Operazione della Guarda Costiera

Recuperata la “rete fantasma” sui fondali di Calafuria

Si trovava adagiata su un fondale roccioso compreso tra i 30 mt e i 40 mt di profondità, impigliata su uno scoglio: è stata conferita alla locale ditta “Labromare” per lo smaltimento come rifiuti speciale

[28 Maggio 2020]

La Guarda Costiera ha recuperato la “rete fantasma” di cui da giorni si parlava a seguito di alcune foto apparse sugli organi di informazione locale. In particolare a coordinare e portare a termine l’importante recuperoè stato il Reparto Operativo della Direzione Marittima di Livorno, con l’ausilio del personale appartenente al 5° Nucleo Operatori Subacquei – Guardia Costiera di Genova”

“Con la definizione di “reti fantasma – spiega la Guarda Costiera in un comunicato – si identificano tutte quelle attrezzature da pesca (quindi non solo reti ma anche ad esempio nasse, palangari e altro)  che finiscono abbandonate sui fondali marini”.

“Le cause sono molteplici, – prosegue – ma quelle primarie sono: ostacoli come rocce, secche o relitti dove le reti si possono incagliare oppure le forti mareggiate o forti correnti; distacchi accidentali causati dal passaggio di imbarcazioni; condizioni meteo avverse che richiedono l’abbandono per motivi di sicurezza o anche l’abbandono volontario. Come è facilmente intuibile questi attrezzi costituiscono un serio pericolo per la fauna marina che vi rimane intrappolata e per il deturpamento dell’ambiente marino”.

“Nel caso dell’operazione di pochi giorni fa – aggiunge la GC – la rete si trovava adagiata su un fondale roccioso compreso tra i 30 mt e i 40 mt di profondità, impigliata su uno scoglio. L’evidente stato di usura e di vetustà della rete, non ha reso semplice il recupero della stessa in quanto l’ecosistema corallino, nel tempo, ha comunque creato sulla rete il suo habitat. Gli operatori subacquei, data la notevole profondità e la complessità delle operazioni di rimozione, si sono alternati in due squadre per garantire la necessaria accuratezza nell’intervento ed arrecare il minimo danno all’ ecosistema. Per tale ultimo motivo si è ritenuto più proficuo – conclude la nota – lasciare sul posto alcuni piccoli tratti di rete oramai inglobati dalle concrezioni marine”.

La rete è stata conferita alla locale ditta “Labromare” per lo smaltimento. Si tratta di rifiuti speciali che come tale hanno bisogno di essere trattati e smaltiti a norma di legge.