I giovani della Gmg custodi del creato: il futuro a misura d'uomo che vogliamo

Giornata mondiale della gioventù, ecco il manifesto per la sostenibilità

Pubblichiamo integralmente il documento presentato all’Università Cattolica di Rio de Janeiro, elaborato dal ministero italiano dell’Ambiente e il Pontificio Collegio per i Laici

[23 Luglio 2013]

Fin dagli albori della civiltà l’uomo ha modificato l’ambiente, cercando di sfruttare al meglio i doni del Creato. Ma a partire dal XVIII secolo, con l’avvento della rivoluzione industriale, è iniziata una nuova epoca nella quale la composizione chimica dell’atmosfera è stata progressivamente modificata dalle emissioni causate dall’uso dei combustibili fossili.

La comunità scientifica, sulla base di dati oggettivi, ha ripetutamente segnalato i rischi che tale comportamento può comportare, particolarmente riguardo ai cambiamenti climatici. E oggi gli appelli degli studiosi non possono più essere trascurati.

I dati del problema

L’immissione nell’atmosfera di gas a effetto serra causa l’aumento della temperatura con un tasso di incremento senza precedenti. Anche in passato la Terra ha subito notevoli rialzi termici per cause naturali. Ma nei prossimi cento anni rischiamo di avere lo stesso aumento della temperatura che in altre ere geologiche si è verificato nell’arco di ventimila anni, con un processo duecento volte più veloce. Già oggi la quantità di questi gas presenti in atmosfera è maggiore di quella degli ultimi tre milioni di anni. Scioglimento dei ghiacciai, innalzamento e acidificazione degli oceani, deforestazione, siccità ed eventi climatici estremi mettono a rischio vaste aree del pianeta, specie quelle più povere, e potrebbero causare danni devastanti soprattutto a quei 600 milioni di abitanti che vivono ad appena un metro sopra il livello del mare. Alla base di questi fenomeni c’è l’incremento della domanda di energia per far fronte allo sviluppo delle economie emergenti e la diminuita disponibilità di acqua dolce.

Il diritto alla crescita di oltre due terzi della popolazione mondiale che chiede di uscire dalla povertà deve trovare una risposta in tecnologie pulite per l’accesso all’energia e all’acqua. All’inizio del terzo millennio c’è la possibilità di avallare questo diritto utilizzando le scoperte che la scienza e la tecnologia ci hanno messo a disposizione.

Un problema etico

Abbiamo invece la fondata impressione che mentre si espandono le nostre conoscenze, venga sempre più a ridursi la capacità di distinguere ciò che è bene e ciò che è male. In altri termini rischiamo di diventare giganti tecnologici, ma nani morali. E invece il problema ecologico, come hanno affermato i Papi degli ultimi decenni, è innanzitutto un problema etico.

Ecco perché, in occasione della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, fedeli all’insegnamento della Chiesa, vogliamo rivolgere ai nostri coetanei di tutto il mondo e a ogni uomo di buona volontà questo Messaggio. Lo facciamo nella consapevolezza che, se da un lato i dati scientifici fanno squillare un campanello di allarme che sarebbe irresponsabile sottovalutare, dall’altro lato è bene sottolineare che tendenza non significa destino. Siamo ancora in tempo per invertirla. E la prima cosa da fare è riscoprire la verità della natura in quanto creazione che rimanda ad un Creatore e che il Creatore stesso ha affidato all’uomo in qualità di custode.

Proprio questo è l’invito che Papa Francesco, fin dai primi giorni del suo pontificato, ha rivolto a tutti. Un invito che appare in continuità con il magistero sviluppato dai suoi predecessori in materia di salvaguardia del Creato. Perciò, mentre ci accingiamo a vivere da giovani questo nuovo appuntamento con il Successore di Pietro in terra brasiliana, vogliamo fare nostro quell’invito e riproporlo al mondo.

Tra i giovani e l’ecologia, del resto, c’è sempre stato un naturale connubio. Come ha riconosciuto Benedetto XVI, sono stati proprio i giovani ad aver compreso per primi che nella nostra relazione con la natura c’è qualcosa che non va; che la natura ha una sua dignità e che dobbiamo seguire i suoi consigli.

Il beato Giovanni Paolo II, che ha promosso le Giornate mondiali della Gioventù, ci aveva in precedenza ricordato che accanto a quella comunemente intesa esiste anche un’ecologia umana. E Francesco, fin dalla scelta del suo nome da Pontefice, ha riportato in primo piano il Santo che prima di ogni altro ci ha insegnato a chiamare fratelli e sorelle anche gli elementi naturali come l’acqua e il sole e ci ha invitato a rispettare tutte le creature di Dio e l’ambiente in cui esse vivono e nel quale noi stessi viviamo con loro.

Le nostre richieste, i nostri impegni

I dati che abbiamo in sintesi richiamato impongono decisioni responsabili, lungimiranti e tempestive. Noi e i nostri genitori siamo le prime generazioni ad avere la consapevolezza della posta in gioco e delle conseguenze negative che potrebbero derivare se non venissero adottate le misure necessarie.

Chiediamo ai governanti di tutto il mondo e alle organizzazioni internazionali

di non portarci via il futuro e la speranza, restando prigionieri degli interessi di breve periodo che generano contrapposizioni e veti incrociati e perciò sfociano in un pericoloso immobilismo;

di porre in atto azioni concrete per evitare di raggiungere un punto di non ritorno oltre il quale la Terra potrebbe diventare inospitale per l’umanità;

di limitare al massimo l’immissione di gas ad effetto serra nell’atmosfera, con l’impiego delle fonti alternative non inquinanti già disponibili;

di promuovere la ricerca, lo sviluppo e l’accesso per tutti ad ulteriori fonti energetiche pulite;

di sperimentare e diffondere modelli e stili di vita per l’uso sostenibile delle risorse naturali ed energetiche;

di non considerare i fondi impiegati in queste direzioni come un costo, ma al contrario come un investimento a favore delle future generazioni;

di proteggere la biodiversità e le riserve di acqua dolce e pulita del pianeta.

Chiediamo ai mass media di tutto il mondo

di vigilare affinché le misure necessarie vengano effettivamente adottate;

di non prestarsi a speculazioni e campagne di disinformazione orchestrate da chi agisce solo in nome del proprio profitto;

di diffondere nell’opinione pubblica mondiale i dati scientifici e gli aspetti etici del problema, contribuendo così al formarsi di una coscienza veramente ecologica.

Da parte nostra ci impegniamo a:

rispettare la verità dell’essere umano, vertice del Creato, in armonia con la natura, seguendo l’esempio di San Francesco;

riscoprire la vocazione di custodi del Creato per custodire gli altri, come ci ha insegnato Papa Francesco;

sottolineare la dimensione etica delle scelte che presiedono alla custodia del Creato, come ha sottolineato Benedetto XVI;

promuovere una corretta ecologia umana, come ha affermato il beato Giovanni Paolo II;

cambiare i nostri stili di vita per custodire il Creato e consegnarlo alle future generazioni;

promuovere l’uso efficace e solidale delle risorse disponibili;

fare pressione con tutti mezzi disponibili affinché i governi e le istituzioni internazionali adottino le misure necessarie e soprattutto finanzino la ricerca di nuove fonti energetiche non inquinanti;

diffondere questa cultura e questa vocazione tra i nostri coetanei e tra tutti gli uomini e le donne di buona volontà, affinché tutti possano sperimentare la bellezza di sentirsi custodi del Creato.