Incidente sull’A1 e cinghiali: le diverse visioni di Confagricoltura, Coldiretti e Wwf

Agricoltori: fauna selvatica questione di sicurezza pubblica. Wwf: responsabilità umane che non si risolvono armando i cacciatori

[3 Gennaio 2019]

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, è intervenuto sull’incidente stradale sull’autostrada A1 in carreggiata Sud, tra Lodi e Casalpusterlengo con un tamponamento a catena per un branco di cinghiali che ha attraversato la carreggiata e causato una vittima e dieci feriti, tra cui 3 bambini. «L’incidente mortale di questa notte nel Lodigiano, sull’autostrada A1, provocato dal passaggio di un branco di cinghiali, evidenzia quanto sia necessario intervenire con urgenza per limitare la proliferazione della fauna selvatica. Quanto successo è l’effetto del mancato controllo delle popolazioni di cinghiali che, nonostante gli appelli degli agricoltori, è stato sottovalutato. Se ne parla da tanto tempo, ma non sono state prese misure efficaci e concrete. La fauna selvatica è così arrivata anche alle periferie delle città, da Nord a Sud, causando numerosi problemi».
Confagricoltura sottolinea che «Ungulati e cervidi sono in aumento ovunque e sono responsabili di danni ingenti a persone, raccolti e strutture agricole. L’incidente mortale di stanotte richiama con urgenza l’attenzione delle istituzioni su una questione che non è più prettamente agricola, ma di sicurezza vera e propria per i cittadini».
Giansanti conclude: «Siamo di fronte all’ennesima colpevole disattenzione. Ci aspettiamo che si intervenga tempestivamente per debellare un fenomeno che nuoce alla sicurezza dei cittadini e all’economia del Paese».
Secondo Coldiretti, «L’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano purtroppo anche vittime, è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici con il numero dei cinghiali presenti in Italia che ha superato abbondantemente il milione, con una diffusione che ormai si estende dalle campagne alle città. Negli ultimi dieci anni il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato secondo le stime della Coldiretti. La sicurezza nelle aree rurali e urbane è a rischio per il loro proliferare con l’invasione di campi coltivati, centri abitati, strade ed anche autostrade dove rappresentano un grave pericolo per le cose e le persone. Gli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro all’anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime. Non è quindi più solo una questione di risarcimenti ma è diventato – continua la Coldiretti – un fatto di sicurezza delle persone che va affrontato con decisione. Ora non ci sono più alibi per intervenire in modo concertato tra Ministeri e Regioni ed avviare un piano di abbattimento straordinario senza intralci amministrativi».
Una lettura del tragico episodio che non convince il Wwf che, dopo aver espresso il suo cordoglio per la vittima dell’incidente e la vicinanza ai numerosi feriti coinvolti nel grave incidente, evidenzia che «Tuttavia, attribuire al branco di cinghiali la diretta responsabilità dell’incidente è riduttivo e strumentale, dovranno essere infatti accertate le responsabilità del gestore dell’Autostrada A1 che doveva assicurare la sicurezza rispetto all’ingresso nell’asse viario di persone o animali controllando adeguatamente le recinzioni che di norma devono essere presenti lungo tutte le autostrade. Come devono essere accertate le dinamiche dello scontro e la velocità delle automobili coinvolte».
Secondo il Panda, «Questa tragedia non può diventare il pretesto per richiedere interventi “straordinari” per il controllo delle popolazioni del cinghiale nel nostro paese, la cui proliferazione è risultato di una pessima gestione faunistico – venatoria condizionata da precisi interessi della lobby dei cacciatori. Sono decenni ormai che si discute dell’emergenza cinghiali invocando interventi urgenti e straordinari, in particolare da parte dei rappresentanti delle Associazioni agricole, senza però proposte concrete e operative se non l’ampliamento delle giornate e dei carnieri di caccia, che non risolvono il problema come dimostrano i risultati conseguiti da Regioni come la Toscana, che hanno già adottato Leggi straordinarie puntando esclusivamente su una maggiore libertà di abbattimento dei cinghiali da parte dei cacciatori».
Il Wwf ribadisce che «Se esiste un problema di squilibrio delle popolazioni di questa specie, la responsabilità è essenzialmente dell’uomo che per privilegiare specifici interessi economici e politici ha assecondato la volontà di una crescita incontrollata del cinghiale, diventata anche il pretesto per consentire la caccia di selezione all’interno delle aree naturali protette».
Per l’associazione ambientalista, «Serve senz’altro un Piano straordinario per la gestione del cinghiale nel nostro paese che preveda interventi prioritari per mettere in sicurezza le strade a scorrimento veloce con maggior traffico veicolare, attraverso dissuasori e sistemi di allerta già sperimentati, interventi per la prevenzione dei danni alle colture agricole ed un programma di contenimento del numero degli animali basato su censimenti seri ed attendibili e l’utilizzo di recinti di cattura in grado di assicurare un prelievo controllato e selettivo degli animali». E il Wwf ricorda che da tempo ha proposto «il coinvolgimento degli stessi agricoltori che subiscono i danni maggiori per una presenza eccessiva del cinghiale nelle aree rurali, togliendo ai cacciatori l’esclusiva della gestione della fauna selvatica. I fatti dimostrano che è irrealistico ed illusorio affidare la soluzione del problema a coloro che lo hanno generato. Serve con urgenza una normativa nazionale sulla gestione della fauna selvatica non basata esclusivamente sull’attività venatoria ma condotta su serie basi scientifiche con l’utilizzo delle tecniche di contenimento numerico più efficaci, contrastando i conflitti d’interesse oggi presenti nella gestione della fauna selvatica. Serve una normativa specifica che favorisca ed incentivi gli interventi di prevenzione dei danni all’agricoltura, la messa in sicurezza del sistema viario, ed agevoli il coinvolgimento degli agricoltori nella gestione delle popolazioni del cinghiale».