunale, in attesa che sul tema si esprima la Regione Toscana.

È presso la Regione infatti che è in essere la richiesta ad operare per l’impianto, avanzata dalla Scarlino Energia: il nuovo procedimento coordinato di Via e Aia di competenza regionale è in corso.

L. A.