Concordia, rotazione conclusa la nave è in asse

La Concordia sta lentamente emergendo dall'acqua. Al lavoro per evitare inquinamenti. Segui gli aggiornamenti

[17 Settembre 2013]

Ore 07:20 Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana: «Dunque per la Concordia è andato tutto bene. Il parbuckling è finito. Ora avanti tutta per rimuovere il relitto e rottamarlo a Piombino».

Ore 06:40 Parte dal Giglio il primo traghetto che ricollega l’Isola al Continente

Ore 04:oo Rotazione riuscita. Nessun inquinamento a mare. Evidente deformazione della fiancata della Costa Concordia che poggiava sugli scogli. Festeggia lo staff del Consorzio Titan/Micoperi e della Costa. Grande soddisfazione di Protezione Civile ed Osservatorio per il recupero della Costa Concordia. Ora si pensa a come mettere in sicurezza il relitto ed a come apporre i cassoni ulla fiancata deformata.

Ore 19:10 Sergio Girotto di Micoperi: «Il relitto della Concordia sarà in piedi entro l’alba di domani. Siamo soddisfatti anche se si allungano i tempi». Proseguiranno quindi tutta la notte le operazioni, come da programma.

Ore 18:10 Sergio Girotto, di Micoperi: «Lo scafo è emerso 4 metri. Il 50% dell’azione di tiro dei martinetti è stato raggiunto e superato. Poi ci sarà la fase finale di allagamento dei cassoni. Ci sarà un allungamento dei tempi ma non così drammatico come si può pensare. Siamo pronti ad affrontare il peggioramento meteo. Anche con un piccole deterioramento delle condizioni meteo non dovremmo avere problemi. Entro domattina dovrebbe essere tutto finito. La parte emersa alla fine sarà di una ventina di metri, non bisogna aspettarsi un’emersione ma una completa rotazione, alla fine il relitto sarà meno visibile di adesso».

Ore 17:30 Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana: «La Regione ha finanziato l’adeguamento del porto di Piombino con 70 milioni di euro. I lavori inizieranno a novembre e a maggio 2014 il porto sarà in grado di ospitare la Concordia per la rottamazione. Eviteremo così di portare in giro per i Mediterraneo questo mostro d’acciaio con il rischio di provocare gravi danni all’ambiente marino».

Vittorio Cogliati Dezza presidente nazionale di Legambiente: «Andrebbe ripreso il Decreto Rotte ed esteso a tutto il territorio. Paradossale il caso di Venezia dove le grandi navi sfiorano continuamente incidemnti. L’Isola del Giglio aspetta da più di 20 anni che venga istituita un’Area marina protetta. Sono cose di buon senso non è che chiediamo cose rivoluzionarie. Il rischio degli sversamenti in mare riguarda l’intera catena alimentare e non solo con effetti sui cetacei,  ma anche sull’uomo. Gli abitanti del Giglio rischiano di essere cornuti e mazziati, bisogna che la mano pubblica garantisca i risarcimenti ambientali alla comunità del Giglio. Fino ad oggi l’Osservatorio sulla costa Concordia ci dice che non ci sono stati sversamenti».

Ore 17:20 Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente «E’ un’ipotesi che un terzo dei liquidi si può sversare. Il secondo problema è se la nave durante l’inverno reggerà.  La terza fase di rischio è il trasporto. Nessuno sa come il mare del Giglio reagirà alla presenza degli inquinanti che verranno rilasciati.  I rischi sono tanti. Io di quello che non rimango stupito è che non esista un piano B in caso di incidente.  Sono esterrefatto che intervienga all’isola del Giglio il ministero dell’ambiente e non il ministero delle infrastrutture. L’attrezzatura del Porto di Piombino di cui si parla riguarda il ministero delle infrastrutture. I lavori al Porto di Piombino non sono ancora iniziati. Non vorrei che qualcuno pensasse di portarla lontano e poi magari la nave affonda. Noi al momento purtroppo non abbiamo un porto attrezzato.  Valutiamo le due dita di bicchiere pieno: portare la nave a Piombino vuol dire avere dietro le spalle un’acciaieria dove la nave può essere immediatamente smaltita.  I fanghi portuali per lo scavo a Piombino per ospitare la Costa Concordia e lo stesso relitto sono rifiuto speciale, va fatto un piano per smaltirli. Dopo tanti giorni siamo in ritardo, mi sembra che bisognava pensarci prima».

