La Catalogna dopo il voto: «Stiamo facendo la rivoluzione dei sorrisi»

[30 Settembre 2015]

Noi catalani siamo un popolo di 7 milioni di persone, delle quali il 70% (loro oppure i loro genitori) nate fuori della Catalogna. Parliamo il catalano, lo spagnolo e altre 292 lingue. Fino a 300 anni fa eravamo un Paese indipendente, quando, dopo una guerra persa contro i Borboni, ci venne vietato l’uso della nostra lingua e delle nostre leggi.

Ma noi non guardiamo al passato. Ben 5 anni fa abbiamo chiesto il diritto di decidere se come popolo preferiamo di governarci da noi stessi, andandocene dallo Stato spagnolo. Esercitare il dritto di autodeterminazione, riconosciuto dalle Nazioni Unite. Volevamo sapere quanti di noi sono favorevoli a diventare uno stato europeo come la Danimarca, la Slovenia o i Paesi Bassi.

Una Repubblica senza re, senza “toros”. Una Repubblica che lavora per le persone e non per le oligarchie, nella quale i privilegi spariscono e non diventano sempre più importanti per quelli che da secoli sono al potere, con i Borboni, con Franco oppure con la destra o la sinistra corrotta. Ecco quello che abbiamo fatto domenica scorsa: contare quanti di noi vogliono  ricominciare da zero e fare una nuova Repubblica, per tutti.

E abbiamo vinto. Con una maggioranza parlamentare assoluta di 72 parlamentari – su 135 – per l’indipendenza, di cui 62 della coalizione di centro-sinistra “”Junts pel si”,  della quale fa parte Esquerra Republicana de Catalunya,  e 10 della Candidatura d’Unitat Popular, di Sinistra anticapitalista.

Non abbiamo fatto altro che esercitare la democrazia. Ne siamo fieri e le conseguenze vanno portate avanti, anche con la disubbidienza se lo Stato spagnolo si rifiuta di negoziare. Siamo alle porte di una nuova tappa nella nostra storia. Piena di speranze, piena di illusioni, contro niente, per il popolo.

Stiamo facendo la rivoluzione della democrazia, la rivoluzione dei sorrisi.

di Mireia Mata i Solsona*, in esclusiva per greenreport.it

*Direzione Nazionale di Esquerra Republicana de Catalunya. Vicesegretaria generale per l’ambiente, si è occupata della campagna settoriale per le donne