Le isole Fiji hanno ratificato l’accordo sul clima di Parigi: sono il primo stato al mondo

Il voto arrivato dal Parlamento all’unanimità. L’appello dell’Onu per una firma globale il 22 aprile

[15 Febbraio 2016]

Lo storico accordo sul clima firmato a Parigi durante la Cop21, ovvero la 21° Conferenza delle parti organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, è stato ratificato per la prima volta da uno dei 195 paesi (più l’Ue) firmatari: il primato va alle isole Fiji, un arcipelago in Oceania composto da circa 300 isole, responsabile di appena lo 0,04% delle emissioni globali di gas serra.

Le Fiji rimangono così in prima linea contro i cambiamenti climatici. Sul loro territorio gli effetti del clima che cambia sono arrivati prima, e con maggior intensità rispetto che altrove: la loro ratifica avvicina così di un piccolo ma significativo passo per l’effettiva entrata in vigore dell’accordo firmato alla Cop21: perché questo accada l’accordo dovrà essere ratificato dal almeno 55 Paesi firmatari, che rappresentino almeno il 55% delle emissioni di gas serra.

Dopo il voto positivo del Parlamento – che ha dato all’unanimità il proprio assenso alla ratifica – il primo ministro delle Fiji, Voreqe Bainimarama (nella foto), ha dichiarato che volerà a New York per la Giornata della Terra, il 22 aprile, rispondendo all’appello arrivato dall’Onu ai leader mondiali per ratificare in quell’occasione l’accordo trovato a Parigi. Dall’Italia, nel mentre, non risultano essere arrivate risposte all’appello delle Nazioni unite. In compenso, il governo ha già indicato come data per il referendum sulle trivellazioni petrolifere il 17 aprile, pochi giorni prima dell’appuntamento newyorkese in difesa del clima, suscitando le ire degli ambientalisti: scindendo la data del voto da quella dell’ormai prossima tornata elettorale per le amministrative si brucerebbero 300 milioni di euro di risorse pubbliche, disincentivando al contempo la partecipazione democratica dei cittadini al voto.