Usa, UK e Francia bombardano la Siria. Le reazioni di Russia, Iran e Assad (VIDEO)

L’ambasciatore russo all’Onu: «Le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze»

[14 Aprile 2018]

«Ho ordinato l’attacco alla Siria». L’annuncio del presidente Usa Donald Trump è arrivato poche ore prima che venissero colpiti obiettivi siriani, a quanto pare evitando accuratamente quelli dove sono presenti militari russi, E proprio a Mosca si è rivolto Trump dicendo che «La Russia deve decidere se continuare lungo questo sentiero buio o se si unirà alle nazioni civilizzate quale forza di stabilità e pace. Magari un giorno andremo d’accordo con la Russia, e forse perfino l’Iran, ma forse no». Trump ha avvertito che se Damasco «non smetterà di usare armi chimiche» gli attacchi proseguiranno

La risposta non si è fatta attendere L’ambasciatore russo all’Onu ha scritto su un tweet rilanciato dall’agenzia ufficiale Tass: «Uno scenario precostituito è in corso di esecuzione. Ancora una volta. ci minacciano. Avevamo avvertito che le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze».

Il segretario della difesa Usa, Jim Mattis, ha confermato che gli attacchi contro diversi obiettivi sono stati più pesanti di quelli del 2017, però sono stati solo un forte avvertimento al presidente siriani Bashir Al Assad.

Mattis ha aggiunto che l’attacco contro la Siria è stato lanciato per «Difendere gli interessi degli Usa» e che ce ne potrebbero essere altri se  Assad «deciderà ancora di usare armi chimiche in futuro», anche se per ora non ce ne sono altri pianificati.

Il capo del Pentagono ha nuovamente accusato la Siria di aver realizzato un attacco chimico a Guta, accusa respinta da Assad e dai suoi alleati russi e iraniani che parlano di una montatura orchestrata dalla Gran Bretagna in combutta con i ribelli jihadisti e al-qaedisti che si stavano ritirando di fronte all’avanzata delle truppe del regime.

Mattis ha sottolineato che l’attacco di stanotte aveva lo stesso obiettivo dei missili lanciati contro la siria nell’aprile 2017: «Distruggere la capacità di ricerca, sviluppo e produzione di armi chimiche del regime siriano. Siamo stati molto precisi e proporzionati però, allo stesso tempo, è stato un colpo forte». Un attacco lanciato insieme a Gran Bretagna e Francia da quella che Mattis ha definito «Uno team ben definito che agisce insieme nei cattivi e buoni momenti». Stamattina il capo del Pentagono ha aggiunto che nell’attacco di stanotte sono stati usati «Quasi il doppio dei missili dell’anno scorso». Nell’attacco dell’aprile del 2017, gli Usa attaccarono la Siria con 59 missili, questa volta avrebbero superato i 100.

Mattis ha confermato che per ora gli attacchi ordinati da Trump contro la Siria sono «terminati» e che per ora  «non ci sono previsioni di nuove azioni. Insieme abbiamo inviato un messaggio chiaro ad Assad e ai suoi luogotenenti assassini, che non devono perpetrare altri attacchi con armi chimiche per i quali li riterremo responsabili».

Ma era lo stato lo stesso Mattis ad aver ammesso nei giorni scorsi che gli Usa non avevano prove dirette dell’utilizzo di armi chimiche a Duma: «Non abbiamo truppe, lì non siamo coinvolti sul terreno, così non posso dire che abbiamo prove, nonostante contiamo su molti indizi».

Le prove dicono di averle inglesi e francesi, ma l’ambasciata russa a Londra dice che a Duma «Non si trovano persone trattate per intossicazione chimica» e che l’episodio che ha scatenato l’attacco di stanotte sarebbe in realtà una montatura ordita dal governo britannico «per sviare l’attenzione sul caso Skripal, l’avvelenamento radioattivo della spia russa per il quale Putin viene accusato di essere il mandante. Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha assicurato che il governo di Mosca «Ha dati irrefutabili che si tratta di una nuova messa in scena capeggiata da un Paese che si distingue per essere all’avanguardia della campagna russofona».

