Livorno: Arpat conferma un aumento di diossine nell’aria, correlate all’incendio presso la ditta Galletti Trasporti

[18 Luglio 2013]

L’incendio presso la ditta Galletti Trasporti, a Livorno, ha causato la formazione di Diossine (PoliCDD+PoliCDF) e di Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa), registrando un valore massimo nella giornata successiva all’evento.

Questo in sintesi il responso di Arpat che ha fornito i risultati delle analisi, validati in via definitiva, sui campioni di particolato atmosferico prelevati dalla stazione regionale di monitoraggio della qualità dell’aria di Via Gobetti.

«L’andamento degli inquinanti, Diossine e Ipa appare ben correlato con l’evento, risultando praticamente assenti nei giorni precedenti all’incendio (6-7 luglio) per poi essere rilevati il giorno stesso dell’evento (8 luglio) e in misura maggiore il giorno successivo (9 luglio)» sottolineano da Arpat.

Infatti si passa da 0,07 valori di tossicità equivalente (fg TEQ/m3) per il giorno prima dell’incendio (7 luglio), a 41 nel giorno dell’incendio (8 luglio), a 54,9 il giorno dopo l’incendio. L’Agenzia regionale dell’ambiente spiega che «la stazione regionale di monitoraggio della qualità dell’aria di Via Gobetti, da cui sono stati prelevati i campioni di particolato, può ben rappresentare l’andamento degli inquinanti perché pur essendo collocata a circa 2 km a SW rispetto alla ditta Galletti, si è trovata esattamente sottovento, durante le ore in cui è sviluppato l’incendio  (secondo i dati rilevati dalla stazione meteo presso l’Istituto Nautico “Cappellini” di Livorno gestita da LaMMA, durante le ore in cui è sviluppato l’incendio il vento di circa 3 m/s proveniva da NE-ENE)».

Nonostante l’evidente formazione di diossine sui campioni di particolato atmosferico, correlate con l’incendio Arpat «conferma che i valori di tossicità equivalente (I-TEQ) registrati (40-55 fg TEQ/m3, ovvero 0.04-0.06 pg TEQ/m3) risultano dello stesso ordine dei valori di fondo delle aree urbane lontane da potenziali sorgenti di emissione (Apat – Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, “Diossine Furani e PCB”, Roma, 2006: in area urbana si registrano valori compresi nell’intervallo 0,03-0,2 pg TEQ/m3, con una media di 0,12 +/- 0,094 pg TEQ/m3  = 94 fg TEQ/Nm3) e che non è stata registrata la formazione di Tetra Cloro Dibenzo para Diossina (TCDD), ovvero la più pericolosa tra le 210 molecole appartenenti alla classe chimica denominata diossine, di cui 17 aventi tossicità apprezzabile».

Quindi par di capire che c’è stato incremento della concentrazione di diossine in atmosfera ma a livelli consueti per un’area urbana. Per quanto riguarda gli Ipa, l’Agenzia informa che i valori individuali riscontrati risultano tutti inferiori a 1 ng/m3, indicato come valore limite per il Benzo[a]Pirene per la qualità dell’aria (vedi D.Lgs 155/2010). Non esiste invece in letteratura un valore di riferimento relativo agli Ipa totali per la qualità dell’aria che comunque, aggiungiamo, sono più che raddoppiati tra il giorno dell’incendio (1,1ng/m3) e il giorno successivo (2,6ng/m3). Nei giorni precedenti erano inferiori al limite rilevabile.

«Come deciso nell’ultima riunione del tavolo tecnico, tenutosi ieri 17 luglio, il Dipartimento Arpat di Livorno e l’Azienda Usl 6 hanno effettuato stamani i campionamenti di vegetali nelle aree ad uso orticolo individuate dai Comuni di Collesalvetti e di Livorno, poste all’interno dell’area di potenziale massima ricaduta degli inquinanti, individuata da Arpat all’indomani dell’incendio che si estende “a ventaglio” per circa 1,25 Km intorno all’azienda, che è stata oggetto dell’ordinanza del sindaco di Livorno. Le analisi sui campioni di vegetali prelevati saranno effettuate, con i tempi tecnici necessari, dal Laboratorio dell’Area Vasta Centro di ARPAT, per la ricerca delle diossine su vegetali e grassi di origine animale» hanno concluso dall’Agenzia.