Emendamento sblocca End of Waste, CEN, Utilitalia e Fise Assoambiente: passo avanti, ma caos per i controlli

Nuova e stratificata procedura sui controlli su base discrezionale e manca ogni obiettivo di efficienza e semplificazione

[23 Ottobre 2019]

Secondo Edo Ronchi, presidente di Circular Economy Network (CEN), la rete di imprese ed organizzazioni di impresa che promuove lo sviluppo dell’economia circolare italiana, «L’emendamento al decreto legge sulle crisi aziendali, che prevede la cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste), approvato ieri in Commissione al Senato,  è un primo importante passo  per il settore del riciclo e per l’economia circolare poiché consente il recupero di una parte importante di materia e nello stesso tempo evita la necessità di conferire  rifiuti in discarica o negli inceneritori».

Il CEN evidenzia che «La norma pone fine ad una situazione che aveva messo in grave difficoltà il settore del riciclo, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi indicati dalle direttive europee sull’economia circolare. La sentenza di Stato dello scorso anno e le norme successivamente introdotte dalla legge “sblocca cantieri”, avevano, infatti, bloccato nuove attività di riciclo e autorizzazioni in scadenza, impedendo alle Regioni di autorizzare gli impianti. Ora l’emendamento approvato chiarisce che, come prescrive la direttiva Ue, le Regioni possano rilasciare autorizzazioni “caso per caso” sulla base di ben definiti criteri. Il punto è che i materiali riciclabili sono in continua evoluzione: nessuno 20 anni fa, ad esempio, avrebbe potuto immaginare che i pannolini usati potessero diventare materia prima per altre attività perché la tecnologia non lo permetteva. Saranno le Regioni a valutare caso per caso, azienda per azienda, se quello che si sta facendo è compatibile con le norme europee, se è corretto dal punto di vista ambientale e se naturalmente si tratti di una vera e propria azione di riciclo e recupero».

Ma il Circular Economy Network aggiunge che «C’è ancora molta strada da percorrere: sono meno convincenti le norme sui controlli. L’emendamento aggiunge a quelli esistenti ulteriori controlli a campione sulla conformità delle modalità gestionali e operative degli impianti di riciclo, attraverso un meccanismo farraginoso e molto complesso. I controlli ambientali sono naturalmente necessari, ma qui siamo di fronte ad un sistema che si aggiunge a quello ordinario, di difficile attuazione e di dubbia efficacia, che rischia di complicare le attività di riciclo e di produrre incertezze sulle autorizzazioni rilasciate».

Anche Utilitalia Fise e Assoambiente plaudono allo sblocco dell’End of waste ma condividono le perplessità espresse dal CEN. In Un comunicato congiunto ricordano che «Il Ddl Crisi Aziendali riavvia, grazie ad un emendamento approvato lo scorso 21 ottobre in Senato, le autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei e fa salve le autorizzazioni esistenti ma al contempo introduce la possibilità di controlli discrezionali a campione e con tempi di ritorno del giudizio che potrebbero superare i 325 giorni. L’emendamento approvato dal Senato consente di superare il blocco operativo generato dalla sentenza del Consiglio di Stato Sentenza n. 1229/2018 e dalla norma introdotta con la legge “Sblocca cantieri” (Legge 55 del 2019, n. 55 di conversione con modificazioni del DL 18 aprile 2019, n. 32), riavviando, in linea con le disposizioni europee, i procedimenti autorizzativi End of Waste rilasciati caso per caso a livello regionale (o provinciale quando delegate) per quelle tipologie di rifiuti che non dispongono di riferimenti normativi europei o nazionali».

Ma Utilitalia e Fise Assoambiente fanno notare che «Al contempo lo stesso emendamento introduce un nuovo profilo di criticità legato alla nuova e stratificata procedura di “controlli sui controlli” che non solo è avviata su base discrezionale (non sono riportati criteri), ma dimentica ogni obiettivo di efficienza e semplificazione, getta un’alea di incertezza dell’atto amministrativo (ignorando le competenze già esistenti sul territorio) ed inoltre, dal momento in cui viene avviato il controllo, l’impresa deve attendere per l’esito finale anche 325 giorni ed oltre».

Le due organizzazioni si rivolgono alla politica e all’amministrazione pubblica: «Per assicurare le migliori condizioni per lo sviluppo di un efficace modello di economia circolare, auspichiamo che tale criticità sia quanto prima oggetto di attenta valutazione al fine di garantire uno snellimento delle procedure burocratiche e la certezza dei titoli autorizzativi rilasciati dalle Autorità competenti, in particolare semplificando le varie fasi di controllo che sono previste su più livelli e riducendo i tempi della procedura di controllo successivi, considerati i diversi livelli di verifica e consultazione avviati già in fase autorizzativa, al fine di ridurre l’incertezza per gli operatori del settore».