Costa: per evitare che da una tragedia ne derivi una seconda a causa di una ripartenza “black”, dobbiamo pensare ad un futuro “green”

Petersberg Climate Dialogue: 30 ministri per una ripresa verde fondata sulla solidarietà

Guterres: le minacce parallele del Covid-19 e dei cambiamenti climatici richiedono una leadership coraggiosa, visionaria e collaborativa

[29 Aprile 2020]

L’11esimo  Petersberg Climate Dialogue si è concluso a berlino con un «impegno per una ripresa verde fondata sulla solidarietà». Su invito della ministro federale tedesca all’ambiente Svenja Schulze e del segretario di Stato britannico al business, energia e strategia industriale Alok Sharma, una trentina di ministri all’ambiente e al clima di tutto il mondo hanno partecipato al Climate Dialogue in  videoconferenza, così come hanno fatto la cancelliera tedesca  Angela Merkel e il segretario generale dell’Onu António Guterres.

Il vertice di Berlino ha chiarito che «la protezione del clima rimane una sfida acuta e globale anche al tempo del Coronavirus» e i ministri si sono impegnati a utilizzare la ripresa economica nei prossimi mesi per «conseguire contemporaneamente i necessari progressi nella protezione del clima». Allo stesso tempo, hanno chiarito che «Il lavoro su nuovi ambiziosi obiettivi climatici nell’ambito dell’Accordo di Parigi  sulla protezione del clima non si interrompe ai tempi del coronavirus, ma continua».

La Schulze ha detto che «Per armarci meglio contro le crisi future, abbiamo bisogno di un riavvio ecologico dell’economia. La nostra missione non è il vecchio, ma un mondo migliore, che sia più a prova di crisi e rispettoso del clima. Il Petersberg Climate Dialogue ha dimostrato che molti Paesi hanno già preparato misure per stimolare l’economia dopo la crisi, tenendo conto della protezione del clima e della protezione degli ecosistemi. Nei prossimi mesi verranno investite somme in tutto il mondo ingenti per il riavvio dell’economia globale. Questi investimenti possono anche dare un contributo significativo alla protezione del clima. Investire in energie rinnovabili, mobilità sostenibile e processi industriali rispettosi del clima garantisce allo stesso tempo protezione climatica, innovazione e occupazione. Ecco perché un piano di protezione del clima impegnato come quello dell’Ue con il Green Deal è anche la giusta strategia per uscire dalla crisi del coronavirus».

Al Petersberg Climate Dialogue è intervenuto anche il ministro dell’ambiente italiano Sergio Costa che ha sottolineato che «ll Covid-19 sta avendo un impatto devastante. E’ una crisi internazionale senza precedenti, umana, sanitaria ed economica. Ma per evitare che da una tragedia ne derivi una seconda a causa di una ripartenza “black”, dobbiamo pensare ad un futuro “green”. Abbiamo l’opportunità di rivedere il nostro modo di produrre, consumare e commerciare. Studi qualificati mostrano come la trasformazione energetica possa accompagnare crescita e occupazione. Le risorse finanziarie messe a disposizione per la ripresa devono favorire una giusta transizione verso sistemi ad alta efficienza e basse emissioni, sviluppando le tecnologie emergenti. Parallelamente, dobbiamo tagliare gli incentivi economici che ancora premiano settori dannosi per l’ambiente. Servono segnali forti, coerenti ed univoci, per dare certezze agli investitori, anche semplificando procedure, coinvolgendo stakeholders tra cui piccole e medie imprese, start-up, mondo accademico, istituzioni finanziarie, autorità nazionali, regionali, locali, e naturalmente i cittadini».

Costa ha portato un esempio virtuoso: «La città di Milano, colpita duramente dal Covid-19, sta lavorando a uno schema innovativo di “ripensamento” della mobilità liberando spazi per biciclette e pedoni»
Guterres ha ricordato che «Mentre la pandemia mostra la fragilità del pianeta agli shock mondiali, quali le malattie o la crisi climatica, bisogna costruire un futuro migliore per tutti, proteggendo il pianeta, migliorando la salute e riducendo le ineguaglianze e ridinamizzando le economie in difficoltà. Sono giorni cupi , ma non sono senza speranza. Abbiamo una finestra di opportunità rara e breve per ricostruire il mostro mondo in modo migliore. Utilizziamo la ripresa post-pandemia per gettare le basi di un mondo sicuro, sano, inclusivo e più resiliente per tutti».

Di fronte alla pandemia di Covid-19, Guterres è convinto che la sola risposta «è una leadership coraggiosa, visionaria e collaborativa. Ancorata al multilateralismo. La stessa leadership è necessaria per far fronte alla minaccia esistenziale imminente del disastro climatico».

Guterres ha sottolineato che «Il costo più alto è il costo di non fare nulla. Bisogna rafforzare con urgenza la resilienza e ridurre le emissioni di gas serra per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali, per mitigare i cambiamenti climatici».

I segnali incoraggianti in questo senso vengono dallo sviluppo tecnologico green e dall’opinione pubblica, in particolare dalle giovani generazioni e dalle molte città e aziende stanno prendendo provvedimenti. Ma secondo il capo dell’Onu  «Ci manca ancora la necessaria volontà politica che deve essere significativamente più ambiziosa in materia di mitigazione, adattamento e finanziamento«.  Per quanto riguarda la mitigazione, «Tutti i Paesi devono impegnarsi per la carbon neutrality entro il 2050. E i Paesi in via di sviluppo – meno responsabili dei cambiamenti climatici ma più vulnerabili ai suoi impatti – hanno bisogno di sostegno per costruire la resilienza. Ciò richiede finanziamenti adeguati, a cominciare dai 100 miliardi di dollari all’anno promessi per gli sforzi di mitigazione e adattamento».