Ore 17:10 Vittorio Cogliati Dezza , presidente nazionale di Legambiente: «Ci troviamo di fronte ad relitto che era una cittadina di 4.000 abitanti potenziale. Il problema vero non sono il cibo o le sostanze organiche che si degradano naturalmente, il vero problema  è la parte chimica, acidi, detersivi e quanto riguarda il funzionamento degli apparati della nave. Quello che non si sa è cosa è successo nelle camere stagne a questi liquidi. Quello che si sa è che è previsto lo sversamento di un terzo di questi liquidi».

Ore 17:00 Maria Sargentini, presidente Osservatorio per la Costa Concordia: «Sugli sversamenti non abbiamo fatto mistero che in questa fase ci potrebbero essere. Siamo sufficientemente tranquilli e sereni per tutto quello che è stato fatto prima, a cominciare dalla caratterizzazione delle acque interne»

Ore 16:45 Protezione Civile, con il prolungarsi delle operazioni non si sa quando riprenderanno i collegamenti tra l’Isola del Giglio e il Continente.

Ore 16:30 I tempi si allungano. Sergio Girotto, Micoperi: «Se non succede nulla e con regolarità, rimane altrettanta strada da fare». Siamo circa alla metà della prima fase, quella dei martinetti. Poi sarà possibile immettere acqua nei cassoni. Franco Porchellacchia, responsabile dei lavori di rimozione  «Non abbiamo evidenza di versamenti in mare di acque interne. Prima fase chiusa in 4 – 6 ore. Non lo so se finirà prima della mezzanotte. Comunque quello che è importante è fare le cose fatte bene. Non credo sia corretto parlare di ritardo. Per noi anche se occorrono 15 ore va bene lo stesso. Pensiamo che le cose vadano esattamente come dovevano andare». Alla domanda se il previsto peggioramento delle condizioni meteomarine può rallentare i lavori è stato risposto  che non ci si aspetta che il peggioramento in arrivo comprometta i lavori.  Girotto sulla deformazione: «L’impatto delle rocce sulla fiancata è stato importante, ma in questo momento il nostro obiettivo non è di are una valutazione del danno. Al momento elementi di preoccupazione non ne vedo».  Fabrizio Curcio, responsabile ufficio emergenza Protezione Civile: «Non ci risultano inquinamenti e perdite di gas».

Ore 15:30 Gabrielli: «Tutto sta andando secondo le previsioni. Siamo a 8 gradi di rotazione, momento critico a 20 gradi»

Ore 15:00 Nichi Vendola: «Con il naufragio della Concordia è come se tutti quanti noi fossimo affondati nella vergogna. L’idea che ancora oggi giganti del mare debbano affacciarsi perfino a piazza San Marco a Venezia è davvero insopportabile. Il recupero di queste ore mi pare un momento importante per il nostro Paese. Investire nella Protezione civile ci può consentire di intervenire prontamente quando è necessario, non solo di contare le vittime quando è oramai troppo tardi».

Ore 14:40 «Occorrerà portare il relitto nel porto più vicino e in sicurezza», ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in visita al Giglio. «Siamo stati i primi a intuire che dovevamo attrezzarci e che il relitto non doveva finire in qualche luogo del Terzo mondo. La priorità assoluta resta portarlo via dal Giglio, ma noi stiamo lavorando anche perché lo smaltimento di quello che è un rifiuto si faccia a Piombino, dove esiste anche un impianto siderurgico che potrebbe chiudere la filiera. Sono certo che i due obiettivi alla fine coincideranno».

Ore 14:00 Sergio Girotto, project manager Micoperi: «Forte deformazione del lato della nave adagiato sugli scogli. Costituirà un grosso problema per i lavori successivi al raddrizzamento».

Ore 13:31 Gabrielli: «Siamo a 5 gradi di rotazione, dobbiamo arrivare a 65».

Ore 13:15.  Alessandro Giannì, campainer di Greenpeace Italia: «Il 20% dei rischi superato. Per il possibile inquinamento da parte delle sostanze contenute nella Concordia sono cruciali le prossime ore».

Ore 12:27 In questo momento stanno attuando un “tiro” con una forza applicata di 6.000 tonnellate

Ore 12:26 Secondo Arpat, l’iridiscenza segnalata un paio di ore fa dalla Capitaneria di Porto non è riconducibile alla Costa Concordia.

Ore 12:24 Gabrielli, protezione civile: «È assolutamente manifesto che la rotazione è avvenuta. È avvenuta secondo le previsioni. Acqua limpida, non ci sono apprezzabili segni di inquinamento. Evidente una deformazione del lato di dritta della nave».

