L’esposizione al Pm2,5 è associata a numerosi tumori. Una ricerca a Hong Kong

Ogni 10 microgrammi per m3 di maggiore esposizione al PM2,5, il rischio aumenta del 22%

[2 Maggio 2016]

I ricercatori della School of Public Health e del Dipartimento della salute di Hong Kong e delle università britanniche di Birmingham e Oxford hanno scoperto che l’esposizione a lungo termine della popolazione anziana di Hong Kong agli inquinanti ambientali è associata ad aumento del rischio di mortalità per molti tipi di cancro.

Lo studio, Cancer Mortality Risks from Long-term Exposure to Ambient Fine Particle” pubblicato dal team di ricercatori su Cancer Epidemiology biomarkers & Prevention. una rivista della American Association for Cancer Research, conferma la fondatezza della crescente preoccupazione per i rischi per la salute derivanti dall’esposizione prolungata al particolato fine.

All’università di Birmingham spiegano che «Particolato è il termine usato per particelle presenti nell’aria, compresi, tra le altre fonti, gli idrocarburi e i metalli pesanti prodotti dai trasporti e dalla generazione di energia. Lo studio ha analizzato il PM2,5, il particolato on un diametro inferiore a 2,5 micrometri ed è arrivato alla conclusione che «Per ogni 10 microgrammi per metro cubo (µg/m3) di maggiore esposizione al PM2,5, il rischio di morire di qualsiasi tipo di cancro aumenta del 22%».

Neil Thomas, dell’Institute of applied health research dell’università di Birmingham sottolinea che «Le implicazioni per altre città simili in tutto il mondo sono che il PM2.5 deve essere ridotto per ridurre l’onere per la salute. L’inquinamento atmosferico rimane una chiara e modificabile preoccupazione , per la salute pubblica».

Thuan Quoc Thach, dell’università di Hong Kong, aggiunge che «L’esposizione a lungo termine al particolato era stata associata principalmente alla  mortalità per cause cardiopolmonari e per il cancro ai polmoni, ma c’erano stati pochi studi che dimostravano un’associazione con la mortalità da altri tipi di tumore. Sospettiamo che queste particelle potrebbero avere un effetto equivalente sui tumori in altre parti del corpo».

Tra il 1998 e il 2001, i ricercatori hanno reclutato 66.280 persone di 65 anni o più e le hanno seguite ti fino al 2011, accertando le cause di morte dai documenti sanitari di Hong Kong. Le concentrazioni annuali di PM2,5 intorno alle loro abitazioni sono state stimate utilizzando i dati satellitari e le centraline di monitoraggio fisse. Dopo aver calibrato i dati, tenendo conto della propensione a fumare ed escludendo i decessi avvenuti entro tre anni per altre malattie, lo studio ha dimostrato l’alta correlazione tra esposizione al PM2,5 e il rischio di morire di qualsiasi tipo di cancro. All’università di Birmingham sottolineano che ci sono dati che superano la media del 22%: «Gli aumenti di 10 µg/m3 di PM2,5 sono associati ad  un 42% di aumento del rischio di mortalità per cancro nel tratto digestivo superiore e ad un 35% di aumento del rischio di mortalità per altri organi dell’apparato digestivo, tra cui il fegato, le vie biliari, la cistifellea e il pancreas. Per le donne, ogni 10 µg/m3 di aumento dell’esposizione al PM2,5 è associato ad un aumento delll’80% del rischio di  mortalità da cancro al seno, e negli uomini è stato sperimentato un aumento del 36% del rischio di morire di cancro al polmone per ogni 10 µg/m3 di maggiore esposizione al PM2,5».

Il team crede che tra le possibili spiegazioni per l’associazione tra PM2.5 e cancro ci potrebbero essere danni  nella funzione di riparazione del DNA, alterazioni nella risposta immunitaria, o infiammazioni che attivano l’angiogenesi, la crescita di nuovi vasi sanguigni che favorisce la diffusione dei tumori. Nel caso degli organi digestivi, l’inquinamento da metalli pesanti influenzerebbe la flora intestinale e innescherebbere lo sviluppo del cancro.

L’ampiezza dello o studio e la sua capillare documentazione sulla mortalità dovuta al cancro, ha permesso un’indagine dettagliata del contributo di particolato per questi tumori e  sui problemi normalmente associati in una popolazione alla mortalità per specifici tipi di cancro.

Thomas evidenzia che «Il passo successivo è quello di determinare se altri Paesi accusano associazioni simili tra PM2.5 e  morti per cancro. Questo studio, in combinazione con la ricerca esistente, suggerisce che altre popolazioni urbane possono subire gli stessi rischi», ma su questo occorre fare ulteriori ricerche.

Thach  conclude: «Il limite di questo studio è quello di essersi concentrato solo sul PM2.5. La ricerca emergente sta cominciando a studiare gli effetti sulla salute umana dell’esposizione a più inquinanti. Però, dobbiamo essere prudenti, dato che l’inquinamento è solo un fattore di rischio per cancro e altri, come la dieta e l’esercizio fisico, possono essere fattori di rischio più significativi e più modificabili».