Salvini, un confuso elefante leghista nella cristalleria mediorientale

Dichiarazioni che mettono a rischio la missione italiana in Libano e il ruolo dell’Italia in Medio Oriente

[12 Dicembre 2018]

Le dichiarazioni su Hezbollah e su Israele del vicepremier e ministro degli interni Matteo Salvini, che oggi ha indossato la giacca di ministro degli esteri (del resto appannaggio di un fantasmatico titolare) e nuovamente quella di ministro dello sviluppo economico (annunciando un accordo con Israele su un gasdotto) dimostrano che il  nuovo uomo forte dell’Italia è in realtà un dilettante che, come il suo maestro Berlusconi, dice quel che il suo interlocutore vuole sentirsi dire.

Questa volta, omaggiando un po’ troppo sopra le righe un vecchio pescecane della politica israeliana come Benjamin Netanyahu e attaccando a testa bassa Hezbollah – che fa parte di un governo amico dell’Italia come quello libanese – ha asserito di aver visto con i proprio occhi – addirittura toccato con mano – i “tunnel” dove gli hezbollah nascondono i missili  che evidentemente non vedono i nostri soldati, che pattugliano quell’area fin dalla fine della guerra civile libanese e dell’invasione israeliana. Se Hazbollah avesse li quei missili (che ha ben nascosti da altre parti) non li terrebbe certo in bella mostra per farli vedere a Matteo Salvini in gita su un aereo israeliano, forse l’amico Netanyahu ha preso leggermente in giro Salvini con una delle fake news di cui è maestro.

Comunque, Salvini è così riuscito a far incazzare in una sola volta il Libano, la Russia e l’Iran che sono alleati di Hezbollah e a mettere a rischio la nostra missione di pace in Libano. Il tutto  non certo per difendere la democrazia israeliana o il diritto di Israele ad esistere, ma per compiacere un governo di destra che continua a bombardare la Siria, la Striscia di Gaza a occupare la Cisgiordania e che vorrebbe scatenare una guerra globale – anche nucleare –  contro l’Iran che avrebbe conseguenze devastanti.

Quello prono di fronte a  Netanyahu sembrava un altro politico rispetto al Salvini che va in pellegrinaggio a Mosca ad abbeverarsi al verbo di Vladimir Putin e che da segretario della Lega già Nord diceva che per risolvere il problema dei jihadisti sunniti siriani (appoggiati palesemente dall’Arabia saudita e dalla Turchia e nemmeno tanto segretamente da Israele) bisognava fare come la Russia. Peccato che a combattere sul terreno in Siria con i russi  (e a liberare e proteggere i villaggi cristiani) ci siano proprio i terroristi sciiti di Hezbollah che in Libano governano con i  partiti cristiani.

Peccato che gli iraniani,  che evidentemente Salvini considera finanziatori dei terroristi come il suo nuovo amico Netanyahu, siano alleati di ferro del suo idolo Vladimir Putin, che fornisce alla Repubblica Islamica anche l’uranio per far funzionare la centrale e gli impianti nucleari che Israele vorrebbe bombardare. Peccato che l’Italia sia (almeno fino a che ce lo consentirà Trump) il principale partner commerciale dell’Iran.

Di Maio, che ha già le sue gatte da pelare con il TAP pugliese, probabilmente non ha preso molto bene l’ennesima invasione di campo di Salvini, che ora vorrebbe far approdare nel Sud Italia (in terra pentastellata) un altro gasdotto, questa volta israeliano, che dovrebbe pompare il gas da una delle aree più pericolose e contese del pianeta: il mare a confine tra Libano e Israele sul quale fioccano rivendicazioni e minacce di interventi armati.

La gita israeliana del vicepremier e ministro degli interni – e ministro degli esteri e dello sviluppo economico supplente –  Salvini dimostra tutto l’avventurismo e il pressappochismo di chi è riuscito a dire che chi critica Israele è «un sadico masochista», dopo aver sfilato in Italia con Casapound e con altri movimenti antisemiti (e averne preso i voti).

Non siamo convinti che Salvini sia un buon ministro dell’interno, ma siamo sicuri che sarebbe un pessimo e disinformato ministro degli esteri.

Di fronte a tanto pericoloso pressappochismo sembrano addirittura sagge le parole di Giorgia Meloni su Hezbollah e la situazione mediorientale. Per compiacere il potente di turno, Salvini si è fatto scavalcare a sinistra da Fratelli d’Italia, o forse ha scavalcato lui a destra i neofascisti.

Ci sarebbe da ridere per tanta contraddittoria confusione ideologica e geopolitica che oscilla tra il putinismo e la denuncia come terroristi degli alleati di Putin, ma purtroppo questo pericoloso e intricato groviglio di avventuristiche dichiarazioni è stato confezionato da chi sembra avere in pugno il governo del nostro Paese.

Se c’è qualcuno nel governo del cambiamento che ha davvero a cuore il ruolo (e la sicurezza) dell’Italia in Medio Oriente, batta un colpo.