Basta auto davanti alle scuole: una petizione online per ridare le strade ai bambini

I bambini ed i ragazzi hanno diritto a camminare (e pedalare) sulla strada sicuri, anche in autonomia

[22 Marzo 2019]

Linda Maggiori, blogger e scrittrice impegnata nella difesa dell’ambiente, ha lanciato la   petizione online “School streets: le strade ai bambini!” indirizzata al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, un’iniziativa sostenuta da un’ampia rete di associazioni e realtà attive nel mondo della scuola, della mobilità sostenibile e della sicurezza stradale: Bike to School Roma; Famiglie senz’auto; Legambici – Legambiente per la ciclabilità; Genitori Antismog Milano; Cittadini per l’Aria; Turismo senz’auto; #Salvaiciclisti; Italian Cycling Embassy; Kyoto Club; Alleanza per la Mobilità Dolce; Massa Marmocchi; Fondazione Michele Scarponi; Rete Vivinstrada; Fondazione Guccione; Bikeitalia; Fiab; Uppa (Un pediatra per amico); Acp “Pediatri per un mondo possibile”.

Bikeitalia sottolinea: «Ogni giorno in Italia milioni di persone accompagnano i propri figli a scuola in auto, creando traffico e disagi alla circolazione, inquinando e mettendo in pericolo l’incolumità dei bambini: la doppia fila è la regola e le soluzioni messe in atto dalle amministrazioni per contrastare il fenomeno, ormai fuori controllo, risultano dei semplici palliativi, Come dimostrano le cronache, non basta la presenza dei vigili come deterrente contro la doppia fila davanti alle scuole e, anzi, proprio gli agenti utilizzati in questo servizio sono i primi ad essere messi in pericolo. Ci sono numerose buone ragioni per chiedere che le strade davanti alle scuole: in primis per favorire l’autonomia dei bambini, se si pensa che oggi in Italia soltanto il 7% dei bambini compie in autonomia il percorso casa-scuola (mentre invece nel 1970 questa cifra era del 90%). Come dice il pediatra Francesco Tonucci, responsabile del progetto “La città dei bambini” dell’Istc Cnr: “Meglio soli che sempre accompagnati”. Inoltre andare a scuola a piedi o in bici combatte la sedentarietà e l’obesità infantile e i bambini che vanno a scuola in macchina sono meno reattivi di quelli che raggiungono la propria classe in modalità attive. Evidentemente una sola ora di attività fisica settimanale a scuola non è sufficiente: per i bambini l’OMS raccomanda almeno un’ora di attività fisica, ma al giorno. Come ci hanno ricordato i ragazzi scesi in piazza venerdì 15 marzo 2019 in tutto il mondo per la grande mobilitazione Fridays For Future, per contrastare i cambiamenti climatici è necessario ridurre il numero di veicoli a motore in circolazione, che sono responsabili di circa un quarto delle emissioni di gas climalteranti».

Bikeitalia  ricorda che «Davanti alle scuole i tassi di inquinamento e la concentrazione di polveri sottili sono molto alti: per salvaguardare la salute dei bambini bisognerebbe evitare di accompagnarli a scuola in auto, perché nell’abitacolo le concentrazioni di agenti inquinanti sono più elevate che all’aria aperta (Ispra, “Qualità dell’aria nelle scuole”) e aumenta la probabilità di asma, problemi respiratori, disturbi cognitivi e altre malattie. Infine, ultimo ma non meno importante, il fattore sicurezza: i cosiddetti incidenti stradali sono tra le principali cause di morte per i bambini tra 5 e 14 anni nel mondo (OMS) e solo in Italia ogni giorno un bambino muore e altri 25 restano feriti (Istat, 2018). Per questo i bambini devono essere sicuri di correre, pedalare e giocare almeno nelle strade davanti alle scuole».

