Il nuovo aeroporto internazionale che minaccia Machu Picchu

Archeologi, tour operator e comunità locali chiedono al governo del Perù di riconsiderare il progetto

[22 Maggio 2019]

Il nuovo aeroporto internazionale che dovrebbe essere realizzato a Chinchero, una piccola località che sorge in un fertile altipiano agricolo  a cavallo tra la valle di Cusco e quella del fiume Urubamba, a 4 ore di viaggio da Machu Picchu e un’ora da Cusco, sposterebbe i voli e masse di persone dalle principali città dell’America Latina e dagli Stati Uniti verso l’unica destinazione turistica peruviana, Machu Picchu, che sta già subendo una fortisima pressione del turismo di massa. Infatti, già oggi Aguas Calientes, la località a poche decini di minuti da Machu Picchu – il Comune più ricco del Perù – è una specie di affollatissima Disneyland Inca dominata dall’abusivismo edilizio.

Cusco. Dove l’opposizione al nuovo aeroporto di Chinchero è molto forte, ha già un aeroporto internazionale (in realtà gli unici voli che lo collegano con l’estero sono quelli con la Bolivia) ma ha solo una pista. Il piano del governo del Perù – una promessa fatta praticamente da tutti gli ultimi presidenti della Repubblica (tutti finiti in galera, sotto inchiesta o suicidi per corruzione) –  è quello di aprire l’area ad ulteriori arrivi internazionali, dato che a Chinchero  saranno in grado di atterrare e/0 di fare scalo aerei più grandi.

L’opposizione viene anche dai tour operator più avveduti come Viva Expeditions, specializzato in viaggi in America Latina, che in un comunicato evidenzia: «Le discussioni aperte sul sovra-turismo e la consapevolezza che il turismo non ha spazio per una crescita infinita si scontrano con questo nuovo aeroporto. I piani per limitare i numeri a Machu Picchu sono stati perfezionati negli ultimi 5 anni. Machu Picchu ha già una capacità di carico di 5.000 turisti al giorno, il doppio dei 2.500 visitatori raccomandati dall’Unesco. Quindi perché attrarne di più?»

Secondo Rachel Williams, la fondatrice di Viva Expeditions, «Gli atterraggi aerei nelle viscere della Valle Sacra sono semplicemente una cattiva idea! Il traffico aereo creerebbe molto disturbo non solo fisicamente, ma il rumore distruggerà la pace degradando l’intera esperienza della Valle Sacra. Più escursionisti o “turisti” potranno iniziare a visitare Machu Picchu creando un parco a tema in un luogo sacro: il Perù non è Machu Picchu, ha il lago Titikaka, l’Amazzonia e il Canyon del Colca. Ha così tanto da offrire!»

Paradossalmente l’aeroporto potrebbe avere un impatto devastante sulla redditività a lungo termine del turismo: attualmente i turisti soggiornano a Cusco, prendono un costoso treno per arrivare ad Aguas Calientes, mangiano nei ristoranti locali e soggiornano per un po’in alloggi di proprietà locale e alberghi. L’aeroporto di Chinchero potrebbe alterare drasticamente i comportamenti turistici dato che permetterebbe ai turisti di restare per periodi  di tempo più brevi, permettendo addirittura un turismo mordi e fuggi a Machu Picchu.

I favorevoli all’aeroporto ribattono che la popolazione locale potrebbe beneficiare di nuovi posti di lavoro con la costruzione dell’infrastruttura.

Ma è chiaro che. Oltre a devastare un altipiano agricolo e con notevoli emergenze archeologiche inca e del periodo coloniale spagnolo, il nuovo aeroporto stravolgerebbe l’attuale turismo forzatamente “lento” attraverso la Valle Sacra, fatto di viste di paesaggi montani e della foresta pluviale al confine dell’Amazzonia, un territorio rimasto in gran parte quello che circondava la città nascosta deli Inca. Ma i bulldozer hanno iniziato a spianare il terreno per realizzare in un Paese in via di sviluppo un aeroporto internazionale da molti miliardi di dollari a soli 20 minuti dalla Valle Sacra, un progetto che dovrebbe essere completato entro il 2023.

Natalia Majluf, storica dell’arte peruviana all’università di Cambridge, che ha lanciato l’idea di una petizione contro il nuovo aeroporto, sottolinea che «L’aeroporto influenzerà l’integrità di un complesso paesaggio inca e causerà danni irreparabili a causa del rumore, del traffico e dell’urbanizzazione incontrollata». Quello che si teme è che le orde di turisti che sbarcheranno dagli aerei diventino un problema incontrollabile e che abbiano un impatto insostenibile su Machu Pucchu, come già successo in altri siti archeologici meno delicati.

L’idea di costruire un aeroporto vicino a Machu Picchu risale agli anni ’70, con il dichiarato intento di saltare lo scalo di Cusco, raggiungibile per i turisti praticamente solo da Lima. Una cosa che a Cusco non piace per niente, anche se il suo aeroporto è impossibile da ampliare, visto che è circondato dai palazzi e dalle case di un’urbanizzazione selvaggia che ha ormai saturato la pianura e risale su colline e montagne, occupandole con quartieri informali serviti da strade polverose e fangose, dotati di scarsi servizi e assediati da cumuli di rifiuti. Un caos che stride con il centro storico, un gioiello coloniale spagnolo costruito sulle mura ciclopiche pre-inca e che gli inca trasformarono nell’ombelico del loro mondo.

Machu Picchu, che è stato designato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1983, ma ha iniziato a vedere grandi folle solo dopo la fine della sanguinosa guerriglia maoista di Sendero Luminoso e dell’altrettanto sanguinosa repressione dell’esercito e dopo essere stato votato come una delle “Nuove Sette Meraviglie del Mondo” in un sondaggio online nel 2007.  Da allora, quasi ogni anno, in molti hanno chiesto che Machu Picchu venga inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità a rischio, ma il governo del Perù d si è sempre opposto, riuscendoci grazie alle chiusura di alcune aree, a una buona manutenzione del sito archeologico, all’aggiunta di guardie e all’istituzione di numeri contingentati di visitatori, Ma in molti sono convinti che il nuovo aeroporto internazionale di Chinchero potrebbe spingere il più famoso sito archeologico del Perù verso il precipizio del degrado e della banalizzazione del turismo mordi e fuggi.