Carestia in Camerun, Ciad, Niger e Nigeria: 7,1 milioni di persone soffrono la fame

Cresce la violenza legata al gruppo armato di Boko Haram, milioni di persone in fuga

[24 Febbraio 2017]

Col protrarsi dei conflitti e dell’instabilità, la situazione della sicurezza alimentare in Nigeria e nel bacino del lago Ciad sta drasticamente peggiorando, ha avvertito oggi la FAO ed ha fatto appello alla comunità internazionale affinché s’intervenga con urgenza ed in modo efficace per proteggere i mezzi di sussistenza di milioni di famiglie che dipendono dall’agricoltura, dall’allevamento del bestiame e dalla pesca per alimentarsi e per i propri mezzi di sussistenza.

Con la prossima stagione di semina, che inizia a maggio, e con la scarsità di foraggio e di punti d’acqua durante la stagione magra, è fondamentale che sementi, attrezzi e supporto al bestiame raggiungano le famiglie, per limitare la portata di questa crisi profonda che ormai coinvolge quattro paesi: il Camerun, il Ciad, il Niger e la Nigeria.

Sono circa 7,1 milioni le persone che adesso soffrono di un grave insicurezza alimentare nei quattro paesi. Tra loro 515.000 sono i bambini che soffrono di malnutrizione acuta grave – una condizione che, se non trattata, può portare a danni permanenti nello sviluppo e anche alla morte. La FAO è tra le agenzie delle Nazioni Unite che insieme ai governi partecipano alla Conferenza umanitaria di Oslo, organizzata per mobilitare finanziamenti internazionali per la regione colpita dalla crisi, dove dall’80 al 90% della popolazione dipende dall’agricoltura, dalla pesca e dall’allevamento del bestiame per il proprio sostentamento.

«Nelle zone più colpite, continua ad incombere la carestia – e milioni di persone rimarranno intrappolate in una grave situazione di fame se non mettiamo i contadini nelle condizioni di iniziare a coltivare adesso – ha affermato Dominique Burgeon, Direttore della Divisione Emergenza e Riabilitazione della FAO, che rappresenta la FAO alla conferenza – I nostri sforzi collettivi non possono essere limitati semplicemente ad evitare che la carestia si estenda.  Dobbiamo consentire alle persone di tornare a una vita dignitosa, e il sostegno all’agricoltura è fondamentale per entrambi i problemi». Oltre a ridurre la fame e aumentare la nutrizione, l’investimento negli agricoltori fornisce anche opportunità di lavoro che riducono la migrazione e limitano il potenziale di radicalizzazione dei giovani disoccupati, secondo Burgeon.

La violenza legata al gruppo armato di Boko Haram nel nord-est della Nigeria si è estesa a zone dei paesi vicini nel bacino del lago Ciad – in particolare, nel nord del Camerun, nel Ciad occidentale e nel sud-est del Niger – con effetti devastanti sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sussistenza. Con il bacino del lago Ciad che si avvicina un periodo critico nel calendario agricolo, la FAO lancia un appello urgente per 30 milioni di dollari per portare sostegno immediato di emergenza ed aiutare le famiglie contadine dei quattro paesi ad essere pronte per la semina per la prossima stagione di maggio ed impedire che scivolino in una lunga dipendenza dagli aiuti alimentari.  Saranno necessari in totale 232 milioni di dollari per garantire per i prossimi tre anni la produzione alimentare e l’accesso al cibo a tre milioni di persone nelle aree più colpite. La stragrande maggioranza dei fondi richiesti – circa 191 milioni – andranno alla Nigeria che risente maggiormente della crisi.

La violenza ha costretto milioni di persone in tutti e quattro i paesi ad abbandonare la propria casa e ha ostacolato l’accesso ai terreni e alle attività agricole creando enormi bisogni umanitari in una zona già alle prese con l’insicurezza alimentare, la povertà e il degrado ambientale. Le comunità ospitanti, in particolare, lottano ormai da diversi anni per alimentare gli sfollati, oltre a se stessi.  Con il miglioramento dell’accesso umanitario, che rivela l’entità dell’impatto del conflitto, è giunto il momento di sostenere sia coloro che sono rimasti sulla propria terra, sia coloro che hanno deciso di tornare.

Nel solo Stato di Borno, la popolazione in crisi nella fase di emergenza e catastrofe di insicurezza alimentare (fase da 3 a 5 sulla scala di cinque livelli usata dalle agenzie umanitarie) è aumentata passando da 2 milioni nel mese di agosto 2016  a 3.3 milioni in ottobre-dicembre 2016. Le popolazioni più colpite in questo gruppo non sono in grado di nutrirsi e hanno esaurito tutte le risorse vendendo tutto ciò che possedevano, comprese le sementi, gli attrezzi e il bestiame. Se non si interviene in agosto 2017, al culmine della stagione magra, questo numero è destinato a salire a 3,6 milioni. L’ONU prevede che saranno circa 120.000 le persone che dovranno affrontare condizioni di carestia in Nigeria. Di questi, la stragrande maggioranza – circa il 96% – saranno nello stato di Borno.

L’assistenza agricola d’emergenza deve andare di pari passo con l’assistenza alimentare per essere efficace durante la prossima stagione magra. A tal fine, la FAO collabora con il Programma Alimentare Mondiale (WFP) per garantire che le famiglie vulnerabili – soprattutto sfollati e comunità di accoglienza – ricevano assistenza alimentare, e allo stesso tempo sostegno all’agricoltura attraverso la fornitura di sementi, attrezzi e fertilizzanti. In questo modo, saranno in grado di ripristinare e proteggere i propri mezzi di sostentamento e le attività per la produzione alimentare in corso.

La strategia a lungo termine della FAO per la regione del Lago Ciad pone un accento particolare al sostegno ai rifugiati, alle famiglie sfollate e alle comunità ospitanti, in quanto questi sono i gruppi più vulnerabili in questa crisi. Gli interventi sono orientati a migliorare la loro sicurezza alimentare e la nutrizione e costruire la loro capacità di recupero in modo che siano meglio attrezzati per gestire shock futuri. Inoltre, il ripristino di condizioni di vita basate sull’agricoltura offrirà un’occasione unica per aprire la strada alla ripresa e alla pace nelle zone colpite.  La strategia comprende non solo la fornitura di input agricoli e zootecnici, ma anche la formazione tecnica, trasferimenti di denaro, la formazione nella gestione delle risorse naturali, e il supporto nella costituzione di fondi gestiti dalle comunità per ridurre la vulnerabilità agli shock.

di FAO