Economia post-Covid-19: i trasporti verdi potrebbero creare 15 milioni di posti di lavoro

Studio Ilo-Unece dimostra che anche in Europa è vantaggioso passare ai trasporti pubblici sostenibili e alla mobilità privata elettrica

[20 Maggio 2020]

Secondo uno studio Unep del 2017, i trasporti sono un settore chiave dell’economia globale: in tutto il mondo il trasporto terrestre (strada, ferrovia, fluviale) rappresenta oltre 60 milioni di posti di lavoro diretti, oltre il 2% dell’occupazione mondiale.  Consentendo la mobilità e la connettività di persone e merci, i trasporti sostengono l’attività di molti altri settori dell’economia, creando posti di lavoro, fornendo valore aggiunto e promuovendo l’inclusione sociale. Quindi, il settore dei trasporti è essenziale per portare avanti l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Ora il  nuovo rapporto “Jobs in green and healthy transport: Making the green shift” pubblicato dall’International labour organization (Ilo) e dall’United Nations economic commission for Europe (Unece), evidenzia che «Gli investimenti nella trasformazione del settore dei trasporti potrebbe creare milioni di nuovi posti di lavoro e aiutare i Paesi nella loro transizione verso economie più verdi e più sane» e aggiunge che «La ripresa economica dopo la crisi del coronavirus non può tradursi in un ritorno alle pratiche precedenti. Deve essere l’occasione di un vero progresso verso lo sviluppo sostenibile. Una trasformazione strutturale del settore dei trasporti sarà necessaria se si vuole che delle economie green e sostenibili sul piano ambientale diventino realtà». Secondo gli autori del rapporto, questo cambiamento potrebbe portatare alla creazione di milioni di nuovi posti di lavoro.

nel 2015, negli Stati Uniti i trasporti rappresentavano il 9% del PIL e nel 2016 impiegavano  circa 13 milioni di persone, il 9% della forza lavoro Usa. Sempre nel 2016, nell’Unione europea, lavoravano nel settore dei trasporti circa 12 milioni di persone, più del 5% della forza lavoro totale, producendo il 6,8% del PIL Ue, e in media, le famiglie europee spendevano per i trasporti il 13% della loro spesa totale. Nel 2013 il trasporto pubblico urbano rappresentava circa il 20% della produzione del settore dei trasporti e dava lavoro a circa 13 milioni di persone in tutto il mondo.

Ma il settore dei trasporti ha anche diversi effetti negativi sull’ambiente e sulla salute. E’ una delle principali fonti di emissioni di gas serra e contribuisce all’inquinamento atmosferico, alle piogge acide, all’eutrofizzazione, al degrado delle colture e delle foreste, l’esaurimento delle risorse naturali, alla frammentazione degli habitat e la produzione di rifiuti. Il settore dei trasporti presenta anche rischi significativi per la salute a causa di incidenti mortali e infortuni causati da incidenti stradali, inquinamento atmosferico e acustico e ingorghi stradali. Le emissioni dirette di gas serra del settore dei trasporti rappresentano almeno il 25% delle emissioni totali. Secondo la Banca Mondiale, nel 2018 nei Paesi Unece la quota dei trasporti nelle emissioni nazionali di gas serra variava da meno del 10% in Kazakistan a oltre il 50% in Svezia e Lussemburgo.

Il nuovo rapporto Ilo-Unece esamina le conseguenze sul lavoro di 4 scenari di  “green transport”  in 56 Paesi del Nord America, Europa, Caucaso e Asia centrale che fanno parte dell’Unece e  confronta un approccio statu quo con delle proiezioni basate su scenari che vanno fino al 2030 e che prevedono un’espansione accelerata dei trasporti pubblici e l’elettrificazione del trasporto privato dei passeggeri e delle merci.

Lo studio evidenzia che «10 milioni di posti di lavoro supplementari potrebbero essere creati nel mondo – 2,9 milioni nella regione Unece – se il 50% veicoli prodotti fossero elettrici. Inoltre, circa 5 milioni di nuovi posti di lavoro potrebbero essere creati nel mondo, dei quali 2,5 milioni nella regione Unece se i suoi Paesi membri raddoppiassero gli investimenti nei trasporti pubblici».
Tra gli altri fattori in grado di favorire la creazione di posti di lavoro al di fuori del settore dei trasporti figurano l’aumento delle spese in beni e servizi risultante da una riduzione delle spese petrolifer, così come per le misure legate alla produzione e utilizzo di energia. Anche l’elettrificazione del trasporto privato di passeggeri e merci creerebbe dei posti di lavoro, in particolare se l’elettricità proverrà da fonti rinnovabili.

Secondo il rapporto, «Dei sistemi di trasporto più ecologici risultanti da tali cambiamenti comporterebbero anche una riduzione delle emissioni di gas serra, dell’inquinamento atmosferico e sonoro, così come degli ingorghi, il che potrebbe portare a una diminuzione del numero di incidenti stradali».

Catherine Saget, team leader dell’Ilo, fa notare che «Il perseguimento dell’obiettivo di una società sostenibile sul piano ambientale e inclusiva esige una trasformazione strutturale dell’economia… Questa trasformazione strutturale, che include il settore dei trasporti, k ha il potenziale di creac re posti di lavoro decenti e di proteggere i lavoratori e le loro famiglie, se viene accompagnata da politiche appropriate».

Olga Algayerova, segretaria esecutiva dell’Unece ha ricordato che «I trasporti terrestri sono un settore chiave delle economie della nostra regione, sia in termini di quota di PIL che di occupazione. Questo studio evidenzia alcune delle principali opportunità per trasformare il settore e renderlo più verde, più sano e più sostenibile. E’ anche un appello ai governi e al settore stesso a fare le scelte giuste e a investire massicciamente nel trasporto pubblico e nelle tecnologie verdi per cogliere queste opportunità».

Il passaggio a economie più green comporterà una certa redistribuzione del lavoro, ma il rapporto stima che alla fine ci saranno più posti di lavoro. Per trarre più vantaggi possibili in posti di lavoro legati all’ecologizzazione dei trasporti, lo studio raccomanda la messa in opera di una gamma completa di politiche pubbliche che devono includere lo sviluppo di competenze, la protezione sociale, nuove e più eque politiche del mercato del lavoro e la promozione del dialogo sociale e dei diritti fondamentali dei lavoratori.