Sea watch3, Legambiente e Greenpeace: facciamoli scendere. Rispettate le leggi del mare e degli uomini

Basta a questa deriva disumana che ha assunto la politica, restiamo umani!

[28 Gennaio 2019]

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, che ieri era a Siracusa insieme al circolo locale del Cigno Verde e a quelli di Augusta, Caltagirone, Piazza Armerina e Scicli , racconta: «Siamo stati al porto di Pozzallo per stare al fianco della Proactiva dopo il sequestro della Open Arms a marzo, abbiamo partecipato alla mobilitazione in agosto sulla Diciotti nel porto di Catania e non potevamo non esserci alla manifestazione di Siracusa sulla Sea Watch3 – La grande novità di oggi è che un comune importante governato da un’amministrazione sostenuta da una coalizione trasversale, con anche rappresentanti istituzionali di centrodestra come l’assessore Fabio Granata, espliciti l’intenzione di aprire il proprio porto per accogliere dei disperati che fuggono dai loro Paesi spesso per responsabilità di quelli occidentali che li rendono invivibili a causa dei cambiamenti climatici, delle tensioni o delle guerre causate dall’accaparramento delle risorse energetiche o delle materie prime dei sottosuoli. Il governo nazionale e il ministro dell’Interno imparino dalla lezione impartita dall’amministrazione di Siracusa questa mattina. Il dramma dell’immigrazione non si può risolvere chiudendo i porti e alzando muri e barricate, ma preparandoci a un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. È ora di dire basta a questa deriva disumana che ha assunto la politica, restiamo umani!».

Una convinzione trasversale che si è concretizzata con la salita a bordo – non autorizzata –  della Sea Watch3 di tre parlamentari Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra italiana (Liberi e Uguali) l’ex ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo (Forza Italia) e Riccardo Magi (+Europa) e s del Sindaco di Siracusa che hanno potuto constatare le condizioni di quelli che ormai anche Silvio Berlusconi definisce 47 ostaggi della campagna elettorale di Matteo Salvini. Come ha detto Fratoianni «Sono persone che hanno vissuto traumi terribili ci hanno mostrato le loro cicatrici, quelle delle torture. Stavano per morire, sono state salvate e ora hanno di diritto a sbarcare in un porto sicuro».

Un’opinione condivisa con forza da Greenpeace che esprime «sconcerto e disgusto per la vicenda che oggi vede 47 persone intrappolate sulla nave Sea Watch appena fuori il porto di Siracusa. La nostra solidarietà va a queste ennesime vittime della crudele avventura di chi, per bieco tornaconto elettorale, alimenta odio e paura invece di coltivare e rispettare le tradizioni di accoglienza e solidarietà degli uomini di mare, in tutto il mondo e in particolare in Italia. E’ triste invece verificare che oggi l’Italia sta violando questi principii e una fondamentale legge del mare come la Convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo del 1979, che obbliga gli Stati firmatari (tra cui l’Italia che ha aderito alla Convenzione con la Legge n.147 del 3 aprile 1989) a “…garantire che sia prestata assistenza ad ogni persona in pericolo in mare… senza distinzioni relative alla nazionalità o allo status di tale persona o alle circostanze nelle quali tale persona viene trovata” (Capitolo 2.1.10), nonché a “… fornirle le prime cure mediche o di altro genere ed a trasferirla in un luogo sicuro” (Capitolo 1.3.2)».

Greenpeace ricorda di essere nata in mare, dove svolge gran parte della sua attività, e per questo «sa bene cosa vuol dire trovarsi in difficoltà in mezzo alle onde. Quello che invece non riusciamo facilmente a immaginare è la paura, il terrore di chi deve fuggire dal suo mondo, dalla sua casa, per poter sperare in un futuro appena decente affrontando prove agghiaccianti.

La fuga dei migranti che rischiano la vita per attraversare un deserto prima e il Mediterraneo dopo impone una riflessione alle nostre coscienze. Sappiamo infatti che gli interessi dei Paesi ricchi del “Nord” sono dietro i conflitti e i disastri ambientali che sono spesso la causa – diretta o indiretta – di flussi migratori che fatalmente aumenteranno se noi – che possiamo – non interverremo. Aiutare queste persone è nel nostro interesse. Costruire muri, e criminalizzare chi generosamente interviene per prestare soccorso ai migranti, ci condanna a un futuro di conflitti insostenibili».

Anche per questo, Greenpeace Italia ha deciso di sostenere l’appello per il Premio Nobel a Riace: un esempio di integrazione e accoglienza.

Legambiente invita tutti a firmare “Welcoming Europe: per un’Europa che accoglie”, un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) di cui l’associazione ambientalista è promotrice insieme a tante altre associazioni e che ha come obiettivo il cambiamento delle politiche europee sui migranti. Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi sono i tre obiettivi dell’iniziativa dei cittadini europei (ICE) “Welcoming Europe”. Serve un milione di firme in 12 mesi in almeno 7 paesi membri entro febbraio 2019.