La Russia aveva ottenuto una nuova riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Siria e il portavoce del ministero della difesa russo, il generale Igor Konashenkov,  ha annunciato: «Abbiamo le prove che dimostrano il coinvolgimento della Gran Bretagna in un’operazione chimica provocatoria in Siria. Siamo certi che dal 3 al 6 aprile sui rappresentanti dei cosiddetti Caschi Bianchi sono state fatte fortissime pressioni da Londra perché realizzassero il prima possibile la provocazione (con armi chimiche) che era stata già preparata».

Poche ore prima, Lavrov si era detto certo che gli esperti dell’Organization for the Prohibition of Chemical Weapons Opac (Opcw) – l’organizzazione che ha vinto il Premio Nobel per la pace e che è arrivata con i suoi esperti in Siria su richiesta dello stesso regime di Assad – «Non troveranno nulla a Duma». Per l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia,« Usa, Francia e Gran Bretagna sono interessati solo a rovesciare Assad in Siria e a contenere Mosca». Il regime di Damasco ha definito «poco convincenti» le accuse degli occidentali contro l’esercito regolare siriano  contre e ha ricordato che il suo arsenale chimico è stato evacuato dal Paese e distrutto (anche da Usa e Italia) sotto il controllo dell’Opcw.

La rappresentate permanente all’Onu della Gran Bretagna, Karen Pierce, ha respinto sdegnosamente le accuse di russi e siriani. Dopo è partito l’attacco contro le basi di Assad che, secondo l’agenzia ufficiale siriana Sana, si è dispiegato nelle prime ore di stanotte.

Il ministero della difesa russo conferma che la coalizione occidentale «ha lanciato più di 100 missili da crociera e missili suolo-aria da due navi americane posizionate nel Mar Rosso» e che è stato colpito anche un centro di ricerca siriano. Il Pentagono invece dice che «Sono stati colpiti dai missili cruise Tomahawk  tre obiettivi strategici nell’area di Damasco: infrastrutture, siti di stoccaggio  di agenti chimici» e alcuni media Usa riportano che nel corso dell’attacco sarebbero stati completamente distrutti tre centri di ricerca scientifica. Nonostante il massiccio attacco non ci sarebbero vittime, solo qualche ferito, anche perché i siti militari colpiti rerano stati evacuati da diversi giorni in base a informazioni fornite da Mosca a Damasco.

Il regime siriano ha denunciato «l’aggressione barbara e brutale degli occidentali» e ha detto di aver abbattuto con la sua contraerea  (naturalmente fornita dai russi) almeno un terzo dei missili». In un comunicato l’esercito siriano afferma: «Abbiamo resistito all’attacco. I russi ci avevano avvertito per tempo ed avevamo evacuato tutte le basi giorni prima».

Anche secondo il comando militare russo «Il sistema di difesa aerea siriano ha resistito con successo all’attacco e la maggioranza dei missili sono stati intercettati prima che colpissero gli obiettivi». La televisione russa RT spiega che per respingere gli attacchi, «Le forze di difesa siriane hanno fatto ricorso ai sistemi antimissili C-125, Buk e Kvadrat, prodotti in Unione sovietica 30 anni fa», una specie di beffa della Guerra fredda diventata calda in Siria. Intanto, stamattina a Damasco ci sono manifestazioni contro l’attacco occidentale alle quali partecipano manifestanti (e soldati russi) che sventolano bandiere siriane e russe.

Oggi la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zajarakova, ha detto che L’attacco congiunto perpetrato contro la Siria da Usa, Regno Unito e Francia è stato attuato mentre quando il Paese arabo aveva un’opportunità per un futuro pacifico. Prima contro il popolo siriano ci hanno provato con la “Primavera araba”, dopo con lo Stato Islamico e ora gli Usa hanno lanciato i loro missili intelligenti. E’ stato attuato un attacco contro la capitale di un Paese sovrano che da molti anni tenta di sopravvivere in tra le aggressioni terroristiche. I responsabili di questo bombardamento sono quelli che pretendono di avere la leadership morale in questo mondo, che dichiarano la sua esclusività. Bisogna davvero essere eccezionali per attaccare Damasco quan do la Siria aveva l’opportunità di un futuro pacifico».

Quanto alle prove dell’attacco chimico a Duma la Zajarakova  ha avuto buon gioco a ricordare che 15 anni fa Washington utilizzò prove false su armi chimiche e di distruzione di massa per scatenare l’invasione dell’Iraq, «Mentre ora si avvale dei mezzi di comunicazione per attaccare la Siria».

