La Toscana approva la nuova legge sulla geotermia, via libera dal Consiglio regionale

Via libera con 20 voti a favore, 6 contrari e 6 astenuti. Cinque gli emendamenti approvati rispetto al testo approvato in commissione Ambiente

[30 Gennaio 2019]

Il Consiglio regionale della Toscana ha licenziato oggi la proposta di legge 313 contenente le nuove Disposizioni in materia di geotermia, con 20 voti a favore (Pd e Art.1-Mdp), 6 contrari (M5S, Sì-Toscana a Sinistra e Gruppo misto-Tpt) e 6 astenuti (gli altri gruppi di opposizione). Cinque nuovi emendamenti sono stati approvati rispetto al testo che la scorsa settimana aveva ricevuto il via libera della commissione Ambiente – e che abbiamo esaminato qui –, introducendo soprattutto vincoli ancora più stringenti sotto il profilo ambientale.

Come spiegano dal Consiglio regionale, l’emendamento a firma di  Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra), Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra), Simone Bezzini (Pd), Stefano Scaramelli (Pd), Serena Spinelli (Art.1-Mdp), prevede «un monitoraggio in continuo, con possibilità in accesso remoto da parte di Asl e Arpat, del funzionamento di tutti gli impianti con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera». Il secondo, presentato dal Pd, specifica che «la convenzione che disciplina le iniziative volte all’impiego dell’energia termica residua, a favore del sistema economico locale o di progetti di teleriscaldamento, eventualmente realizzata da soggetti terzi, debba disciplinare anche le modalità di subentro dello stesso concessionario o di altro soggetto nelle attività, in caso di inadempimento del terzo. In caso di cessazione da parte del soggetto terzo, inoltre, il concessionario è tenuto a stipulare una nuova convenzione entro 18 mesi». Via libera anche a due emendamenti del Pd «che sostituiscono il termine di 60 giorni con il termine di 90 per gli adempimenti e le verifiche da effettuare in relazione ai procedimenti in corso». Infine, è stato approvato un emendamento a firma di Tommaso Fattori, Paolo Sarti, Simone Bezzini e Stefano Scaramelli nel quale si afferma che «i fluidi estratti dal territorio dell’Amiata hanno una composizione chimica, purtroppo ricca di inquinanti, diversa dagli altri estratti in Toscana e che “è necessario assumere, quale livello massimo da non superare, lo scenario attuale delle emissioni in atmosfera”». A tale proposito Scaramelli chiarisce che «la legge sottolinea e riconosce per la prima volta le peculiarità della montagna dell’Amiata, quale ‘terra madre’.  È stata inserita la tutela di fatto che il cumulo delle emissioni resterà inalterato rispetto al quadro attuale, elemento di principio non secondario che se raccolto spingerà i gestori ad ammodernizzare gli impianti esistenti laddove volessero fare nuovi sviluppi. Un principio di legge che consente di non aumentare l’attuale quadro di emissioni».

Più in generale, il testo coordinato con la Giunta e approvato oggi dal Coniglio regionale dopo una lunga gestazione e un altrettanto approfondito dibattito – iniziato ieri e conclusosi oggi – ha lo scopo di sviluppare un modello capace di coniugare esigenze ambientali, sviluppo socio-economico e occupazionale dei territori interessati dall’attività geotermica. «Con questa proposta credo che la Toscana faccia davvero un salto di qualità», sintetizza il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli (Pd).

Un importante punto fermo per i territori geotermici, che stanno vivendo mesi di profonda incertezza dopo che il Governo nazionale ha cancellato per la prima volta gli incentivi rivolti alla produzione geotermoelettrica attraverso lo schema di decreto Fer 1, minando le possibilità di sviluppo di questa fonte rinnovabile e delle aree dov’è naturalmente presente. La legge regionale «è frutto – commenta il consigliere Andrea Pieroni (Pd) – di un lavoro qualificato e certosino, che offre un quadro certo di garanzie a tutti i soggetti che ruotano attorno alla geotermia. Con questa legge la Toscana fa la sua parte e credo possa insegnare qualcosa anche all’attuale Governo che mi auguro, anzi, reintroduca nel Fer 2 quanto sciaguratamente cancellato dal decreto Fer 1».

«Tanti cittadini, quelli che sono scesi in piazza a Pomarance, così come sul monte Amiata, ci hanno chiesto con forza di tenere insieme lo sviluppo con il rispetto e la qualità dell’ambiente. Oggi possiamo festeggiare», afferma il consigliere Antonio Mazzeo (Pd), anche se quello compiuto oggi «è il primo passo: la Giunta regionale dovrà perseguire velocemente la necessità di chiudere il protocollo con il principale soggetto che attualmente opera nella geotermia tradizionale (Enel, ndr) per dare la possibilità a quei territori di riprendere fiato. Quei territori aspettavano la risposta che oggi stiamo dando. Ora manca un altro pezzo di risposta: tentiamo di recuperare a uno scivolone che è stato commesso, di rimettere in piedi gli incentivi perché quei territori tornino ad avere prospettive e opportunità».

Un appello «alle forze politiche che attualmente governano il Paese» arriva anche dalla consigliera Alessandra Nardini (Pd), affinché « il Governo targato Lega e 5 Stelle riveda la decisione scellerata sugli incentivi e corregga la scelta fatta con la reintroduzione nel decreto Fer 2. Se così non fosse si confermerebbe un attacco deliberato al futuro economico e demografico di intere aree della nostra regione. Ed in quel caso non staremmo a guardare, ma continueremmo a far sentire forte e chiara la nostra protesta».

Anche il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras, chiudendo il dibattito in Aula sottolinea come la nuova legge toscana possa «far avanzare anche il dibattito nazionale sull’energia. La Toscana è la regione con la vocazione geotermica, l’interesse nazionale in materia è concentrato qui e noi abbiamo l’obbligo, anche morale, di dire la nostra. Abbiamo lavorato ad una legge innovativa con cui proviamo ad inserire nel ristretto spazio di competenze riservato alle Regioni in materia di energia tutto ciò che era legittimo, e a condizionare tutto ciò che era giusto per dotare la nostra regione di un pensiero unico sulla geotermia con valutazioni e proposte chiare: più controlli, maggiore capacità tecnologia, obbligo dei concessionari di sviluppare attività collaterali, trasformazione del CoSviG in agenzia per lo sviluppo locale».