L’orrore di Idlib che nessuno vuol vedere. Appello per salvare 3 milioni di siriani (VIDEO)

«Idlib è sull'orlo di un incubo umanitario diverso da tutto ciò che abbiamo visto in questo secolo».

[28 Giugno 2019]

L’Onu ha lanciato un appello per stabilizzare la situaziona a Idlib, «Diventata molto preoccupante» e a sostenere le priorità umanitarie in Siria. Geir Pedersen, inviato speciale dell’Onu in Siria, ha detto al Consiglio di sicurezza della Nazioni unite che : «Non ci sono soluzioni facili per  facile pour Idlib  Ma il solo modo di trovare una soluzione è quello di cessare le ostilità».

In questa provincia del nord-est della Siria, uno degli ultimi territori ancora in mano alle milizie jihadiste che oppongono una disperata resistenza alle forze dell’esercito siriano del regime di Bashir al Assad  che – sostenuto da russi, iraniani e hezbollah libanesi – continua a martellare gli islamisti e i cenri abitati con raid aerei e tiri di artiglieria e razzi, 3 milioni di persone sono ostaggio delle diverse fazioni in guerra.

Di fronte al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Pedersen ha detto di sperare che la Russia e la Turchia (che appoggia e arma i jihadisti) «operino senza più tardare per la stabilizzazione della situazione nel nord-ovest della Siria» Mosca e  Ankara hanno risposto che restano impegnate a far rispettare l’accordo concluso  nel settembre 2018 che prevede una zona demilitarizzata sotto il loro controllo nella regione di Idlib, ma Pedersen ha ribattuto «Dobbiamo ancora vedere questa assicurazione tradotta sul terreno».

Intervenendo al  meeting della Syria Humanitarian Taskforce a Ginevra.  Najat Rochdi, la Consigliera umanitaria dell’inviato speciale dell’Onu in Siria, ha denunciato che nell’ultima offensiva delle forze governative siriane nella cosiddetta area di de-escalation nella Siria nordoccidentale, sono stati uccisi più di 300 civili, tra cui molte donne e bambini e ha ricordato l’ambulanza che era stata colpita dai bombardamenti aerei proprio la scorsa settimana e la morte di tre operatori sanitari, che stavano tentando di salvare una paziente, morta anche le, mentre stavano cercando di raggiungere un ospedale locale. Ha detto che «Deve essere fatto tutto il possibile per proteggere i civili. I principi e i valori universali devono prevalere quando sono in gioco tante vite innocenti». Pedersen e la Rochdi hanno chiesto l’attenzione della comunità internazionale  «su due situazioni umanitarie gravi  nei campi di Rukban, nel  sud della Siria, e di ’Al Hol, nel  nord-est del Paese».

La la Rochdi  ha nuovamente chiesto «Un accesso umanitario al campo di Rukban, dove circa 27.000 persone sono private dei servizi più elementari. E’ vergognosa la sorte riservata a migliaia di bambini del campo di Al Hol, chiedo che vengano loro date cure e protezione, conformemente al diritto umanitario».

La Rochdi ha ricordato agli Stati membri dell’Onu  che «Quest’anno sono necessari 3,3 miliardi di dollari per apportare un aiuto umanitario a più di 11 milioni di siriani bisognosi, ad oggi, solamente è stato ricevuto il 23% richiesti».

Pedersen  ha invitato I leader dei Paesi del G20 che partecipano al summit di Osaka, in Giappo, a «mettere la situazione in Siria in testa alle questioni del loro ordine del giorno. Idlib non è solo un problema umanitario e non si limita alla Siria, ma rischia di diventare una polveriera  con un rischio di escalation regionale»

Nel un video-appello “Idlib, Syria #TheWorldIsWatching”  (che pubblichiamo) i leader delle organizzazioni umanitarie  lanciano una campagna mondiale di solidarietà con i civili intrappolati ed esposti a continue minacce e violenze: «Troppi sono già morti» dicono ricordando che ci sono leggi che vanno rispettate anche durante le guerra, mente invece si moltiplicano gli i attacchi delle forze governative e dei loro alleati su ospedali, scuole e mercat e la durissima resistenza delle milizie estremiste che controllano gran parte del territorio utilizza di fatto i civili come ostaggi.

Le organizzazioni umanitarie avvertono: «Idlib è sull’orlo di un incubo umanitario diverso da tutto ciò che abbiamo visto in questo secolo».

Il capo delle operazioni di soccorso e coordinatore umanitario dell’Onu, Mark Lowcock, conferma la gravità della situazione: «I nostri peggiori timori si stanno materializzando … Ancora una volta civili innocenti stanno pagando il prezzo del fallimento politico per fermare la violenza e fare ciò che è richiesto dal diritto internazionale: proteggere tutti i civili».

La popolazione del governatorato di Idlib è quasi raddoppiata dal 2015 a causa di un enorme afflusso di profughi fuggiti dai combattimenti urbani in città come Aleppo e a Ghouta orientale. Almeno 330.000 persone sono state costrette a cercare nuovamente rifugio a causa dell’enorme aumento della violenza degli ultimi due mesi. In molti non sanno letteralmente dove andare. Lowcock. Sottolinea: «La nostra campagna esprime solidarietà alle famiglie sotto attacco e dice a tutti che stiamo guardando e testimoniando ciò che sta accadendo». Un avvertimento rivolto al mondo che ha voltato la faccia dall’altra parte di fronte alla tragedia siriana, Italia compresa.

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