Secondo il regime siriano, come riporta Sana,  »L’aggressione (…) ha come principale obiettivo quello di ostacolare il lavoro  dell’équipe [ dell’Opcw], impedire le sue conclusioni e fare pressione sulla missione in un tentativo mirante a dissimulare le menzogne e le fabbricazioni degli occidentali».

La Francia risponde difendendo «Un’azione legittima e circoscritta» e sull’account  Twitter dell’Eliseo è stato pubblicato un video che mostra la partecipazione dei caccia francesi Raphaele, dotati di missili Scalp, a un attacco contro una base siriana non identificata.  La ministro della difesa francese, Florence Parly, ha precisato che «Un raid aereo è partito all’inizio della notte da diverse basi aeree in Francia» e ha sottolineato che la Francia ha impiegato anche mezzi navali come fregate e navi di protezione e rifornimento che erano già state dispiegate nel Mediterraneo. Si tratta della prima grossa operazione militare ordinata dal presidente francese Emmanuel Macron che ha detto rivolto a russi e siriani: «Non possiamo tollerare la banalizzazione dell’impiego di armi chimiche».

L’Iran, che ha addestratori e migliaia di ”volontari combattenti” in Siria,   è il principale alleato regionale di Damasco, e oggi la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei ha definito «criminali» Trump, Macron e la May: «L’attacco condotto questa mattina contro la Siria è un crimine. Dichiaro francamente che il presidente americano, il presidente francese e la premier britannica sono dei criminali (…), non otterranno niente e non ne trarranno nessun beneficio».

Per il portavoce del ministero degli esteri dell’Iran, Bahram Qasemi,  citato dall’agenzia Irna, «Si tratta di una palese violazione delle leggi internazionali, oltre a ignorare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria. Gli Stati Uniti ed i suoi alleati, ritenendosi il “gendarme del mondo”,hanno attaccato la Siria senza alcuna prova e prima che l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche iniziasse i suoi lavori per indagare sul presunto uso di armi chimiche dal governo siriano». Poi Qasemi ha messo in guardia Washington e i suoi alleati per «le conseguenze regionali e internazionali che questo avventurismo avrà indubbiamente per loro in futuro».

La Russia ha chiesto una riunione di urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu dove siede insieme a Usa, Francia e Gran Bretagna come membro permanente.  Ma l’Onu sembra più che mai ininfluente: dopo l’attacco occidentale.  il segretario generale della Nazioni Unite Antonio Guterres si è limitato a lanciare l’ennesimo appello a tutti gli Stati membri a «Dar prova di calma e ad astenersi da ogni atto che potrebbe condurre a un escalation». Dopo centinaia di miglia glia di morti e milioni di profughi, mentre nel Mediterraneo si fronteggiano le navi russe e della Nato, mentre la Turchia ha invaso il nord kurdo della Siria, bisognerebbe capire cosa potrebbe essere secondo l’Onu una possibile escalation.

Ieri, intervenendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu, Guterres aveva avvertito – evidentemente inascoltato- che «La Siria rappresenta oggi la minaccia più seria per la pace e la sicurezza internazionale. Lo ripeto: non ci sono soluzioni militari al conflitto. La soluzione deve essere politica attraverso colloqui intersiriani». Ma il segretario generale dell’Onu ha dovuto ammettere che la risoluzione 2401 del febbraio 2018 sul cessate il fuoco in Siria non è mai stata applicata e, dopo aver condannato l’utilizzo di armi chimiche «Da parte di tutti e in qualsiasi circostanza«, ha chiesto un’inchiesta imparziale, confermando la sua piena fiducia nell’Opcw. Guterres ha anche ricordato di aver inviato una lettera al Consiglio di sicurezza nrella quale esprimeva la sua delusione per l’incapacità dello stesso Consiglio di «mettersi d’accordo sul meccanismo destinato a stabilire le responsabilità riguardanti l’utilizzo delle armi chimiche dopo la fine del Meccanismo congiunto di inchiesta (Jim)». Qualche ora dopo gli stessi che facevano finta di ascoltare attentamente Guterres hanno scatenato l’attacco contro la Siria.

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