Ore 12:13 Stefano Feri, ex assessore all’ambiente del Giglio: «Sono di fronte alla Costa Concordia, sale. Piano ma sale. Si vedono bene le parti prima sommerse che vengono alla luce»

Ore 11:47 Il raddrizzamento della Costa Concordia è ormai visibile: lo scafo è stato rialzato di circa 6 gradi, i cassoni toccano l’acqua. Dopo 2 ore e mezzo dall’inizio delle operazioni la parte che si è rialzata è di circa un metro.

Ore 11 Mentre lo scavo della costa concordia sta lentamente emergendo dall’acqua, l’on. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commenta: «Importante che, come assicurato dal prefetto Franco Gabrielli, la collaborazione con la Costa abbia assicurato che i 600 milioni di euro necessari al recupero e alla rimozione in sicurezza del relitto della Concordia siano totalmente a carico della compagnia. È chiaro che, come sottolineato anche dal ministro Orlando, si aprirà anche la  questione del danno ambientale e dei costi necessari al ripristino dello straordinario ecosistema del Giglio e che anche questi debbano essere a carico della compagnia e non dei cittadini. Il recupero e la rimozione della Costa Concordia è un’operazione senza precedenti, da far tremare le vene e i polsi, ma può essere anche un’occasione di riscatto per il Paese che ha gli occhi del mondo puntati addosso».

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Intorno alle 9:07, dopo uno slittamento di circa 3 ore dovuto al maltempo che nella giornata di domenica e nella notte ha colpito l’Isola del Giglio, è iniziato il parbuckling per raddrizzare la Costa Concordia al Giglio. Daremo gli aggiornamenti nelle prossime ore e poi sulla nostra pagina Facebook.

Il tiro iniziale per raddrizzare la gigantesca nave naufragata sugli scogli vicino al Porto del Giglio è di 2.000 tonnellate, il settaggio del tiro avverrà con un incremento di 200 tonnellate, la Costa Concordia dovrebbe cominciare a muoversi con un tiro di 4.000 tonnellate. Il  parbuckling avverrà per step e verifiche per poi procedere secondo le condizioni verificate. I tempi previsti, dopo che era circolata la voce che il tutto poteva risolversi in 6 – 7 ore, sono stati confermati in 12 ore dalla Micoperi, che insieme alla Titan ha curato i lavori preparatori e ora sta procedendo al raddrizzamento. Quindi la Costa Concordia, se tutto va bene potrebbe tornare nuovamente dritta quando è già calato il buio, cosa che inizialmente si voleva evitare.

Franco Porchellacchia, responsabile dei lavori sulla Costa Concordia per la Protezione Civile, esclude il rilascio di H2S (idrogeno solforato) causato dalla decomposizione dei materiali organici presenti all’interno del relitto.

Sembra invece certo lo sversamento di alcuni inquinanti ancora contenuti nel relitto. Come spiega un comunicato dell’Arpat emesso alla vigilia del parbuckling: «Dall’analisi dei risultati è emerso come i gruppi di sostanze di maggiore significato siano tre: Sostanza Organica (la cui degradazione microbica può comportare produzione di Idrogeno Solforato), Metalli Pesanti e Idrocarburi. La sostanza organica è sicuramente in condizioni di aumentare i suoi effetti con l’aumento delle temperature nei mesi estivi e la conseguente maggiore produzione di gas. I metalli pesanti sono sostanze che si liberano probabilmente da allestimenti e componentistiche della nave».

Arpat spiega anche che «prima dell’avvio della fase di parbuckling, nella quale verrà effettuata la rotazione della Costa Concordia dal suo attuale angolo di inclinazione di circa 65 gradi, ad una posizione verticale, tutte le aperture accessibili sul lato di sinistra della nave sono state dotate di griglie al fine di ridurre per quanto possibile l’eventuale fuoriuscita di materiali dal relitto, ma una certa quantità di acque è previsto che fuoriesca dalla nave. Nel piano è stato stimato il volume complessivo di acqua presente nel relitto (circa 236.000 m3) e la quantità di acqua che si ritiene fuoriuscirà, valutata in circa 80.000 metri cubi.Come misura preventiva per limitare l’impatto dovuto al rilascio, è stata prevista l’aspirazione, il trasporto su bettolina e lo smaltimento a terra, di parte delle acque interne al relitto. È stata anche effettuata una simulazione con modello matematico, relativamente al rilascio delle acque interne al relitto nella fase di parbuckling, considerando i vari scenari possibili in relazione alle condizioni del mare e delle correnti, nonché di alcuni possibili inquinanti presenti (ftalati, metalli, ecc,)».

