Un terzo degli studenti delle superiori va da casa a scuola in auto o scooter

E appena hanno 18 anni il 40% usa esclusivamente un veicolo privato a motore

[30 Gennaio 2014]

Secondo lo studio Legambiente-Euromobility sulla mobilità degli studenti, realizzato in collaborazione con i #Salvaiciclisti, Fiab, Rete Mobilità Nuova e SISTeMA (società spin–off dell’Università La Sapienza), su un campione di 5.516 ragazzi di 8 città, questi «lo apprendono a scuola. O meglio: lo imparano nel tragitto che da casa li porta a scuola che la mobilità è soprattutto motorizzata e quindi, appena l’età diventa quella da patente, tendono a montare su uno scooter o a mettersi al volante di un’automobile».

Sono stati proprio i ragazzi delle superiori delle scuole superiori che hanno collaborato alla ricerca (I.I.S. “Belluzzi – Fioravanti” di Bologna, I.S.I.S. “D. Zaccagna” di Carrara, Liceo “G. Turrisi – Colonna” di Catania,  I.I.S “Da Vinci” di Potenza, Liceo “Alfredo Oriani” di Ravenna, Liceo “Democrito” di Roma, Liceo “Gioberti” di Torino, Liceo “Luigi Stefanini” di Venezia), con la supervisione dei tecnici delle due associazioni, a vestire i panni dei mobility manager e ad analizzare gli stili di mobilità dei loro coetanei nei centri urbani.

Legambiente ed -Euromobility hanno scelto Bologna, Carrara, Catania,  Potenza, Ravenna, Roma, Torino e  Venezia-Mestre proprio per rappresentare tutte le tipologie di percorso: scuola di quartiere raggiungibile in poco tempo come nel caso dell’istituto di Roma, scuola frequentata da studenti pendolari come nel caso di Potenza ecc., rappresentative del nord, centro e sud del Paese. Ne è venuto fuori che «La distanza media percorsa per andare da casa a scuola è stata pari a 9.0 km: la più breve a Roma (3.6), seguita da Carrara (5.3); la più elevata quella di Potenza (16.7)» e che «A 15 e 16 anni l’uso di veicoli privati a motore come conducente o come passeggero si attesta al 30% circa. Lo 0,9% dei 15enni guida il motorino e la percentuale cresce al 3,5% tra i 16enni. Al crescere dell’età aumenta l’uso di scooter e macchine fino a raggiungere la percentuale di quasi il 40% a 19 anni e di addirittura il 50% circa a 20 anni».

Per Erasmo D’Angelis, sottosegretario alle infrastrutture e trasporti con delega al trasporto pubblico locale e alla sicurezza stradale, «I risultati dello studio Legambiente-Euromobility sulle abitudini di spostamento casa-scuola degli studenti italiani dimostrano che la strada imboccata dell’aggiornamento di norme e prescrizioni per la riprogettazione della mobilità urbana scegliendo nuove priorità e i migliori standard europei, è quella giusta. Non vogliamo più limitarci ad applaudire da lontano le città del mondo organizzate con pianificazione degli orari e ottimi servizi di mobilità e non possiamo più essere condannati a vivere in città disorganizzate, autocentriche e in balia di ingorghi quotidiani, emergenze smog e servizi collassati. Dalla riforma del Codice della Strada in corso in Parlamento alle nuove politiche di investimenti sulle infrastrutture su ferro come metro e tramvie nelle aree metropolitane, da Palermo a Milano, dal rilancio della ciclabilità come mezzo di trasporto urbano alla riforma del trasporto pubblico locale con incentivi per gli abbonamenti, per la prima volta dopo anni il Governo mette al centro un’idea di città e la qualità urbana. E, accanto al lavoro istituzionale e tecnico, vogliamo comunicare soprattutto agli studenti questa nuova sfida che aumenterà la sicurezza stradale nel Paese europeo con più incidenti e automobilisti multati. Tra pochi giorni sarà anche disponibile e scaricabile gratuitamente la nuova App del Ministero dedicata alla sicurezza nelle aree urbane, collegata alla campagna di comunicazione “Sulla Buona Strada” che registra un grande successo, soprattutto tra i giovani, e sarà replicata con nuovi protagonisti e dedicata alla tutela di pedoni e ciclisti».

