Al via l’esame della proposta di legge per ripulire il mare dai rifiuti con l’aiuto dei pescatori

Presentata da Rossella Muroni e Federico Fornaro di Liberi e Uguali

[1 Febbraio 2019]

La deputata di Liberi e Uguali Rossella Muroni ha annunciato che «E’ stata incardinata oggi in Commissione ambiente alla Camera la proposta di legge a mia prima firma per ridurre i rifiuti marini e contribuire a risanare l’ecosistema mare grazie all’aiuto dei pescatori. Con questo atto parte formalmente l’iter della proposta di legge ‘Disposizioni concernenti l’impiego di unità da pesca per la raccolta dei rifiuti solidi dispersi in mare e per la tutela dell’ambiente marino ‘ (AC 907). Un testo sottoscritto anche dal collega Fornaro e di cui sono relatrice».

La ex presidente di Legambiente ricorda che «Secondo l’Onu sono 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nelle acque del pianeta. Il testo introduce la possibilità per ministero dell’ambiente e Regioni di stipulare convenzioni con gli imprenditori ittici finalizzate alla raccolta dei rifiuti marini che questi incontrano durante la normale attività di pesca. Una volta rientrati in porto, i pescherecci coinvolti conferiscono i rifiuti recuperati nell’isola ecologica portuale, senza dover pagare oneri aggiuntivi. Per verificare l’effettivo andamento del recupero dei rifiuti marini sono previsti un programma di monitoraggio costante e una relazione sull’attuazione della legge da inviare annualmente alle Camere».

La Muroni conclude: «Il cuore della proposta di legge è puntare al risanamento dell’ecosistema marino grazie al coinvolgimento attivo dei pescatori. Una misura ispirata all’esperienza positiva del progetto sperimentale Arcipelago Pulito e che è stata “adottata” anche dal ministro Costa, che ha più volte annunciato di volerla inserire nel suo ddl “Salva-mare”».

Presentando la proposta di legge, Muroni e Fornaro sottolineano che «In Italia la situazione non è più sostenibile, come dimostra l’indagine condotta da Legambiente negli ultimi anni. Nel 2016, ad esempio, su 950 chilometri monitorati attraverso 80 ore di osservazione diretta, nell’ambito della campagna “Goletta Verde” è emerso che il 96 per cento dei rifiuti galleggianti nei nostri mari è di plastica: una densità pari a 58 rifiuti per ogni chilometro quadrato con punte di 62 nel mar Tirreno. Goletta Verde 2016 ha inoltre rilevato la presenza di buste (16,2 per cento), teli (9,6 per cento), reti e lenze (3,6 per cento), frammenti di polistirolo (3,1 per cento) e bottiglie (2,5 per cento). Con l’ultima edizione dell’indagine Beach Litter sono state monitorate 78 spiagge dai volontari di Legambiente e sono stati trovati in media 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, anche qui per lo più plastica. Una volta dispersi nell’ambiente i rifiuti plastici vanno incontro a processi di degradazione ad opera di agenti chimico-fisici, in particolare raggi UV, che portano alla frammentazione degli stessi in porzioni sempre più piccole. Recenti studi stimano in almeno 250 miliardi il numero di frammenti di plastica distribuiti in tutto il mar Mediterraneo, con una concentrazione media di 0,116 frammenti/m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2».

I due deputati di Leu ricordano che «nel nostro Paese una specifica disciplina che permetta di individuare adeguate modalità di raccolta e di gestione di tali rifiuti, specialmente quelli presenti sui fondali, che sono la maggior parte di quelli di maggiori dimensioni. Questa necessità è emersa con grande evidenza, ad esempio, durante gli incontri che l’associazione Marevivo ha effettuato presso le 15 direzioni marittime delle capitanerie di porto con tutti gli stakeholder del mare nell’ambito della campagna “Mare mostro” sull’impatto della plastica in mare. A fronte di questo vuoto è importante evidenziare come a livello nazionale, regionale e locale siano sempre di più i progetti avviati su questo tema e molti ne stanno nascendo, a riprova di un’esigenza – sempre più sentita – di delineare un iter condiviso per la corretta gestione dei rifiuti sbarcati dai pescatori. In questi mesi è stato avviato il progetto “Tuscany fishing for litter – Arcipelago Pulito”, il cui scopo è quello di avere un mare più pulito grazie all’intervento dei pescatori toscani, che ora avranno l’opportunità di raccogliere nei porti i rifiuti in plastica pescati durante l’attività ittica destinandoli al riciclo e contribuendo così a liberare l’ambiente marino dalle plastiche. Il progetto è frutto di un accordo firmato dalla regione Toscana che vede interagire diversi partner: regione Toscana, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Unicoop Firenze, Legambiente, autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale, Labromare Srl, Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera – direzione marittima della Toscana, REVET Spa e società cooperativa CFT. Il progetto riguarda i 300 chilometri quadrati di mare del Parco nazionale dell’arcipelago toscano, fra le province di Livorno e Grosseto, e avrà inizialmente una durata di sei mesi (che è stata prolungata,ndr) . Ad ogni uscita le barche adibite alla pesca a strascico raccolgono un grande quantitativo di plastiche che finalmente possono essere depositate in porto, classificate e destinate al riciclaggio».