La pianificazione della ripresa post-Covid-19 è per Guterres una grossa opportunità per portare il mondo su «un percorso che affronti il cambiamento climatico, protegga l’ambiente, inverta la perdita di biodiversità e garantisca la salute e la sicurezza a lungo termine dell’umanità. Facendo la transizione verso una crescita low-carbon e climate-resilient, possiamo creare un mondo che sia pulito, verde, sicuro, giusto e più prospero per tutti».

Per questo ha proposto 6 azioni per una ripresa climaticamente positiva: 1.Fornire nuovi posti di lavoro e nuove imprese attraverso una transizione verde e giusta, accelerando al contempo la decarbonizzazione di tutti gli aspetti dell’economia. 2. Utilizzare il denaro dei contribuenti per creare posti di lavoro ecologici e la crescita inclusiva nel salvataggio delle imprese. 3. Far passare  le economie dal grey al green grigio al verde, con l’utilizzo di finanziamenti pubblici che rendano le società più resilienti. 4. Investire fondi pubblici nel futuro, in progetti che aiutino l’ambiente e il clima. 5. Prendere in considerazioni i rischi e le opportunità per la propria economia, poiché il sistema finanziario globale lavori per modellare la politica e l’infrastruttura. 6. Lavorare insieme come comunità internazionale per combattere il Covid-19 e i cambiamenti climatici.

Dopo aver ribadito, «Come il coronavirus, i gas serra non rispettano i confini», Guterres ha attaccato le politiche sovraniste e negazioniste: «L’isolamento è una trappola. Nessun paese può farcela da solo» e ha ricordato ai ministri che esiste già un quadro di azione con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico: «A questo fine, chiedo a tutti i Paesi di preparare  dei piani d’azione nazionali per il clima (Nationally Determined Contributions – NDCs, ndr) migliori e delle strategie per raggiungere le emissioni net zero entro il 2050. 121 Stati si sono già impegnati per la carbon neutrality entro il 2050, «A questo fine, chiedo a tutti i Paesi di preparare  dei piani d’azione nazionali per il clima (Nationally Determined Contributions – NDCs, ndr) migliori e delle strategie per raggiungere le emissioni net zero entro il 2050».

Poi il sgretario generale dell’Onu ha dichiarato il suo sostegno all’European Green Deal: «Incoraggio l’Unione europea a continuare a dimostrare la sua leadership globale presentando, entro la fine dell’anno, Nationally Determined Contribution in linea con il suo impegno a diventare il primo continente climate neutral entro il 2050. La chiave per affrontare la crisi climatica sono i grandi emettitori. Le 20 principali economie mondiali rappresentano collettivamente oltre l’80% delle emissioni globali e oltre l’85% dell’economia globale, ha segnalato che “tutte devono impegnarsi anche per la neutralità del carbonio entro il 2050. Senza il contributo dei grandi emettitori, tutti i nostri sforzi rischiano di essere condannati al fallimento. Usiamo la ripresa dalla pandemia per fornire una base per un mondo sicuro, sano, inclusivo e più resiliente per tutte le persone».

Intervenendo a una tribuna ospitata dal New York Times che aveva per tema “Un tempo per salvare i malati e salvare il pianeta» Guterres ha fatto notare che la 26esima conferenza delle parti Unfccc che doveva tenersi a Glasgow a novembre è stata rinviata al 2021 proprio a causa della pandemia ma che, malgrado questo, «Non possiamo permetterci di rallentare l’azione climatica o di ridurre l’ambizione. Dobbiamo agire adesso per lottare contro il coronavirus a livello mondiale e, nello stesso tempo, proseguire immediatamente un’azione climatica ambiziosa per un mondo più pulito, più verde, più prospero e più equo».

Il ministro conservatore britannico Sharma, presidente designato della COP26 di Glasgow, è d’accordo con l’ex presidente socialista del Portogallo Guterres: «Al Petersberg Climate Dialogue abbiamo evidenziato chiaramente le dimensioni della sfida che ci attende. Quando ci riprenderemo dalla pandemia di coronavirus, una cosa è chiara: le decisioni che prenderemo porranno le basi per una crescita sana, sostenibile e inclusiva, oppure emetteranno emissioni inquinanti per decenni. In qualità di Presidente designato della 26esima Conferenza mondiale sul clima, io e il mio team lavoreremo giorno e notte per fare progressi sui cambiamenti climatici. Lo dobbiamo a noi stessi e alle generazioni future».

Anche per Costa «La COP26 è un momento fondamentale per rilanciare l’ambizione. Come Italia faremo la nostra parte, organizzando la pre COP e l’evento collegato Youth for Climate. Ambizione vuol dire rilancio degli NDC, che puntiamo ad innalzare a partire dall’Unione Europea, per ridisegnare le nostre economie in modo più inclusivo, sostenibile e giusto. Possiamo scegliere se ripartire da dove eravamo rimasti, oppure fare un grande balzo in avanti. Noi guardiamo al futuro: avanziamo, tutti assieme, verso una green normality».