Le violenze in Nigeria costringono altri 23.000 rifugiati a fuggire in Niger

Scontri settari e tra pastori e agricoltori. Donne e bambini fuggono da violenza estrema e rapimenti

[13 Maggio 2020]

Secondo l’United Nations high commissioner for refugees (Unhcr), «Le continue violenze in corso in alcune aree della Nigeria nord-occidentale ad aprile hanno costretto circa 23.000 persone a mettersi in salvo in Niger, portando a più di 60.000 unità il totale di rifugiati che da questa regione hanno cercato sicurezza nel vicino Paese, da quando è stato registrato il primo afflusso ad aprile dell’anno scorso».

E’ infatti da un mese che la gente fugge dagli attacchi delle milizie armate legar te a Boko Haram e ad altri gruppi attivi negli Stati nigeriani di Sokoto, Zamfara e Katsina. La maggior parte di loro ha trovato rifugio nella regione di Maradi, in Niger. Interi villaggi sono anche in fuga lungo altre aree di frontiera in Niger, dove ci sono quasi 20.000 sfollati interni.

l’Unhcr è fortemente preoccupata «per il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza in Nigeria e per il rischio che le incursioni armate sconfinino in Niger. Il più recente afflusso di rifugiati, soprattutto donne e bambini, è stato registrato in seguito agli attacchi condotti negli Stati nigeriani di Katsina, Sokoto e Zamfara nel mese di aprile. Il portavoce dell’ Unhcr, Babar Baloch ha detto che I rifugiati raccontano di «atti di violenza estrema che si scatenano contro i civili, con in particolare morti, rapimenti per chiedere riscatti e saccheggi di villaggi. Numerosi villaggi di differenti aree governative locali (Local Government Area/LGA) hanno subito aggressioni da persone armate. L’attacco più mortale ha fatto registrare l’assassinio di 47 persone nelle LGA di Kankara, Danmusa e Dusi-ma, nello Stato di Katsina, causando la controffensiva aerea delle forze armate nigeriane».

Baloch, ha fatto notare che il poverissimo Niger permette ai rifugiati dalla Nigeria di cercare protezione in Niger nonostante la chiusura dei confini imposta dal rischio di diffusione del Covid-19, ma l’Unhcr sottolinea che «I nuovi arrivati hanno bisogno con urgenza di acqua, cibo, accesso all’assistenza sanitaria, nonché alloggio e indumenti. Dovendo mettersi in salvo, molti hanno potuto portare con sé a malapena i propri effetti personali».

Molti tra i rifugiati, costituiti in gran parte da donne e bambini, sono stati coinvolti non in scontri con gli islamisti ma tra agricoltori e pastori di differenti gruppi etnici e vengono segnalati molti casi di giustizia sommaria. L’Unhcr precisa che «Circa il 95% dei rifugiati proviene dallo Stato nigeriano di Sokoto, il resto dagli Stati di Kano, Zamfara e Katsina», in una delle regioni del mondo più colpita dai cambiamenti climatici e dall’insicurezza alimentare.

Le violenze non sono direttamente legate ai gruppi islamisti armati attivi nelle regioni del bacino del Lago Ciad e del Sahel. Tuttavia, portano anche la regione di Maradi a ricadere tra le aree che in Niger sono teatro di instabilità, tra cui Diffa, Tillaberi e Tahoua, riducendo ulteriormente le risorse finanziarie a disposizione degli attori umanitari e la loro capacità di rispondere.

L’Agenzia Onu per i rifugiati sta lavorando in stretto coordinamento con le autorità del Niger per trasferire almeno 7.000 rifugiati in aree sicure, in villaggi distanti 20 km dal confine, «dove è possibile assicurare acqua, cibo, alloggio, cure mediche e altri aiuti essenziali. Il trasferimento permetterà anche di allentare la pressione sulle comunità di accoglienza delle aree di frontiera, che non dispongono di infrastrutture e servizi di base adeguati».

In quest’area dove l’Unione europea aveva promesso un intervento risoluti, stanziando milioni di euro per addestrare le truppe del Niger e per bloccare i migranti, L’Unhcr è stata presente fin dall’inizio dell’emergenza assicurando una risposta che ha dato priorità alle attività salvavita, procedure di identificazione e registrazione, monitoraggio della frontiera e delle esigenze di protezione, istruzione, cure mediche, alloggio e approvvigionamento e servizi igienico-sanitari. I una nota l’Agenzia Onu sottolinea che «E’ necessario che l’UNHCR continui a svolgere le procedure di registrazione biometrica dei rifugiati per poterne valutare meglio le esigenze e guidare le operazioni di risposta umanitaria. L’agenzia, inoltre, sta dialogando regolarmente con le autorità per adottare un approccio di riconoscimento prima facie dei rifugiati in fuga dalla Nigeria in arrivo nella regione».