Crolla il centrodestra e in particolare la destra democristiana CDS. Gli ecologisti/animalisti prendono 3 seggi

Portogallo: quando la sinistra vince perché fa la sinistra

I socialisti vogliono riconfermare ed estendere l’accordo con sinistra radicale, comunisti e verdi

[7 Ottobre 2019]

Il vero vincitore delle elezioni di ieri in Portogallo è il Partido Socialista (PS) e e il merito è del suo leader e primo ministro uscente, António Costa, che ha voluto, anche contro l’ala moderata del PS, la jeringonça, l’accordo con l’appoggio esterno con il  Bloco de Esquerda e il Partido Comunista/Los Verdes che ha governato bene il Paese negli ultimi 4 anni.

Di fronte a centinaia di socialisti che festeggiavano la vittoria Lisbona, Costa ha commentato: «Ai portoghesi è piaciuta la “geringonça” e auspicano il proseguimento dell’attuale soluzione politica, ora con un PS più forte», Costa ha rivelato che oltre che con la sinistra radicale e i comunisti, il PS «Stabilirà contatti con il PAN (eclogisti/animalisti, ndr) e Izquierda Livre, che ha eletto un deputato per la prima volta, per inserirli in un nuovo accordo per la prossima legislatura».

Secondo la vicesegretaria generale del PS, Ana Catarina Mendes, « I risultati elettorali indicano una vittoria molto chiara” dei socialisti e una sconfitta storica per il PSD e il CDS-PP nel loro insieme. Tutto indica una vittoria molto chiara per il PS. C’è una chiara volontà degli elettori di continuare con un governo di stabilità guidato dal PS. E il PS si impegnerà perché i prossimi quattro anni siano di progresso politico e sociale per il Portogallo».

Nonostante l’astensione più alta della storia: il 45% (forse anche perché l’esito del voto sembrava scontato) il PS si è aggiudicato il 36,6% dei voti e 106 seggi (+ 4,3% e gli mancano 6 seggi per la maggioranza assoluta), segue con il Partido Social Democrata (PSD . centrodestra) con 27,9% e 77 seggi che nel 2015 si presentò in coalizione con i democristiani di destra del CDS ottenendo il 38,6% e 107 seggi, una sconfitta davvero storica per il centrodestra portoghese, visto che il CDS si ferma al 4,2% e 5 seggi e l’ex coalizione perde il 6,5% e 25 seggi. Nonostante questo, il capo del PSD, Rui Rio, si è vantato di aver ottenuto un grosso successo, visto che il PS lo ha staccato dell’8% e non del 20% come dicevano in molti.

Chi si contenta gode, verrebbe da dire, visto che la sinistra portoghese nel suo insieme raggiunge il 57,4% dei voti e che la terza forza del Parlamento di Lisbona è il Bloco de Esquerda che con il 9,7% e 19 deputati conferma il risultato di 4 anni fa, pur con un leggero calo dello 0,5% dovuto a una scissione; segue il Partido Comunista in coalizione con Los Verdes con il 6,7% e 12 seggi e in calo rispetto all’8,3% e 17 seggi del 2015. Gli ambientalisti portoghesi sembrano aver scelto il PAN (Pessoas-Animais-Natureza) che entra in Parlamento con il 3,3% e 4 seggi, un bel salto rispetto all’1,4% e al seggio conquistato nel 2015. Ottiene l’1,3% dei voti ed entra in parlamento con un deputato l’estrema destra del Chega, lo stesso risultato di Iniciativa Liberal. Un deputato anche per Izquierda Livre (1,1%), gli scissionisti del Bloco de Esquerda. Se si contano anche i Verdi alleati dei comunisti, nel Parlamento di Lisbona sono rappresentate 10 forze politiche

Anche se Costa ha subito detto di voler riproporre l’accordo parlamentare con la sinistra radicale del Bloco e i comunisti, Il leader del Partido Comunista, Jerónimo de Sousa (unico sconfitto a sinistra), ha risposto che «Questa formula non si ripeterà perché chiediamo un patto con obiettivi concreti» e tra questi i comunisti citano un salario minimo da 600 a 850 euro mensili, un aumento salariale generale di 90 auro al mese e il ritiro della riforma del lavoro della troika, imposto al Portogallo da BCE, Commissione europea e FMI per uscire dalla crisi nella quale lo aveva sprofondato il centro-destra.

La leader del Bloco de Esquerda, Catarina Martíns, si è mostrata più disposta a un accordo di legislatura o ad accordi annuali con i socialisti, però basati sempre su obiettivi programmatici e in particolare su forti investimenti nei servizi pubblici.

Una cosa è certa: l’elettorato portoghese ha premiato il buon governo di una strana coalizione di sinistra: un monocolore socialista che trattava con sinistra radicale e comunisti le iniziative e i programmi del governo e che ha dimostrato che si può governare e uscire dall’austerity con i un mix di pragmatismo e idealismo e di progresso sociale. A fare rumore è soprattutto il tracollo della destra del CDS e il suo leader, Assunçao Cristas, ha annunciato le dimissioni e un congresso straordinario. In Portogallo, un Paese dove molti cittadini sono originari delle ex colonie africane e dove è molto più facile immigrare che in Italia, non ha pagato la politica di destra e anti-immigrati che invece in Italia porta voti.