Svizzera: il sì al raddoppio del Gottardo «pesa come un macigno sul futuro del Cantone Ticino»

I Verdi delusi, ma promettono battaglia per diminuire il traffico su gomma

[1 Marzo 2016]

Dopo i contraddittori risultati dell’ultima tornata di referendum in Svizzera, per quanto riguarda quello del raddoppio della galleria del Gottardo, che vedeva gli ambientalisti contrari, dopo la vittoria del sì I  Verdi «promettono di rimanere vigili e propositivi, come hanno sempre fatto, per diminuire il traffico su gomma al Gottardo, ma anche sulla tratta autostradale».

L’esito del voto interessava da vicino anche la Lombardia e l’Italia e proprio da Como arriva la presa di posizione di Giorgio Colato, presidente della Federazione Autotrasportatori italiani di Como-Lecco: «La Svizzera guarda al futuro, al contrario del Comasco». E’ il contrario di quel che pensa Nadia Pittà Buetti, della direzione I Verdi Ticino: «I Verdi, preso atto del risultato della votazione sul Gottardo, si aspettano ora che le premesse dei fautori del raddoppio vengano mantenute. In particolare: una sola corsia di marcia per canna; sostegno attivo alla politica di trasferimento di merci su rotaia; divieto di transito ai TIR di 60 tonnellate; mantenimento delle misure per il dosaggio del traffico».

I Verdi sono preoccupati per l’effetto che avrà la spesa di questa opera sui compiti della Confederazione Elvetica «In particolare per quanto riguarda il sostegno alle assicurazioni sociali e le spese per la formazione – spiega la Pittà Buetti –  La commissione degli Stati ha già annunciato necessità di sacrifici per finanziare il raddoppio, nonché un aumento del costo del carburante. I Verdi sono anche preoccupati per l’impatto sul territorio che avrà il cantiere per l’esecuzione dei lavori».

Gli ecologisti, dopo aver evidenziato che il Cantone Uri aveva per ben 5 volte respinto l’ipotesi di raddoppio del Gottardo ora approvata a livello confederale, dicono che «A proposito del Mendrisiotto, una regione fortemente inquinata dal traffico veicolare, i Verdi ricordano che molte misure da loro proposte (tra questo l’obbligatorietà della mobilità aziendale) sono state bocciate in Parlamento cantonale proprio da chi ha sostenuto il raddoppio» e che «In ogni caso i risultati del mendrisiotto sono da interpretare come un vero e proprio grido d’aiuto, che non può essere ignorato. I Verdi continueranno a proporre e sostenere le misure necessarie per ridurre il traffico motorizzato in questa regione in particolare e in tutto il resto del cantone».

I Verdi ticinesi sono invece soddisfatti per il No del popolo e dei cantoni all’iniziativa UDC: «Accogliere questa iniziativa avrebbe equivalso ad aprire una falla insanabile nel nostro stato di diritto e violare i diritti fondamentali di ogni essere umano, sanciti tanto dalla Costituzione svizzera che dalla Convenzione sui diritti dell’uomo. Preoccupa invece l’esito cantonale, ciò significa che la politica non ha fatto ancora abbastanza per arginare il senso di insicurezza della popolazione».

Un altro dato rassicurante è l’esito della votazione sull’iniziativa PPD: «L’iniziativa avrebbe favorito poche famiglie benestanti a discapito della maggioranza dei contribuenti con una perdita per le casse pubbliche di ben 2,3 miliardi di franchi. I Verdi si augurano comunque che il Parlamento federale si chini al più presto sulla tematica sollevata dall’iniziativa ed introduca un sistema di tassazione individuale che possa risolvere definitivamente i problemi delle disparità fiscali tra le coppie sposate, i concubini e le altre forme di convivenza».

Sulla bocciatura dell’iniziativa della GISO contro la speculazione sulle derrate alimentari «I Verdi non possono che dispiacersi. Tuttavia l’appuntamento con gli elettori è solo rimandato. Infatti, su questo tema vi sono interessanti iniziative che meriteranno di essere sostenute – quella dei Verdi “Cibo giusto – per alimenti equi”, come pure l’iniziativa popolare per la quale si raccolgono ora le firme “Per la sovranità alimentare”. Mettiamoci subito al lavoro per sostenerle!»

Infine I Verdi sono delusi per la vittoria del sì all’estensione degli orari di apertura dei negozi; «Perché è una proposta irrispettosa nei confronti di chi lavora in questo settore e non è sicuramente da considerare un passo avanti per l’economia ticinese, perché nei piccoli commerci sarà difficile estendere gli orari senza peggiorare le condizioni di lavoro. L’esito di questo voto è un segnale preoccupante, perché non è in questa direzione che l’economia dev’essere spinta: il Ticino non può pensare di rilanciare il commercio puntando su misure tanto discutibili. Un’occasione mancata per mandare un segnale chiaro contro l’estensione e la deregolamentazione del lavoro, in un settore già molto precario e soprattutto ancora prima che venga applicata l’iniziativa sui salari dignitosi».