Tre alpinisti italiani sono a caccia di microplastiche in Antartide

L’obiettivo della ricerca è quello di studiare la presenza di contaminanti di nuova generazione nelle aree polari, in collaborazione con il Cnr

[10 Gennaio 2020]

L’inquinamento da plastica rappresenta ormai un tratto caratteristico degli anni che stiamo vivendo: tracce di microplastiche sono state ormai documentate negli scampi che popolano i fondali della Sardegna come nelle stelle marine presenti a 2.200 metri di profondità nel nord-est dell’Atlantico, e anche all’interno della nostra dieta (il Wwf stima che ognuno di noi mangi fino a 5 grammi di plastica ogni settimana, senza accorgersene). Le microplastiche cadono dal cielo insieme alla neve, sulle Alpi come nell’Artico: saranno arrivate a contaminare anche il continente bianco, l’Antartide? Mentre scriviamo una missione italiana è sul campo per tentare di rispondere alla domanda.

Dopo oltre un anno di preparativi è in corso la spedizione di tre alpinisti del Club alpino italiano (Cai) – Gian Luca Cavalli, Marcello Sanguineti e Manrico Dell’Agnola –, con l’obiettivo dei tre sarà quello di salire alcune pareti e vette inviolate nella Graham Land, la parte della Penisola Antartica situata a nord di 66°S. La spedizione permette inoltre di portare avanti un’importante attività scientifica, nell’ambito della collaborazione di Marcello Sanguineti con l’Istituto di Scienze Polari (Isp) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), per lo svolgimento del progetto ECO AS:TRA (Emerging COntaminants in Antarctic Snow: sources and TRAnsport; PNRA18_00229), approvato per il finanziamento dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide. Come spiegano da Cai, i tre alpinisti sono chiamati ad effettuare prelievi di campioni di neve a diverse quote. Poi, sullo yacht australe Ice Bird impiegato come campo base, sottoporranno la neve prelevata, ormai ridotta allo stato liquido, a un processo di estrazione in fase solida (Spe), che consentirà di portare in Italia i campioni per analisi ed elaborazione dati. L’obiettivo della ricerca è quello di studiare la presenza di contaminanti di nuova generazione nelle aree polari, analizzarne i meccanismi di trasporto e, successivamente, valutare le possibili ricadute in zone antropizzate.

I tre alpinisti hanno già effettuato alcuni prelievi di campioni di ghiaccio nella Two Hummock Island, un’isola di fronte alla penisola antartica. Ora si sposteranno lungo il Gerlache Strait e raggiungeranno le Bramant Island, dove potranno fare altre campionature: come dichiarano dal Cai «il materiale raccolto verrà poi analizzato dai tecnici del Cnr per rintracciare – la speranza naturalmente è di non rintracciare – particelle plastiche».