Per prevenire e/o il recuperare eventuali sversamenti di idrocarburi e di altre sostanze, che potrebbero essere rilasciate in mare sono state posizionate 2 linee di panne assorbenti intorno al relitto ed una linea costiera per un totale di 4.900 m. Panne del tipo High Sea Booms: una linea costiera, un perimetro Fisso Esterno al relitto ed anello interno per un totale di 5.000 m; barriera con rete: rete in Nylon a maglia 50/60 mm con boe e pesi sul lato destro del relitto; barriere per torbidità: barriere galleggianti utilizzate per impedire l’ingresso di sostanze inquinanti nell’area sensibile fino ad una profondità di 4,5/5 m.

Inoltre durante e dopo la fase di rotazione opereranno mezzi per il  servizio di vigilanza/sorveglianza, gestione delle panne, attività di eventuale pompaggio e raccolta di sostanze sversate (in particolare idrocarburi).

Arpat sottolinea che «le misure a carattere preventivo e di mitigazione previste dal piano sono volte a minimizzare per quanto possibile i potenziali effetti ambientali associati al rilascio delle acque interne durante la fase del purbuckling. Inoltre è stata effettuata una valutazione dei rischi ambientali connessi alle operazioni che ha tenuto anche conto degli scenari incidentali ipotizzati da Titan-Micoperi per la gestione dei quali è stato predisposto un apposito Piano delle Emergenze. Il Piano valuta in conclusione che si possa ragionevolmente ritenere che una volta data attuazione a tutte le misure di prevenzione e mitigazione previste nel Piano stesso, gli impatti ambientali derivanti dal rilascio delle acque interne possano essere considerati temporanei e poco significativi.

Nella zona delle operazioni durante la fase di rotazione verranno effettuati prelievi di campioni di acqua, intervenendo sia dalla terraferma, sia dal mare, vicino all’area d’interdizione, Arpat svolgerà anche un’attività di campionamento appena fuori dalla zona di sicurezza con auto campionatore, testato e funzionante, posizionato in testa alla banchina del molo lato est, faro rosso, all’imboccatura del porto. La pozione ottimizza possibilità di accesso, possibilità di essere sotto vento (da previsioni attuali) e permette di campionare fuori dalla panne che proteggono tutta la costa (24 h campionamento e campioni compositi prevedibili di 4 ore).

Verranno infatti raccolti campioni in mare  in tre punti in prossimità relitto, nella zona cuscinetto, al confine con la zona di interdizione assoluta. Di cui il primo dopo alcune ore da inizio tiraggio (verso le 10, 11) , un successivo verso le 16, 17. La Capitaneria di Porto accompagnerà Arpat a consegnare i campioni al Poseidon, battello oceanografico dell’Agenzia, che li trasferirà a terra per l’effetto azione delle analisi da parte del laboratorio ARPAT di Livorno.

«Sono certo che il parbuckling, l’operazione di rotazione in posizione verticale del relitto delle Concordia che inizierà tra poche ore tenendoci tutti col fiato sospeso sarà un successo», ha detto il sottosegretario all’ambiente Erasmo De Angelis. «E di questa straordinaria impresa mai tentata prima, che riscatterà l’immagine del nostro Paese ridicolizzata dal capitano Schettino, va ringraziato innanzitutto Franco Gabrielli, che in tempi record per una emergenza italiana e con grande professionalità e passione sta coordinando e ha messo la sua faccia sul recupero. L’impegnativo lavoro svolto in questi mesi dai tecnici e dall’Osservatorio con sperimentazioni mai realizzate, sono un modello di intervento al quale seguirà la delicata fase della rottamazione che sarà possibile effettuare nel nuovo e attrezzato porto di Piombino».

«Sono molto emozionata ma anche serena per tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora», è invece il commento di Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio ambientale per recupero della Costa Concordia. «Il momento più delicato – prosegue – saranno le prime 4-5 ore di domani, il periodo critico del distacco dello scafo dagli scogli. Il cambiamento dell’assetto della nave produrrà anche uno sversamento di liquidi dall’interno, ma siamo sufficientemente tranquilli che quanto accadrà sarà contenibile e controllabile sia sotto il profilo della dispersione dei liquidi sia sotto quello della concentrazione degli inquinanti».

Il relitto della Concordia sarà in piedi entro l’alba di domani. Lo ha detto Sergio Girotto, responsabile della procedura per la Micoperi parlando dell’andamento dei lavori e spiegando che ci sono stati “dei ritardi fisiologici. Siamo soddisfatti – ha aggiunto – anche se si allungano i tempi”.

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