Muroni e Fornaro ricordano anche un’altra positiv esperienza promossa dalla Fondazione “Angelo Vassallo sindaco pescatore”, «attraverso la quale è stata effettuata la pulizia dei fondali marini grazie ad una collaborazione con il comune di Pollica e i comandanti dei pescherecci dei porti di Acciaroli, Agnone e Pisciotta, nasce questa proposta di legge. Con l’obiettivo di superare le difficoltà che riscontrano i pescatori nella gestione dei rifiuti raccolti durante le attività di pesca, è stato stilato un accordo tra l’associazione Marevivo, il comune di Gaeta e la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Latina per l’attuazione del progetto “Blue Watcher”, che prevede attività di “passive fishing for litter”, Questa proposta di legge, quindi, è già condivisa dal mondo delle associazioni della pesca».

Ecco cosa prevede la proposta di Legge:

Con l’articolo 1 si dà attuazione al descrittore n. 10 della decisione 2010/477/EU del 1° settembre 2010 della Commissione europea, che individua i “rifiuti marini” come «un qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o disperso in ambiente marino e costiero».

Con l’articolo 2, comma 1, al fine di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino attraverso la rimozione, dalla superficie ai fondali dell’acqua dalla presenza di rifiuti solidi marini, si introduce nel nostro ordinamento la possibilità di stipulare convenzioni con le associazioni rappresentative degli imprenditori ittici per la raccolta dei rifiuti solidi durante il normale esercizio dell’attività di pesca. Con i commi 2 e 3 si stabilisce che il comandante di un’unità da pesca che approda in un porto conferisce i rifiuti solidi marini alle isole ecologiche portuali istituite ai sensi dell’articolo 3. Il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi marini è effettuato senza alcun onere a carico degli imprenditori ittici che effettuano il recupero e la consegna nell’isola ecologica. Rilevante è la previsione, con finalità incentivante e di premio al comportamento virtuoso per le attività previste dall’articolo in esame, che l’imprenditore ittico non è tenuto alla iscrizione all’Albo di cui all’articolo 212 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Con i commi 4 e 5 si prevede che con apposito decreto siano stabilite le linee guida e le modalità tecniche e operative per l’attuazione del comma 1, secondo specifici princìpi.

Con l’articolo 3 si stabilisce che venga predisposto un apposito programma per l’istituzione di isole ecologiche in ciascun porto a cura dell’autorità portuale competente, nonché delle relative dotazioni infrastrutturali, necessari a garantire un idoneo servizio di conferimento e di smaltimento dei rifiuti solidi marini recuperati dal mare ai sensi della vigente normativa italiana ed europea.

Con l’articolo 4 si stabilisce l’attuazione del sistema di raccolta e scarico dei rifiuti solidi marini.

Con l’articolo 5 si prevede che sia avviato e realizzato un programma di monitoraggio costante al fine di verificare l’effettivo andamento del recupero dei rifiuti solidi marini.

Con l’articolo 6 si prevedono misure di sensibilizzazione e di informazione dell’opinione pubblica da realizzare a cura del servizio televisivo pubblico.

Con l’articolo 7 si stabilisce che entro il 31 dicembre di ogni anno il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare trasmetta alle Camere una relazione sull’attuazione della legge.

Con l’articolo 8 si stabilisce l’immediata entrata in vigore della legge per le rilevanti finalità sociali delle sue disposizioni.