Ne "l'era del cambiamento" il prossimo leader dell'associazione sarà una donna

Il giorno X di Legambiente: al via il Congresso nazionale, Cogliati Dezza lascia la presidenza

«Il movimento ambientalista non può più essere d'élite, ma può e deve essere un movimento popolare»

[11 Dicembre 2015]

È arrivato il giorno X per il Cigno Verde: inizia oggi a Milano (nello spazio ex Ansaldo) il decimo Congresso nazionale di Legambiente, riunendo il mondo ambientalista in una tre giorni non a caso intitolata a “l’era del cambiamento”. Il presidente nazionale dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza, salito sul palco dopo i saluti del sindaco Giuliano Pisapia, dopo un lungo e appassionato discorso – salutato dagli astanti con una standing ovation – ha annunciato il proprio addio alla presidenza del Cigno verde (pur rimanendo a disposizione dell’associazione) e auspicato che dal prossimo processo elettivo emerga una donna alla guida di Legambiente.

Cogliati Dezza ha colto l’occasione per ricordare come Legambiente abbia aperto fronti di innovazione nel mondo dell’ambientalismo, ma che il cambiamento per l’ambiente passa non dalla Legambiente, ma con la Legambiente. «Il movimento ambientalista deve diventare un grande movimento popolare», ha sottolineato Cogliati Dezza, anche perché «non si possono risolvere i problemi di povertà se non si risolvono quelli ambientali».

Nella sua relazione Cogliati Dezza ha poi riassunto i temi, gli obiettivi, le sfide e i cambiamenti dell’associazione ambientalista. «Due immagini raccontano cosa è successo in questi anni e cosa ha fatto Legambiente – ha esordito –  Nel 2008 ci siamo inventati In Marcia per il Clima, abbiamo lanciato una coalizione con poco più di 50 associazioni aderenti, abbiamo organizzato una manifestazione di piazza contro i cambiamenti climatici ed eravamo quasi solo noi. Nel 2015 abbiamo ricostruito una coalizione per il clima, che conta oggi più di 150 sigle, e il 29 novembre a Roma, e in più di 100 località in Italia, abbiamo partecipato alla Global march organizzata alla vigilia della Cop21, con una grande manifestazione popolare, con 20.000 persone in piazza, che è stata anche la prima grande mobilitazione di un nuovo movimento pacifista. Queste immagini ci dicono che il movimento ambientalista non può più essere d’élite – ha concluso Cogliati Dezza – ma può e deve essere un movimento popolare, che rigeneri la partecipazione sociale e le culture progressiste del secolo passato».

Con una duplice attenzione, sia al contesto locale che a quello globale. Molto concretamente, i volontari di Legambiente stamattina abbiano regalato e piantumato 175 metri quadrati di aiuole alla città che li ha accolti per il Congresso, Milano, ma all’interno del summit gli spazi di riflessioni maggiori sono dedicati al contesto nazionale e internazionale.

Negli stessi giorni del summit legambientino si rinnova a Firenze la Leopolda, l’incontro politico promosso dal premier Matteo Renzi, e dal Cigno verde colgono l’occasione lanciando una sfida e una provocazione al governo. Oggi più che mai è infatti evidente – sottolineano da Legambiente – l’urgenza di abbandonare la deriva petrolifera e investire finalmente in una strategia lungimirante per le rinnovabili e l’efficienza, di puntare sulle vere opere utili per il Paese come la messa in sicurezza del territorio, di riconvertire l’industria attraverso l’innovazione e le bonifiche, di investire sulle infrastrutture ferroviarie necessarie e al servizio delle esigenze e dei diritti dei pendolari. Per far crescere l’Italia – dichiarano da Legambiente – servono fatti concreti e ricette diverse da quelle finora avviate e proposte dall’esecutivo in questi anni.

La chiosa non può essere poi che sulla lotta contro i cambiamenti climatici: alla Cop21 di Parigi sono infatti ore critiche, perché la trattativa è ormai in dirittura d’arrivo senza che siano ancora stati sciolti i nodi chiave per raggiungere un accordo vincolante ambizioso e giusto che consenta di mantenere la temperatura globale al di sotto almeno di 2 C°. La partita però non è ancora persa. È necessario per questo che l’Europa metta sul tavolo senza ambiguità la necessità della revisione degli impegni prima dell’entrata in vigore dell’accordo.

«È necessario che l’Europa recuperi la sua vocazione umanistica – spiegava già ieri Cogliati Dezza – ponendo la lotta ai cambiamenti climatici come la base su cui costruire una nuova e inclusiva identità europea. Farlo significa muoversi nell’interesse della gente e non delle lobby finanziarie. Significa operare una transizione verso l’economia circolare, abbandonando il modello legato alle fonti fossili. Significa, ancora, cambiare politica dell’accoglienza e assumere un ruolo propositivo in quei paesi dove le catastrofi ambientali e belliche prendono origine: l’Europa ha il dovere di rimettere al centro il Mediterraneo».

 

Tutti gli aggiornamenti e i contenuti del Congresso possono essere seguiti sul sito www.congresso.legambiente.it, in streaming su www.lanuovaecologia.tv, sui social network con l’hashtag #legambienteX e scaricando la app “Legambiente 10.0 Congresso nazionale 2015” per iOS e Android.

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