Qualità dell’ambiente urbano, per l’Istat nelle città italiane si respira meglio

[22 Luglio 2014]

Dal  report 2013 “Qualità dell’ambiente urbano” dell’Istat emerge che «nel 2013, per il secondo anno consecutivo, si riducono i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia: 613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (rispettivamente -0,9 e -0,6% nel confronto con l’anno precedente 2012)», ma anche che è «più marcato il calo della domanda di trasporto pubblico locale, che scende da 201,1 a 188,6 passeggeri annui per abitante».

Intanto però «continuano a crescere le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8% del parco circolante nei capoluoghi. Nel Mezzogiorno solo il 42% delle auto è in classe euro 4 o superiore».

Il nostro Paese sta lentamente diventando più virtuoso e moderno, ma anche l’Italia sembra divisa in due: «Si diffondono le iniziative a favore della mobilità sostenibile – si legge nel rapporto Istat – cresce l’offerta di car sharing, presente in 23 città (soprattutto al Nord) e quella di bike sharing, attivato in 66 città. Dei 116 capoluoghi, 36 dispongono di almeno 34 km di piste ciclabili. Sistemi di infomobilità (tecnologie dell’informazione al servizio della mobilità urbana) sono presenti in 68 comuni capoluogo, fortemente concentrati nel Centro-Nord».

La buona notizia in questo misto di crisi economica e buone pratiche è che «si conferma il trend di miglioramento della qualità dell’aria per le polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione della salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di 35 giorni». Ma anche per l’inquinamento atmosferico rispunta la differenza tra centro-nord e Meridione: «Miglioramenti si riscontrano al Nord (da 37 a 32) e, in proporzione, soprattutto al Centro (da 9 a 6). Nel Mezzogiorno si evidenzia un peggioramento in Campania (da 2 a 4 dei capoluoghi della regione)». L’Istat fa notare che «il numero massimo di giorni di superamento dei limiti del PM10, si registra prevalentemente in corrispondenza di stazioni di tipo traffico (66%), in circa un quarto di quelle di fondo (che misurano la qualità media dell’aria), e nell’8% delle centraline industriali. Anche il PM2,5 segna un miglioramento: in 10 città (18 nel 2012) sono stati superati i limiti della concentrazione media annua fissati dalla normativa».

L’emergenza è evidente tanto che «in 17 capoluoghi sono state attuate politiche di limitazione della circolazione del traffico privato di tipo sia emergenziale (a seguito di superamenti dei valori limite di un inquinante), sia programmato (a scopo preventivo o di riduzione progressiva delle emissioni); 28 capoluoghi hanno limitato la circolazione solo con blocchi programmati».

Sono 88 i comuni che nel 2013 hanno effettuato attività di misurazione del rumore finalizzate alla verifica del rispetto dei valori limite imposti dalla normativa (erano 91 nel 2012). Complessivamente sono stati effettuati 1.627 controlli, corrispondenti a 9,1 interventi ogni 100 mila abitanti, un numero inferiore rispetto all’anno precedente (1.661). In entrambi gli anni considerati, il 90% dei controlli è avvenuto dopo da segnalazioni dei cittadini e nel 47,9% dei controlli è stato riscontrato almeno un superamento dei limiti dell’inquinamento acustico (-5,1 punti percentuali rispetto al 2012).

Nel 2013, il verde urbano pubblico, con oltre 577 milioni di m2 rappresentava il 2,7% del territorio dei comuni capoluogo di provincia, (+0,7% rispetto al 2012), ad una disponibilità media di 32,2 m2 per abitante.

Oltre 3.200 km2 del territorio dei capoluoghi, il 15,8%, ricadono in “aree naturali protette” e in 43 comuni è stata individuata una rete ecologica, a tutela del mantenimento della biodiversità anche in ambito urbano.

Il rapporto evidenzia che «la somma delle aree protette e di quelle destinate al verde urbano è pari al 18,2% della superficie comunale dei capoluoghi, con valori più elevati (tra il 60 e il 70%) a Cagliari, Venezia e Messina», mentre «Nelle città italiane il verde “storico”, costituito da ville, giardini e parchi e tutelato per il valore storico-culturale e paesaggistico, copre in media un quarto del verde urbano totale, rappresentandone la componente più consistente».

Cinquantasette amministrazioni comunali hanno attivato orti urbani da dare in gestione ai cittadini e il 21 novembre 2013 circa il 60% dei capoluoghi del Centro e del Nord e quasi il 40% di quelli nel Mezzogiorno hanno promosso specifiche iniziative in occasione della prima Giornata nazionale degli alberi. 53 amministrazioni hanno messo a dimora alberi nelle aree del verde pubblico, 36 hanno attivato campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e 13 hanno previsto percorsi formativi per gli addetti alla manutenzione del verde.