Tra le 8 città prese in esame dall’indagine, Carrara e Roma si aggiudicano il primato di regine dei motori, con percentuali di uso di veicoli privati a motore vicine all’80%, mentre il capoluogo dove piedi, bici e trasporto pubblico sono più diffusi è Venezia-Mestre. «In generale – spiega lo studio – se tra il primo e il secondo anno di scuola si osserva una lieve riduzione nell’uso dell’auto, da attribuire probabilmente ad un aumento dell’autonomia degli studenti che determina un aumento nell’uso dello scooter e talvolta del trasporto pubblico, proprio l’aumento di autonomia nelle classi di età maggiori (tra i 19enni e i 20enni), determina di nuovo un maggiore ricorso all’uso dell’automobile».

Scendendo nel dettaglio: «Il mezzo pubblico è il veicolo preferito dagli studenti di Venezia-Mestre per raggiungere la scuola. Qui solo l’8,7% dei ragazzi coinvolti nell’indagine ricorre all’auto o allo scooter privato, quasi come a Torino, dove il 59.3% si affida ai bus, tram e treno metropolitano. A Roma invece ci si sposta quasi sempre con veicoli a motore (68,9% dei casi) anche se la scuola è la più vicina tra quelle selezionate nell’indagine. Nello specifico, la più alta percentuale di scooteristi si trova a Carrara (15.7%), seguita da Roma (13.5%), mentre a Potenza quasi nessuno va in motorino. L’auto privata è il mezzo prediletto dagli studenti romani (55.4%) e di quelli di Catania (44.6%), mentre a Venezia si registra la più alta percentuale d’uso dei mezzi pubblici (66,3%) e quindi la più bassa per l’uso di veicoli privati a motore (7,7%). Ravenna è la regina della bicicletta (39.1%) mentre a Torino (12.2%), quasi al pari di Catania (11.4%), si va anche frequentemente a piedi. 25 minuti è il tempo medio impiegato per andare da casa a scuola e se gli studenti di Roma ci mettono meno (11 minuti, grazie alla scelta della scuola di quartiere), sono quelli di Torino a impiegare più tempo di tutti (33 minuti)».

La scelta del mezzo influisce naturalmente anche sulle emissioni inquinanti: «A Catania le emissioni annuali di Pm10 a studente sono le più elevate (133 grammi/anno), mentre con 39 e 37 grammi/anno, Venezia e Ravenna sono le città meno inquinate. L’impatto ambientale maggiore del Pm10 si ha a Roma con 29 milligrammi emessi ogni chilometro percorso, mentre a Torino e Venezia si misura l’impatto minore (rispettivamente 12 e 10 mg/km). Stesso discorso per le emissioni di anidride carbonica (CO2), che sono limitate a 128 kg/anno complessive a studente a Venezia e a 145 kg/anno a Ravenna ma raggiungono i 511 kg/anno a Catania. L’impatto ambientale maggiore di queste emissioni si misura a Roma (121 grammi/km), mentre rimane a livelli più bassi ancora a Venezia (34 grammi/km) e Torino (48 grammi/km)».

Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane Legambiente, sottolinea: «Tutte le mattine dei giorni feriali, tra settembre e giugno, al suono della sveglia circa un quarto del Paese parte disordinatamente verso la medesima destinazione: la scuola. Sebbene l’86% delle famiglie abiti a meno di un quarto d’ora a piedi da asilo, elementari, medie e superiori, almeno 10 milioni di persone scelgono di effettuare il tragitto in automobile, dando un contributo importante alla congestione, alle emissioni di inquinanti e stimolando nei ragazzi un’abitudine allo spostamento motorizzato. Con questa indagine abbiamo voluto trasformare alcuni studenti in mobility manager, per far crescere tra i giovani una nuova cultura del modo di muoversi nelle aree urbane, perché andare a scuola in macchina ha una duplice valenza negativa: nell’immediato contribuisce alla congestione urbana, in prospettiva convince i ragazzi che anche per le brevi distanze esistono solo le quattroruote».

Secondo Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico Euromobility, «L’esperienza di questo progetto dimostra che la raggiunta autonomia dei ragazzi che frequentano le scuole superiori fa sì che i mezzi pubblici e la bicicletta siano il modo più usato per andare e tornare da scuola. È molto più contenuto infatti il fenomeno dell’accompagnamento in automobile da parte dei genitori tipico delle scuole elementari e medie. Ma il progetto dimostra anche che tra i ragazzi più prossimi alla maturità cresce l’uso dello scooter e dell’automobile. A conferma che la scelta della bicicletta e dei mezzi pubblici non è tra i ragazzi una scelta consapevole e convinta, ma molto spesso forzata. Progetti come questo provano quindi quanto sia importante formare in maniera attiva e concreta i ragazzi prossimi alla patente per favorire una cultura della mobilità che aiuti a mantenere contenuta la tendenza tutta italiana ad un uso smodato dell’automobile».