 

Ecco il testo della petizione pubblicata su change.org:

I bambini ed i ragazzi hanno diritto a camminare (e pedalare) sulla strada sicuri, anche in autonomia. Un diritto sancito dall’Unicef che però viene quotidianamente negato nelle nostre città, soprattutto davanti alle scuole, i luoghi più frequentati dai bambini, luoghi dove si dovrebbero imparare i valori di civiltà, di sviluppo sostenibile, di rispetto della vita e dell’ambiente.

Eppure proprio davanti alle scuole troviamo ogni giorno auto ammassate, in doppia fila, davanti al portone, fin sopra ai marciapiedi e sulle strisce, magari col motore acceso. Uno spettacolo diseducativo, una situazione che mina la salute e la sicurezza di milioni di bambini e ragazzi ogni giorno in Italia.  Nei paesi del Nord Europa le strade davanti alle scuole (schoolstreets) sono pedonalizzate e i ragazzi possono accedere in sicurezza, in bici, a piedi o col monopattino. Che cosa aspettiamo ad applicare in tutti i Comuni d’Italia, come standard, questa misura di civiltà e rispetto? Attualmente tutto è affidato alla buona volontà e sensibilità dei sindaci. Noi chiediamo che il Codice della Strada vincoli i sindaci a delimitare una zona di rispetto (vietata al traffico a motore), permanente o temporanea, attorno alle scuole di ogni ordine e grado.

Ci sono almeno 5 buone ragioni:

1-per favorire l’autonomia dei bambini:  nel 1970 la media dei bambini tra i 6 e gli 11 anni che erano autonomi nel percorso casa-scuola era del 90 percento: oggi è del 7 percento (in Inghilterra arriva al 25%, in Germania al 76%). “Meglio soli che sempre accompagnati”  dice Francesco Tonucci, pediatra, responsabile del progetto “La città dei bambini”dell’ ISTC- CNR.

2- per incentivare modalità attive come l’andare in bici o il camminare, per incentivare il gioco libero, la socializzazione. I bambini che vanno a scuola in macchina sono meno reattivi di quelli che vanno in bicicletta o a piedi. Giocano meno, sono più in sovrappeso, hanno minore sicurezza e minore autostima. (Niels Egelund, studio danese foodoflife.dk). L‘OMS raccomanda negli adulti 150 minuti a settimana e nei bambini almeno un’ora al giorno di attività fisica anche di tipo moderato. L’ora di attività settimanale non è più sufficiente (Francesca Racioppi, 2015).

3-per il clima: dobbiamo ridurre i veicoli a motore in circolazione, responsabili di circa un quarto delle emissioni di gas climalteranti.

4-per la salute dei bambini:  davanti alle scuole i tassi di inquinamento sono molto alti: nel febbraio  2018 Greenpeace registra concentrazioni di biossido di azoto al di sopra della soglia stabilita OMS nei pressi di 9 scuole palermitane su 10. Risultati simili anche in altre città italiane.
I bambini respirano biossido di azoto (prodotto principalmente dai motori diesel), polveri sottili, e altri inquinanti, provocati dal gas di scarico ma anche dall’attrito delle ruote sull’ asfalto, e questo aumenta la probabilità di asma, problemi respiratori, disturbi cognitivi  e altre malattie.  Non è poi vero che “lo porto in auto per non fargli respirare smog” perché i bambini che vanno a scuola in automobile sono esposti a concentrazioni di inquinanti più elevate che all’aria aperta. (ISPRA, Qualità dell’aria nelle scuole).

5- per la sicurezza dei bambini: gli incidenti stradali sono tra le principali cause di morte per i bambini tra 5 e 14 anni nel mondo (OMS). In Italia, ogni giorno, un bambino muore e altri 25 restano feriti, per incidenti stradali (dati Istat 2018). I pediatri sono molto chiari: chiedono “mai più auto davanti alle scuole, senza se e senza ma, partendo dal presupposto che gli incidenti non sono una fatalità”.(ACP 2012).

Vogliamo che i bambini siano sicuri di correre, pedalare e giocare, almeno davanti alla scuola.