L’Eea conferma che le nuove auto e i furgoni venduti nel 2018 emettono più CO2

Le emissioni medie delle auto sono aumentate nel 2018 per il secondo anno consecutivo e per la prima volta sono aumentate anche le emissioni dei nuovi furgoni

[3 Giugno 2020]

Secondo il rapporto “Monitoring CO2 emissions from passenger cars and vans in 2018″, presentato oggi dall’European environment agency (Eea).  «Le emissioni delle nuove autovetture immatricolate nell’Ue, nel Regno Unito e in Islanda nel 2018 sono aumentate principalmente a causa della crescente quota di autovetture a benzina nelle nuove immatricolazioni, in particolare nel segmento degli sport utility vehicle (SUV) e per la scarsa diffusione sul mercato dei veicoli a emissioni zero e low, comprese le auto elettriche».

Le emissioni di nuovi veicoli vengono sistematicamente testate mediante procedure di “omologazione”. Dal 2017 è stata istituita la nuova Worldwide Harmonized Light Vehicle Test Procedure (WLTP)), che sostituisce gradualmente il vecchio New European Driving Cycle (NEDC). Il WLTP consente di ottenere informazioni più realistiche sulle emissioni dei veicoli nei test di omologazione. Nel 2018 gli Stati membri dell’Ue hanno segnalato sia NEDC che WLTP emission factors per circa 4,4 milioni di auto (circa il 30% delle nuove immatricolazioni). Per questi veicoli, il fattore di emissione WLTP era in media superiore del 20% al fattore di emissione NEDC.

Dopo un costante calo dal 2010 al 2016, di quasi 22 g CO2/km, le emissioni medie delle nuove auto sono aumentate di 0,4 g CO2 / km nel 2017 e di 2,3 g CO2 / km nel 2018 per raggiungere 120,8 g CO2 / km. Si tratta di un dato inferiore del 7% rispetto all’obiettivo fissato dall’Ue per il 2018 di 130 g di CO2/km e l’Eea evidenzia che «E’ necessario colmare un notevole gap del 27% per raggiungere l’obiettivo di 95 g di CO2/km che si applica dal 2020 in poi».

Anche Le emissioni medie di nuovi furgoni, che erano diminuite di 24 g CO2/km tra il 2012 e il 2017, sono aumentate dai 156,1 g CO2/ km nel 2017 ai 157,9 g CO2 / km nel 2018. Ben Il 10% IN Meno dell’obiettivo 2018 di 175 g di CO2/ km, ma ancora del 7% superiori all’obiettivo del 2020.

A Influenzare l’aumento delle emissioni di CO2 dei nuovi furgoni nel 2018 sono stati diversi fattori, tra cui un aumento della massa, della capacità del motore e delle dimensioni dei veicoli. La quota di mercato dei furgoni a benzina è aumentata ma è rimasta limitata, costituendo il 3,6% della nuova flotta (2,4% nel 2017). La quota di furgoni a emissioni zero e low è rimasta stabile, all’1,7% della flotta.

Tutte le case automobilistiche, tranne una, hanno raggiunto i loro obiettivi specifici in materia di emissioni di CO2 nel 2018 ma erano ancora lontane dagli obiettivi per il 2020.  Lamborghini ha superato gli obiettivi di emissione specifici per il 2018 ed è quindi tenuta a pagare penali per le emissioni in eccesso. Tra i grandi produttori, la Toyota è la più vicina a raggiungere i suoi obiettivi futuri, con una distanza stimata dall’obiettivo 2020 di circa 5 g CO2/ km, mentre Mazda è la più lontana, con una distanza dall’obiettivo 2020 di 39 g CO2/ km.

Tutti i produttori di furgoni, tenendo conto dei pool e delle deroghe, hanno raggiunto gli obiettivi specifici di emissione di CO2 nel 2018,. Alcuni dei più grandi produttori di furgoni, tra cui Peugeot, Citroën, Ford ‐ Werke e Iveco, hanno già raggiunto  emissioni specifiche medie di CO2 al di sotto del loro obiettivo del 2020. Anche altri produttori, tra cui Nissan, Volkswagen e Toyota sono molto vicini agli obiettivi del 2020.

Dal 2010, le emissioni medie di CO2  riportate ufficialmente per le nuove auto sono diminuite notevolmente. Al’Eea concludono: «Queste riduzioni possono essere attribuite sia al miglioramento complessivo dell’efficienza energetica delle auto, sia a un cambiamento nel mix di modelli di auto venduti, verso propulsori e tecnologie più efficienti. Il ridimensionamento del motore e l’ingresso sul mercato dei veicoli elettrici hanno avuto un effetto positivo sulla riduzione delle emissioni di CO2, ma la crescente quota di SUV ha sistematicamente portato ad un aumento delle emissioni. La “de-dieselizzazione” della flotta ha aumentato le emissioni medie ma il suo effetto complessivo sulle prestazioni di ciascun costruttore di automobili dipende dalle caratteristiche del parco auto del costruttore».