Scientific American contro Donald Trump: «La sua mancanza di rispetto per la scienza è allarmante»

«Le elezioni presidenziali Usa dimostrano quanto il dibattito politico sia degenerato dai principi fondatori della nazione: verità e prove»

[18 Agosto 2016]

Scientific American, uno dei mensili scientifici più prestigiosi del mondo, sferra con il suo editoriale di settembre – originariamente intitolato “The Tweets We Hold to Be Self-Evident” – un pesantissimo attacco a Donald Trump, candidato dal Partito Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti d’America.

L’editoriale ricorda che «Quattro anni fa, da  queste pagine, scrittore Shawn Otto aveva avvertito i nostri lettori sul pericolo di una crescente corrente antiscienza nella politica americana. “Portando l’opinione pubblica distante dai principi antiautoritari dei fondatori della nazione – scriveva  Otto – il nuovo negazionismo scientifico sta creando una crisi esistenziale come poche il Paese ha affrontato prima”. Otto scrisse queste parole nel caldo di una competizione elettorale per le elezioni presidenziali che ormai sembra normale in confronto a quella in cui la nazione si trova ora. Come a dimostrato a questo punto uno dei due principali candidati di partiti per la più alta carica del Paese ha ripetutamente e clamorosamente dimostrato un disprezzo, se non il disprezzo a titolo definitivo, per la scienza. Donald Trump ha anche mostrato una tendenza autoritaria alla base dei suoi argomenti politici base con affermazioni discutibili di fatto e un culto della personalità».

Scientific American, forse un po’ troppo patriotticamente e ottimisticamente, scrive che «Gli americani si sono a lungo vantati della loro capacità di vedere il mondo per quello che è, al contrario di quello che qualcuno dice che sia e di ciò che alla maggior parte delle persone capita di credere». Viene tirat in ballo anche la grande letteratura americana  e Huck Finn quando dice: «Non era così. Ci ho provato».  E l’editoriale continua sottolineando che «Il rispetto dell’evidenza non è solo una parte del carattere nazionale. Si va al cuore del particolare brand del governo democratico del paese. Quando i padri fondatori, tra cui Benjamin Franklin, scienziato e inventore, scrissero probabilmente la linea più importante nella Dichiarazione di Indipendenza – “Noi riteniamo queste verità di per se stesse evidenti” – stavano affermando che le fondamenta della nazione nascente erano nel primato della ragione basato sulle prove».

Non è abitudine di Scientific American fare endorsment per candidati politici, ma questa volta decide di prendere posizione a favore della scienza e i valori dell’Illuminismo da cui trae origine. «Per oltre 170 anni abbiamo documentato, nel bene e nel male, l’ascesa della scienza e della tecnologia e del loro impatto sulla nazione e il mondo – si legge nell’editoriale anti-Trump –  Abbiamo cercato di affermare nei nostri reportage, scritti e editoriali il principio secondo il quale il processo decisionale in materia di politica pubblica dovrebbe accettare le conclusioni dell’evidenza, riuniti in quello che lo spirito e i  metodi scientifici ci dicono essere vero».

Ma la politica marketing americana – diventata un virus che ha contaminato il mondo –ha avuto verso la scienza un’attenzione superficiale e, scrive Scientific American  «Nel corso degli ultimi decenni i fatti sono diventati un bene sottovalutato. Molti politici sono ostili alla scienza, su entrambi i lati dello scacchiere  politico. L’House Committee on Science, Space, and Technology (la commissione della Camera Usa, ndr) ha come pratica di routine quella di immischiarsi nelle questioni dei piccoli finanziamenti per la scienza  per segnare punti politici. La scienza non ha quasi svolto un ruolo visibile, mentre  dovrebbe informare i dibattiti sulla etichettatura degli alimenti geneticamente modificati, il fine vita e la politica energetica, tra i molti problemi».

Ma l’attuale campagna per le presidenziali Usa è qualcosa di molto diverso a quanto il mondo scientifico statunitense fosse finora abituato: «L’antiscienza percorre territori in precedenza inesplorati. Quando il principale candidato repubblicano alla presidenza ha twittato che il riscaldamento globale è un complotto cinese, quando minaccia di smantellare un accordo sul clima costato di 20 anni di lavoro e di eliminare una agenzia che applica i regolamenti sull’aria e l’acqua pulita, e parla appassionatamente di un legame tra vaccini e l’autismo che è stato completamente screditato anni fa, possiamo solo sperare di aver toccato il fondo e che non si possa far altro che risalire».

A ottobre, come già fece 4 anni fa, Scientific American  metterà insieme le risposte dalle campagne elettorali  dei candidati democratici e repubblicani sulle questioni di politica pubblica che riguardano la scienza, la tecnologia e la salute pubblica e quindi le pubblicherà on-line. «Sosterremo gli sforzi di ScienceDebate.org per convincere moderatori a fare domande sulle importanti problematiche inerenti alla scienza durante i dibattiti presidenziali. Incoraggiamo i leader politici del Paese a dimostrare rispetto per la verità scientifiche nelle parole e nelle opere. Ed esortiamo le persone che li votano ad esigere che si attengano a quello stesso  standard».

Uno standard che Donald Trump, in calo nei sondaggi e che sta perdendo il già tiepido appoggio del Partito Repubblicano, non può e non vuole rispettare.